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Costume National e Sequedge / Costume National and Sequedge

Creato il 21 aprile 2010 da Sandfashionblog
Sequedge entra nel capitale di Costume National come azionista minoritario. Previste nuove aperture a Hong Kong e a Tokyo.
Sequedge becomes minority stockholder of Costume National. New stores will be opened in Hong Kong and Tokyo.

Costume National, griffe fondata nel 1986 da Carlo Capasa e dal fratello Ennio, designer e direttore creativo, ha stretto una partnership strategica a lungo termine con il gruppo giappo-cinese Sequedge che entra come socio minoritario. L’accordo non si limCostume National e Sequedge / Costume National and Sequedgeita a rafforzare finanziariamente la maison ma è la base di partenza di un progetto di sviluppo, focalizzato nei Paesi del Far East, soprattutto, Cina e Giappone che porterà alle aperture, entro fine 2010, di due monomarca a Hong Kong e a Tokyo.
L’operazione che porta nelle mani di Sequedge il 17% del capitale con la possibilità di salire a un massimo del 33% rappresenta come ha affermato Carlo Capasa “un gesto di positività in un momento in cui il clima è depresso e di apertura verso mercati che saranno sempre più importanti per la moda italiana e vanno affrontati con logiche proprie”.
Già avvicinati da altri fondi, è stata la logica non speculativa dell’approccio di Sequedge a convincerli.
“Siamo rimasti colpiti dall’assoluta modernità di Sequedge – hanno sottolineato Ennio e Carlo Capasa – un fondo che integra le migliori competenze nell’investment banking, la disponibilità dei servizi finanziari più avanzati e la forte capacità di sviluppare i business acquisiti. Crediamo in Kazunori Shirai, ceo di Sequedge, e nel suo team, forte e motivato, e nella filosofia aziendale “seek, sequential, edge”, acronimo dell’azienda, che vogliamo condividere per governare lo sviluppo futuro di Costume National”.
Kazunori Shirai entrerà nel cda della Costume National mentre un manager del suo staff affiancherà i Capasa nella gestione finanziaria.
“Non esistono patti di uscita – hanno aggiunto – è un accordo fatto solo con l’obiettivo di fare crescere il brand”. E a proposito di eventuali strategie di delocalizzazione in Cina, hanno precisato “non abbiamo preclusioni: noi siamo sempre stati rigorosamente made in Italy, ma crediamo che la cosa davvero importante sia la trasparenza nei confronti del consumatore sull’effettiva origine di un prodotto, non la chiusura sul fatto in Italia”.
Ennio Capasa ha raccontato anche qualche aneddoto sul nuovo socio, il 36enne Kazunori Shirai, under 40 più ricco del Sol Levante: appassionato di Costume National che acquista da più dieci anni, “obbliga” i propri senior manager a comprare, per circa 30mila euro l’anno, per poi, dopo dodici mesi, cedere il guardaroba ai junior.
Si parla, inoltre, di una Costume National Gallery a Tokyo (Aoyama) su quattro piani per un totale di 2500 metri quadrati di superficie pronta per gennaio 2011 che ospiterà un negozio e gli uffici dell’etichetta, di uno spazio nel Galleria Department Store di Seoul e di un monomarca a Hong Kong per settembre di quest’anno che andranno a sommarsi alle boutique di Milano, Roma, Parigi, New York e Los Angeles. Il piano retail fa parte di un accordo laterale specifico per il Far East e rappresenta un investimento diretto di Sequedge. Il programma prevede l’apertura di 7-8 punti vendita in due anni in Cina e qualche opening in Giappone insieme al restyling, in agosto, del flagship store di Milano e senza scartare l’idea di un nuovo spazio, magari anche in aree alternative della città.
“Preferiamo puntare sulla qualità e non sulla quantità” ha precisato Carlo Capasa.
Il marchio, che si è affermato sin dall’inizio grazie al concetto di couture-to-wear, uno stile moderno e dinamico che affonda le proprie radici nell’estetica del rock’n’roll con un approccio minimalista e che nel 2008 ha superato i 100 milioni di fatturato ma ha perso il 30% nel 2009, ha ora come obiettivo dichiarato quello di triplicare il turnover, raggiungendo quota 200 milioni, nel giro di 3-4 anni, con una forte crescita in Asia, “che oggi rappresenta l’8% del giro d’affari ma che dovrebbe arrivare al 28-30%” ha rivelato, infine, Carlo Capasa. I primi segnali che la crisi è superata, comunque, si sono già iniziati a vedere: “Nel periodo gennaio-marzo 2010 il retail ha registrato un +26% e anche i risultati della nuova campagna vendita wholesale della licenza con Ittierre sono decisamente incoraggianti”.

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