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Cremona, provincia in crisi: 826mila euro donati alla Chiesa tramite l’otto per mille. Ecco la ripartizione

Creato il 02 dicembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Dove vadano a finire i soldi dell’otto per mille nella diocesi di Cremona, che è più estesa della provincia e comprende anche

CARAVAGGIO St. Francis in Ecstasy, 1595

Caravaggio St. Francis in Ecstasy, 1595

Caravaggio (Bergamo), lo dichiara la stessa Chiesa cremonese sul proprio sito internet. Si può leggere la ripartizione dei fondi cliccando qui.

Premesso che la libertà religiosa è un diritto che non si può mettere in discussione e che vale per ogni credo, si può notare che il totale è ben 826mila euro. Soldi che solo in parte vengono utilizzati per scopi sociali, come si aspetterebbe in tempi come questi, in cui le attività caritative  e sociale sono stressate dalle molte richieste di aiuto da parte di nuovi poveri o di persone o famiglie a rischio povertà. La gestione delle donazioni fiscali, anche involontarie dato che chi non destina l’otto per mille ad alcuna organizzazione lascia allo Stato la facoltà di darne parte rilevante alla Chiesa cattolica, spetta all’autonomia decisionale della Chiesa, delle diocesi e delle parrocchie.

Un territorio in crisi economica è riuscito a donare 826mila euro. Gli abitanti della provincia sono 360mila. Nella foto un quadro del Caravaggio, dedicato a San Francesco in estasi, il santo che diede tutto ai poveri.

Si nota che una parte dell’otto per mille cremonese è destinata a lavori edilizi di restauro o conservazione, che possono ben godere di sconti fiscali. Invece 229mila euro sono utilizzati per “attività pastorali” non meglio identificate.

I cittadini donano di buon cuore ma non contribuiscono a decidere come usare quel denaro, che è loro. Viene affidato alla Chiesa che liberamente lo destina dove meglio crede, mentre la disoccupazione giovanile arriva a vertici storici mai visti.

Questa formula non prevede partecipazione dei cittadini, o meglio dei fedeli. Il rendiconto è schematico, fatto in poche righe.

Forse la legge sull’otto per mille è superata. Non sono tempi di emergenza, come tante volte ha detto il governo? Anche i prossimi anni, grazie al Fiscal Compact, saranno duri: si calcolano circa 48 miliardi di euro l’anno, fino al 2017 se tutto andrà più che bene, per ridurre il debito pubblico dal 120% al 60% del Pil, che sta calando: è sotto zero e siamo appunto in recessione, non in crescita. Forse si potevano aiutare imprese in crisi con quegli 826mila euro (non che lo Stato debba vivere di carità, ma perché non fare una riflessione), e i credenti avrebbero ugualmente beneficiato delle attività delle parrocchie partecipandovi personalmente, facendosi più attivi. Un po’ più di volontariato avrebbe probabilmente evitato (ma non possiamo saperlo con precisione, perché il rendiconto è davvero schematico) spese consistenti per attività pastorali.

Si obietterà: sono soldi della Chiesa. La proprietà non implica però libertà assoluta, al di fuori di ogni considerazione sull’ambiente sociale ed economico circostante, che si potrà fare analizzando nei prossimi articoli alcune attività diocesane e parrocchiali.


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