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Crack Midal: in manette i vertici del colosso alimentare

Creato il 02 febbraio 2013 da Cassintegrati @cassintegrati

Pochi giorni fa davamo sul blog la notizia della prima sentenza per i licenziamenti Midal vinta dai lavoratori (grazie all’applicazione del’Articolo 18, ormai cancellato dal Governo Monti). Nel frattempo la trama si infittisce: in queste ultime ore 5 persone arrestate per il crack fraudolento dell’azienda. Gli imputati avrebbero provocato il fallimento del colosso della grande distribuzione, dirottando dalle casse della società oltre dieci milioni di euro.

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In manette 5 persone nell’ambito dell’inchiesta della Procura sul crack Midal. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari riguardano gli alti vertici del colosso della distribuzione alimentare: la presidente del consiglio d’amministrazione Rosanna Izzi, il consigliere delegato Ivo Lucarelli, l’amministratore delegato (e consigliere del Cnel) Paolo Barberini, il presidente del collegio sindacale Sergio Gasbarra e il revisore dei conti Sandro Silenzi. L’operazione, in corso nelle ultime ore, ha rappresentato una svolta nelle indagini della Procura. Dodici in totale gli indagati, tra cui anche gli imprenditori intervenuti dopo la chiusura dei supermercati. Il telegiornale locale di Latina di ieri pomeriggio parlava di 9 arresti in totale (vedi video sopra), ma siamo in attesa di conferme.

Le ipotesi di reato sono varie: si va dalla bancarotta fraudolenta al falso in bilancio. Il procuratore aggiunto ha dichiarato in seguito al blitz che gli arrestati avrebbero nascosto sin dal 2005 lo stato di salute della società, che attraversava una gravissima crisi finanziaria, “compiendo dissennate operazioni gestorie, con la complicità degli organi di controllo, hanno distratto dall’attivo della società ingentissime somme di denaro quantificate in oltre dieci milioni di euro“.

I lavoratori, che hanno dato battaglia per mesi denunciando le irregolarità della vertenza culminata con il fallimento del gruppo, sono soddisfatti di questa prima svolta nelle indaigini: “pare che la giustizia abbia iniziato finalmente a muoversi”. Per dare visibilità all’ingiustizia subita si erano inventati, nel febbraio 2012, una protesta itinerante: il DisGusto Tour, nato per spiegare ai propri concittadini la verità sul fallimento Midal e sui licenziamenti.

Oggi un comunicato stampa della Procura della Repubblica conferma che i lavoratori avevano ragione.

di Marco Nurra | @marconurra

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