Naufragio della Costa Concordia
Sono stati ritrovati a Roma due giapponesi che risultavano ancora dispersi nel naufragio della nave da crociera Costa Concordia, avvenuto al largo dell’Isola del Giglio, in Toscana. Taku e Maiko, Shunsuke e Nanami sono due coppie di giapponesi che erano tra i 41 nipponici presenti sulla nave (tutti salvi ora sono ospitati in alberghi di Roma e Fiumicino). I primi sposati da due anni ed i secondi appena sposati. Per entrambi questo viaggio rappresentava la luna di miele. Le due coppie si sono conosciute a Civitavecchia, al momento dell’imbarco. Taku Notomi e la moglie Maiko, dopo l’incidente, risultavano tra i dispersi. Invece avevano raggiunto Roma: per fortuna sono salvi. I 4 giapponesi hanno raccontato di aver avuto paura di morire. Questo il racconto di Maiko: “Venerdì sera siamo andati a dormire alle 21, perché eravamo molto stanchi a causa del fuso orario. Ma l’impatto ci ha svegliati di soprassalto”. E continua Nanami: “Dopo l’impatto abbiamo sentito l’annuncio diffuso dagli altoparlanti, riferito anche in giapponese, che ci invitava a rimanere in cabina. A questo primo annuncio ne sono seguiti altri, ma solo in italiano”. E Taku sottolinea che “non si sentiva neanche più tanto bene. L’unica cosa che avevamo capito quasi subito era che la situazione era più grave di quanto fosse stato dichiarato all’inizio. Io e Maiko ci siamo accorti che le scialuppe non erano sufficienti per tutti e fino all’ultimo abbiamo valutato la possibilità di buttarci in mare. Tutti volevano salire su una scialuppa e le famiglie non si volevano separare. C’era tanta agitazione, paura, ma l’equipaggio si è dimostrato molto cooperativo, a differenza delle autorità presenti a bordo”. Taku infatti denuncia il “comportamento del comandante, che ha abbandonato la nave prima che fosse stata evacuata del tutto. In Giappone il comandante è l’ultimo ad abbandonare la nave, in Italia non funziona così?”. I quattro sono riusciti a raggiungere la terraferma su una scialuppa di salvataggio e si sono fatti censire, poi però non hanno saputo più nulla delle operazioni di salvataggio e non sapevano che due di loro risultavano ancora dispersi. Arrivati a Roma con un autobus, si sono recati al Commissariato Viminale perché non avevano più i documenti e non potevano prendere una stanza in albergo. Qui sono stati ascoltati per 3 ore. Nel naufragio hanno perso tutto, come raccontano Taku e Maiko: “Sulla nave è rimasto il mio anello nuziale. E anche i nostri kimoni da cerimonia, regalo di matrimonio per un valore di circa 5 milioni di yen. Li avevamo portati perché sulla nave ci sarebbe stata una serata di Gala”. (Fonte: Ansa – Foto: Daily.wired.it)