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Craparo o venditore di latte di capra

Da Antonio

Con questo nome si identifica sia l’uomo che conduce le capre al pascolo – e non è difficile trovarlo nelle zone interne della Campania – sia lo scomparso ambulante che offriva latte di capra, casa per casa, facendosi annunciare dal tintinnio dei campanelli legati al collo delle bestie.
Non veniva da lontano, scendeva ai vicoli dei Camaldoli, da San Giacomo dei Capri, allora verdi. Chiamava le capre per nome – Angiulina, Carmenella… – perché gli erano amiche, gli assicuravano il pane quotidiano. Le spingeva in avanti con un frustino di giunco raramente usato per sferzare. A richiesta ne mungeva una, riempiendo, a richiesta, di latte caldo una scodella. Talvolta la capra veniva fatta salire sul pianerottolo di casa degli antichi palazzi signorili, per essere munta davanti al facoltoso ed esigente cliente.
Edoardo Nicolardi strappò un ritratto vivo alle campagne di Quarto: «E ‘o craparo, chiacchettianno,/ caccia ‘crape ‘ncopp ‘a scesa./ Truttulianno truttulianno,/corre ‘nnante ‘o cane ‘e presa».
Oscar Corona ricorda anche un venditore di latte di asina, al Vomero. L’asina si chiamava Giulietta, gli scugnizzi le correvano dietro ritmando «Giulietta-Giulietta». Quel latte, assai richiesto, andava presto esaurito.



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