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Così il precariato in Europa

Creato il 31 gennaio 2012 da Fabio1983
Così il precariato in EuropaIo, per T-Mag
“L’emergenza è la precarietà, se la parola riforma ha senso, da qui bisogna partire”. La riflessione domenicale su Twitter della leader della Cgil, Susanna Camusso, non ammette repliche. In vista di un nuovo incontro con le parti sociali (che presumibilmente avverrà giovedì), i sindacati, compattamente, chiedono al governo di estendere la cassa integrazione e di ridurre la precarietà. Ad oggi la parola “precariato” viene percepita quale spauracchio nel mondo del lavoro, laddove la definizione corretta sarebbe dovuta essere “flessibilità”. Almeno secondo i piani che in origine erano previsti nel pacchetto Treu del 1997 e nella legge Biagi del 2003. Circostanze rese tanto più vere dalla Strategia europea per l’occupazione che mirava a forme contrattuali meno rigide rispetto al passato. Quello che è mancato al nostro Paese, in verità, è stata un’adeguata revisione della protezione sociale a fronte di una maggiore libertà contrattuale (proprio la Cgil ha calcolato 46 forme e tipologie di contratti esistenti). In questo senso, infatti, andrebbero inquadrate le misure varate dall’esecutivo di Mario Monti. Oltre alla riforma del modello pensionistico che introduce, per tutti, il sistema di calcolo contributivo, una delle priorità allo studio del governo è l’istituzione di nuovi ammortizzatori sociali. A fine 2008, tanto per rendere l’idea, secondo l’Istat i lavoratori atipici raggiungevano quota due milioni e 800 mila. E nel resto d’Europa?
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