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Cosa ti aspetti dalla vita? Marino. 39 anni.

Creato il 20 gennaio 2015 da Cronachedallalibreria @MarinoBuzzi

Che cosa ti aspetti dalla vita?

Che non piova mai? Che le tue giornate siano sempre serene? Che i momenti belli durino per sempre?

Cosa ti aspetti dalla vita?

Che ti risarcisca di ogni umiliazione, di tutta la fatica, delle delusioni, dei no, delle porte sbattute in faccia, del tempo perso? Che ci sia sempre qualcosa di buono nelle tue giornate? Che ti risparmi dal dolore della perdita?

Che cosa mi aspetto dalla vita?

Di darle un senso? Ci hanno provato personalità di ogni livello, dall'operaio al filosofo, forse qualcuno si è persino convinto di aver trovato una risposta. Ma non io, di risposte ne ho sempre avute poche e spesso si sono rivelate sbagliate.

Forse dalla vita mi aspetto che non mi faccia troppo male, ho sempre desiderato essere protagonista ma ho sempre vissuto ai margini, lontano dai compromessi, cercando di essere sempre fedele a me stesso, perdendo occasioni, sbagliando, lamentandomi. Sembra infatti che le lamentele siano la cosa che mi riesce meglio.

Forse dalla vita mi aspetto che mi doni la lucidità necessaria per affrontare il tempo o me stesso, per guardare le cose e gli eventi dalla giusta distanza. Non mi aspetto che mi regali qualcosa e mi sorprendo quando accade.

La verità è che qualcuno mi dice che forse sono un po' depresso ma la mia non è depressione, o, se lo è, me la porto dietro da almeno trent'anni. La verità è che dentro sento una scintilla di tristezza che non accenna a spegnersi e non divampa. Quando divento troppo pedante mi dico "Marino basta hai rotto". E ho rotto davvero. Cerco di dare un equilibrio a questa tristezza con l'ironia, l'ho imparata da ragazzino per rispondere ai bulli ed è diventata un punto di forza. Sopravvivi anche grazie all'ironia.

Che cosa mi aspetto dalla vita?

Non ne sono certo. Forse mi aspettavo di non invecchiare, di non cambiare mai idea, di non veder morire le persone che amo. Forse mi aspettavo superficialità. Invidio le persone che sanno essere superficiali, io mi sento in lotta costantemente. Invece sono solo in lotta con me stesso.

Forse dalla vita mi aspettavo che non distruggesse in modo così lucido i miei sogni e le mie illusioni. Mi aspettavo che non mi mettesse davanti alla realtà, che non mi facesse uscire dal mio guscio, che non mi facesse scoprire che l'amore, il desiderio, la passione, sono momenti. Forse non le perdono di avermi fatto scoprire il tradimento, di avermi fatto aprire gli occhi, di avermi donato la disillusione.

Di felicità ne ho avuta parecchia ma la felicità non dura mai troppo: uno sguardo, la nascita di una nipote, la prima volta che ho visto la mia gatta, il primo bacio dato alla persona amata, le scorribande con Lore e Pier, le notti trascorse in compagnia di Debora e Elena, il primo romanzo, il primo contatto importante con una casa editrice. Se fossi una persona che si accontenta direi che sono un uomo fortunato, non mi manca l'affetto delle persone che amo, sopravvivo decentemente a questi strani giorni. Ma non sono una persona che si accontenta e, forse, è questo che è alla base di questa leggera infelicità. Se fossi una persona matura e intelligente riuscirei a vedere il bello che c'è intorno a me. Invece mi guardo con uno sguardo impietoso e sprezzante come se mi aspettassi da me stesso sempre il meglio, senza concedermi mai una pausa da me stesso, esageratamente critico.

Forse per troppo tempo ho pensato di vivere in un film in cui ero il protagonista, non avevo capito che invece sono solo una delle formiche di questo immenso formicaio. O forse non ho capito il senso delle cose. Non capisco la fede, la religione, non capisco perché devo lavorare per stare in un sistema che non mi piace, non capisco perché devo possedere oggetti che non mi aiutano ad essere felice, non capisco perché se la cosa che mi rende sereno è guardare il cielo notturno lo faccio così raramente. Forse non perdono alla vita di avermi fatto scoprire che anche le persone migliori sono umane, che sbagliamo, tradiamo, facciamo del male alle persone che amiamo. Forse non le perdono di sottrarmi tempo e di costringermi a guardare mio padre e mia madre invecchiare. La perdita della spensieratezza, della passione, dell'idea di poter cambiare il mondo. Il diventare adulti.

Oggi sono 39 anni di vita. Non so che senso abbiano, non so se li ho vissuti come avrei dovuto, probabilmente no, ma so che ho incontrato persone che mi hanno reso una persona migliore e vorrei ringraziarle una a una. Grazie per avermi reso l'uomo che sono.

Imperfetto, esagerato, lucidamente triste, combattivo, eccessivamente sensibile, critico, rigido, impietoso verso me stesso, rompiscatole, ironico.


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