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Cosa succede in città? Ciaccia prova a rilanciare il Piano Casa

Creato il 22 novembre 2012 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT
Cosa succede in città? Ciaccia prova a rilanciare il Piano Casa

In origine, negli anni Cinquanta, era stato battezzato il Piano Fanfani, un programma di edilizia popolare (oggi si direbbe di social housing) che prevedeva la costruzione di oltre 300.000 alloggi per fornire la casa a chi non ce l’aveva o l’aveva perduta al termine della guerra. Oggi il viceministro alle infrastrutture, Mario Ciaccia, rilancia l’idea di un nuovo Piano Casa, dopo il sostanziale fallimento di quello varato appena qualche anno fa.

Il riferimento al Piano Fanfani è dello stesso Ciaccia che, in occasione del convegno ANCE Cosa succede in città, tenutosi ieri mattina alla Triennale di Milano parla di una “situazione di emergenza abitativa che si va delineando” e che al ministro ricorda, appunto, quella del Dopoguerra.

Perché allora non recuperare lo schema di un Piano Casa che ebbe a suo tempo successo per assicurare la casa ai cittadini e cioè il Piano Fanfani?”, si chiede Ciaccia.

Nel corso del suo intervento al convegno Ciaccia ha anche avanzato la proposta di un coinvolgimento della BEI e della Cassa Depositi e Prestiti nazionale. In sintesi le due organizzazioni dovrebbero acquistare i titoli emessi per il finanziamento dei mutui residenziali.

E intanto si registra la condivisione delle preoccupazioni su IMU e Patto di Stabilità dei costruttori e dei sindaci con la dichiarazione di ieri del presidente dell’ANCE, Paolo Buzzetti: “due nodi cruciali che pesano su amministratori, imprese e cittadini”.

“Per colpa del Patto di Stabilità interno, le imprese di costruzioni stanno morendo di ritardati pagamenti e non si riescono più a realizzare quegli interventi necessari a garantire la qualità della vita e la sicurezza del territorio”, ha proseguito Buzzetti. “L’applicazione delle regole del Patto ai comuni più piccoli a partire dal 1° gennaio 2013 andrà a colpire soprattutto l’imprenditoria medio-piccola”.

Sull’IMU, definita da Buzzetti una “vera e propria patrimoniale”, l’ANCE chiede una rimodulazione “perché, così com’è, grava anche sui cittadini più modesti e mette a rischio la sopravvivenza di un settore già stremato dalla crisi”.


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