Qualcuno mi dira’ che stiamo parlando di due mondi totalmente diversi e i paragoni possono risultare inadeguati. Probabile, ma questa vicenda è paradossale e deve essere raccontata. Domenico Criscito è indagato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva ed è stato messo fuori dal giro della Nazionale e percio’ non potrà giocare ai prossimi Europei di calcio.
Ora, si possono fare tanti ragionamenti, per taluni puo’ essere giusto che ad un atleta venga negata la possibilità di andare a fare il suo lavoro pur non essendo ancora stato condannato perché sarebbe immorale che un indagato rappresenti la Nazione in una competizione sportiva e per altri puo’ essere una punizione eccessiva.
Io non sono una garantista e quindi capirete facilmente che per me il codice etico utilizzato ed applicato dalla Figc sarebbe da applicare in tutti i settori, in primis la politica. Il problema è un altro: mentre un sacrosanto codice etico mette ai margini della Nazionale quegli atleti che lo violano, in Parlamento non solo non esiste un codice etico ma nemmeno un “codicillo” qualsiasi.
Strano Paese il nostro, paradossale. C’è un calciatore indagato che non puo’ giocare a calcio in Nazionale mentre ci sono politici indagati che possono tranquillamente continuare a giocare con le leggi come se niente fosse, magari facendosene alcune proprio per non finire in galera (Silvio docet !)