Nasce sulla scia della campagna Wwf “Il petrolio mi sta Stretto” e ha la “missione” di rendere Pantelleria un’area marina protetta.
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Un gruppo di lavoro per istituire l’Area Marina Protetta di Pantelleria, nato sulla scia della campagna “Sicilia: il petrolio mi sta Stretto” lanciata dal Wwf e che ha portato lo scorso ottobre alla consegna al sindaco di Pantelleria di 38.777 firme per fermare la costruzione di piattaforme petrolifere nel Canale di Sicilia e chiedere l’istituzione di un’area protetta. Compongono il gruppo di lavoro associazioni locali (tra cui l’associazione dei pescatori di Pantelleria), diving e centri immersione, imprenditori.
Il gruppo ha prodotto una proposta di zonazione per l’Area Marina Protetta che prevede le aree A, B e C e aree costiere e marine cosiddette franche sottoposte unicamente a regole e leggi nazionali. “E’ un passo importante verso la protezione dell’isola. Solo un processo che parte dalla gente, dai panteschi, potrà delineare un progetto di area marina protetta con un futuro”, dichiara Marco Costantini, responsabile Mare Wwf.
Pantelleria è l’unica isola del Canale di Sicilia a non essere protetta. A ridosso delle sue scogliere una concessione per l’estrazione petrolifera, data prima del 2010, non scompare con l’applicazione del Decreto Passera e l’isola – sottolinea il Wwf – rischia di essere rovinata dalle piattaforme e sporcata dagli sversamenti routinari o da possibili incidenti.