Cose di cui parlare e ridere.

Il signore col segugio che vediamo quasi tutte le mattine mentre andiamo all'asilo.
Porta il suo bel cane, a pelo raso grigio lucido (che Google mi dice essere un Weimaraner), a sgambare sotto le mura della città.
Noi ogni giorno diciamo "chissà se oggi ci saranno il signore col segugio", poi felici li guardiamo dai finestrini e li salutiamo.
Ti ho detto che un giorno parcheggerò malamente sul marciapiedi e andremo a salutarli davvero, e non è detto che non lo faccia.
Quando non li abbiamo visti per una settimana, qualche tempo fa, hai detto che forse erano andati al mare, mentre io avevo temuto il peggio, visto che il signore a occhio e croce è più vicino ai novanta che agli ottanta.
Ti piace proporci "dai, facciamo una bella chiacchierata!", magari alle undici di sera, e raccontarci quello che ti è successo all'asilo, ci parli dei tuoi amichetti, una volta di uno, una volta di un'altra.
Compagni di classe che finalmente ieri ho visto tutti insieme per la prima volta nella tua prima foto di classe.
Mi sono un po' emozionata.
Tu sei venuta veramente di merda, ma non importa.
Ti piace ridere, e ridi di gusto, anche coi singhiozzi, un po' come me e le mie risate da gallina, come le definiva affettuosamente il mio fidanzatino delle medie.
Hai senso dell'umorismo, quello a dire il vero ce l'hai da quando avevi un anno e mezzo...
Ti piace che ti legga Bastoncino, che è il tuo preferito degli ultimi giorni, e che faccia la buffa, cosa che mi riesce benissimo.
Ti piace anche parlare dei morti. "Dai, parliamo dei morti?", e vuoi che ti raccontiamo dei nostri nonni, com'erano, che cosa facevano per noi, cosa ci insegnavano, e non c'è resurrezione migliore di questa.
Ho disegnato un albero genealogico, e vorrei chiedere tante cose a chi ormai non c'è più, per raccontarti meglio chi siamo e da chi proveniamo.