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Cosa vedere di particolare a Venezia: Itinerario

Creato il 08 ottobre 2014 da Elisa Pasqualetto @LizAu87

particolari da vedere a VeneziaMettiamo in chiaro una cosa: Venezia non si gira in una giornata, io che ci vivo ancora devo vederla tutta, per cui non voglio più sentir dire “cosa c’è da vedere di particolare a Venezia”, “ma tanto la si gira in un giorno” o ancora peggio “Oltre a San Marco e Rialto cosa c’è da vedere?”, perchè è la volta che vi tolgo il saluto.

Quello che vi propongo qui è un itinerario nella mia Venezia, ma non nella Venezia turistica, quella di Strada Nuova, di Rialto e di San Marco, bensì di quella, invece, un po’ più nascosta e intima, quella dei particolari, dei dettagli che non si notano alla prima occhiata, quella vista dagli occhi di una veneziana ancora innamorata di una città.

1. FONDAMENTA DE LA DONA ONESTA

Poco distante da Piazzale Roma, tra la Chiesa dei Frari e Ca’ Foscari c’è questa fondamenta, mai la toponomastica a Venezia è lasciata al caso, infatti, un particolare sul muro di una casa ai piedi del ponte omonimo cela una storia.

Se alzate gli occhi, tra i mattoni potrete scorgere un viso di donna, incastonato nella parete. Le versioni della storia sono diverse, quella che preferisco racconta di una popolana, moglie di un maestro spadaio, la quale aveva rubato, involontariamente, il cuore ad un patrizio che aveva ordinato al marito di lei una daga. Il patrizio trovò un pretesto per rimanere solo con lei, la violentò e la donna, mortificata per l’accaduto, si tolse la vita. Ancora oggi si può vedere il suo volto sporgersi tra i mattoni.

2. CAMPIELLO DEL SOL

Questo posto non ve lo propongo per un segno o un edificio particolare, ma per un avvenimento, anche un po’ macabro, che successe nel 1754. Per arrivare a Campiello del Sol bisogna dirigersi verso Rialto, fermatevi prima di arrivare al ponte, e lo trovate vicino a Campo Sant’Aponal. Questa storia la devo a Davide Busato, un amico scrittore di noir veneziano, che me l’ha raccontata. Negli anni 50 del 1700, si aggirava a Venezia un tale, conosciuto come Daniel Lanza, con un passato da ladro e un presente da docente francese, che utilizzava per accalappiare le sue vittime. L’ultima, prima di scomparire da Venezia, fu Caterina, vedova di Giuseppe Nogrisich, abordata da Daniel in Campo San Luca e convinta a salire in camera all’Osteria del Sol (ormai non esiste più) per quella che non sarebbe stata una serata romantica, come lei probabilmente si immaginava. Caterina fu legata, imbavagliata e violentata. Il giorno dopo la trovò l’oste, ancora viva, ma in condizioni pietose.

Un campiello suggestivo, non pensate meriti una visita?

3. SCALA CONTARINI

Passiamo oltre il ponte di Rialto, in direzione Accademia fino a Campo Manin da dove si possono seguire le indicazioni fino alla Scala Contarini, più conosciuta dai veneziani col nome “Scala del Bovolo”, per la sua forma a chiocciola (Bovolo in veneziano significa appunto chiocciola). Mi piace vederla come una sorta di Torre di Pisa veneziana, nascosta in una piccola corte distante dai soliti percorsi turistici. Si può salire fino in cima, dove la scala a chiocciola si conclude con una cupola un tempo affrescata, da cui si gode di una vista (immagino) spettacolare, al momento purtroppo è chiusa per lavori di ristrutturazione.

4. SOTOPORTEGO DEI PRETI

Superiamo San Marco, andiamo verso il Sestier di Castello, alla ricerca del Sotoportego dei Preti, in prossimità della Chiesa di San Giovanni in Bragora. Anche questo sotoportego ha una storia da raccontare, questa però è romantica (chiudiamo il giro in bellezza). La cosa particolare da vedere a Venezia in questo caso si trova tra i mattoni, dove emerge un “cuore de piera” (cuore di pietra), rosso fuoco, posto lì per ricordare una grande storia d’amore.

Orio, un pescatore, mentre era fuori in laguna sentì una voce che chiedeva aiuto, era una sirena che si era incastrata nella sua rete. Orio e Melusina, la sirena, si innamorarono e per spezzare la maledizione che la trasformava in serpente ogni sabato sera, si sposarono. Melusina divenne umana e diede a Orio tre figli, poi si ammalò e morì. Orio era disperato, l’amava veramente molto e averla persa lo distruggeva, ma si accorse che quando tornava a casa dal lavoro tutto era in ordine e non si spiegava il perchè, finché un giorno tornò a casa prima e trovò in cucina un serpente. Lo ammazzò, senza rendersi conto che quel serpente era proprio Melusina, se non quando la casa tornò ad essere sempre in disordine.

La scelta di non mettere le foto è voluta, vorrei vi lasciaste guidare dal sapore della scoperta e dell’immaginazione, vederle dal vivo senza una foto che possa crearvi delle aspettative renderà tutto più, come dire, sentito e ricco di emozioni.


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