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Crescere: in equilibrio tra educazione e libertà

Da Jessi
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Vanessa Beecroft

L’arma più potente nelle mani degli oppressori è la mente degli oppressi – Steve Biko 

La prima volta che ho letto l’etimologia della parola ‘plagio’, sono rimasta sorpresa e devo dire che il senso di quell’origine mi sfugge ancora, sebbene oggi ne intraveda meglio qualche possibile spiegazione.

Plagio, secondo il dizionario, indica, in riferimento a persone: “l’assoggettamento di una persona al proprio volere fino ad annullarne l’autonomia intellettuale e psicologica.”

La sua etimo, invece, rimanda al ‘furto di uno schiavo.’

E il collegamento tra ‘furto’ e ‘schiavo’, che prima mi sfuggiva, oggi lo intravedo. Potremmo dire, infatti, che è difficile se non impossibile ‘rubare la mente’ di un essere umano, plagiarla, a meno che questa non sia la mente di uno schiavo. La mente di qualcuno cresciuto nel furto, a cui sia stata rubata l’iniziativa, l’identità. Qualcuno a cui siano state annullate- a forza di critiche e sottili manipolazioni- energie, idee, autonomia. Qualcuno a cui le persone più care facevano quest’opera di sottrazione del sé, pensando di crescerlo ‘ben educato’.

Non è difficile vedere  pressioni di vario tipo sui bambini e le bambine: cosa devono fare perchè altrimenti arriva il lupo e li mangia, come devono vestirsi per essere belle e come gridare per essere forti.

Non è raro vedere adulti che, spesso inconsciamente, plagiano i bambini: prima, ad esempio, li hanno abituati al ciuccio, perché meglio accettassero la distanza, l’allontanamento fisico dai genitori, poi li criticano, li umiliano, perché “Ormai sei grande, ma che fai sempre con il ciuccio!” Oppure adulti che li intimoriscono perché non si avventurino per casa da soli quando sono piccoli, e poi li deridono perché hanno paura del buio.

Ottenendo così che il bambino rinunci per ‘vergogna’ a ciò cui era stato costretto ad abituarsi per necessità (degli adulti).

Questi sono gli esempi più quotidiani in cui è facile cadere perché sono parte della nostra tradizione. Naturalmente non sono gli unici e non sono i più gravi, ma ci danno la misura di quanto sia facile adottarli anche senza rendersene conto. La strada imboccata è la stessa, anche se ci si ferma a distanze diverse.

L’equilibrio tra educazione e libertà è difficile da raggiungere: da un lato ci sono le attese e le richieste della società, dall’altro le spinte all’autonomia. Da un lato l’essere sociali, dall’altro l’essere unici.

Però, come genitori ed educatori, questa etimo a mio avviso ci ricorda che dobbiamo stare attenti, molto attenti: perché il nostro mondo cambia in fretta, basta un aereo o spostarsi di quartiere e alle bambine e ai bambini di oggi non sappiamo cosa sarà richiesto in un altro luogo o in un altro spazio, per essere sociali.

Ma soprattutto perché un bambino che ubbidisce, ascolta, un bambino che è abituato a “non rispondere” (come si dice dalle mie parti per indicare chi ubbidisce ‘da bravo’ senza opporsi) potrebbe più facilmente diventare uno schiavo.

E uno schiavo è più facile anche da rubare, non perché ne abbia colpa, ma perché non gli sono state permesse, insegnate, fatte intravedere, fatte sperimentare altre strade.

J. Juul dice che “definire un bambino ribelle è solo uno stratagemma di chi detiene il potere per poterlo mantenere subordinato a sé.” Parlando di educazione e crescita, basterebbe confrontare quante volte, sui media, a scuola, o al parco, sentiamo parlare di ‘regole’ e quante invece di ‘libertà’, quante volte sentiamo dire ‘Voglio insegnargli’ invece che ‘Vorrei che imparasse’, per ricordarci quanto sia importante riflettere su questa polarità e rinegoziarne i rapporti: “la domanda fondamentale riguarda qui i fini dell’educazione, che potrebbero essere non più quelli di costruire una comunità di uguali, ma di mettere in atto strutture sociali che permettano al diverso di essere tale e di vivere la propria diversità” (R. Mantegazza).

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Ancora sulle vittime (articolo che ringrazio anche per la citazione iniziale)

Dalla parte delle bambine

Non solo regole: bambine e bambini piccoli esploratori, i racconti delle mamme su Pianeta Mamma (tra gli altri, l’intervista a Cecilia D’Elia sulla storia delle donne nel nostro Paese)

Letture in tema 

Filosofia dell’educazione (R. Mantegazza)

Educare alla Libertà (M. Montessori)

Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé (A. Miller)

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