Le indagini dell'operazione, denominata «Beck fire», sono cominciate nel mese di luglio del 2010 dopo il furto commesso in un'agenzia di Potenza del Monte dei Paschi di Siena.
Altri furti di bancomat sono avvenuti in Basilicata, Campania, Lazio, Toscana ed Emilia Romagna e, in particolare, nelle province di Potenza, Salerno, Frosinone, Pistoia e Ferrara.
Oggi un'operazione della Polizia nel Napoletano e nel Salernitano ha eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Potenza, Tiziana Petrocelli, su richiesta del pm Eliana Franco, nei confronti di persone ritenute appartenenti a una banda specializzata nei furti di bancomat installati all'interno delle agenzie del Monte dei Paschi di Siena.
Secondo quanto si è appreso, le indagini avrebbero consentito di impedire altre «gravi azioni delittuose» pianificate ai danni di altre agenzie bancarie dell'Emilia-Romagna.
«La partita si gioca stasera» oppure «la partita è stata rinviata», «non c'è, è andato a giocare»: attraverso alcune intercettazioni, la Polizia ha scoperto che la banda dei bancomat - sgominata stamani con dieci arresti (cinque in carcere e cinque ai domiciliari) eseguiti nel Napoletano - preparava i furti, tutti presso agenzie del Monte dei Paschi di Siena, come se fossero gare di calcio, utilizzando frasi e messaggi comprensibili anche per i famigliari delle persone arrestate. In una conferenza stampa, in Questura, a Potenza, sono stati forniti i particolari dell'operazione «Beck fire» (Segno di fuoco, come la fiamma ossidrica usata per aprire i bancomat): fino ad ora sono stati accertati 13 furti in circa un anno (tra il 2010 e il 2011) per oltre 500 mila euro, ma gli investigatori stanno accertando se sia stata la stessa banda a compiere un'altra quarantina di «colpi» a bancomat in varie regioni italiane.
Alle persone arrestate è contestate il reato di associazione per delinquere finalizzata ai furti. A capo della banda, secondo la Polizia, vi sarebbe Alessandro Dura, detto «ò ragioniere», perchè era quello che distribuiva soldi alle famiglie delle persone momentaneamente detenute in carcere. Ulteriori indagini sono in corso per accertare eventuali responsabilità del personale del gruppo bancario senese, ma finora - è stato precisato - non vi sarebbero indagati appartenenti al Monte dei Paschi di Siena.
Tuttavia gli investigatori hanno definito «carenti» o «addirittura inesistenti» le misure di sicurezza delle filiali dove sono avvenuti i furti: in alcuni casi, come a Potenza, mancavano anche le telecamere esterne. Durante le perquisizioni effettuate la notte scorsa, la Polizia ha anche trovato alcuni elenchi con altre filiali del Monte dei Paschi situate in varie regioni che, presumibilmente, sarebbero stati oggetto di nuovi furti. Le persone arrestate e che si trovano nel carcere di Potenza sono: Alessandro Dura, di 35 anni, di Villaricca (Napoli), Antonio Marsicano (38), Vincenzo Roselli (35), Salvatore Veneruso (35) e Pasquale Tarallo (32), tutti di Napoli. Sono invece ai domiciliari: Francesco Roselli (35), Francesco Sarno (38), Luigi Soria (53), Vittorio Abenante (47) e Francesco Iattarelli (24), tutti di Napoli.
La «banda dei bancomat» - con a capo Alessandro Dura, detto «ò ragioniere» perchè distribuiva soldi alle famiglie di chi si trova momentaneamente detenuto - ha compiuto almeno 13 furti, tra il 2010 e il 2011, in Basilicata, Campania, Molise, Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna. Ma sono almeno un'altra quarantina i casi su cui la Polizia sta cercando di fare luce.
Per tutti, comunque, il comune denominatore è il gruppo preso di mira dai ladri: il Monte dei Paschi di Siena. Ai giornalisti i poliziotti potentini hanno più volte risposto che non vi sono indagati tra il personale del Monte dei Paschi, ma è chiaro che nelle prossime settimane le indagini proseguiranno per accertare le responsabilità di eventuali basisti. Certo è che la banda conosceva alla perfezione luoghi, sistemi d'allarme e telecamere (per la verità, poche, secondo chi ha fatto le indagini) all'interno e all'esterno delle agenzie
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