Stiamo passando anni difficili, il sistema economico e finanziario ha dato più volte segni di significativo cedimento.
Gli Usa, per esempio, hanno subito negli scorsi anni un vero e proprio terremoto finanziario che ha minato il Sistema Banca con tutto ciò di negativo che questo comporta, termini come mutui sub prime, speculazioni finanziarie sono stati il perno su cui gli analisti e i media hanno fatto leva per spiegare il terremoto.
In Europa le cose non vanno molto meglio, alcuni Paesi sono sull’orlo del collasso economico, anzi, sono già precipitati e ora, come nel caso della Grecia, l’Europa e il Fondo Monetario Internazionale stanno elargendo finanziamenti stratosferici al Paese ellenico per permettergli di risalire la china.
Spesso in televisione sentiamo porre la questione che la Grecia può uscire dall’eurozona, in realtà, tutta questa scelta non c’è nel senso che ben può il governo ellenico decidere di tirarsi da parte, ma ormai ci sono debiti da pagare e la Grecia, suo malgrado, è legata a doppio filo con il resto dei Paesi europei i quali a loro volta sono creditori e hanno tutto l’interesse a ché la Grecia si riprenda economicamente.
Ma la crisi non ha coinvolto solo la Grecia, ma anche l’Irlanda così come pure l’Italia che vive un periodo molto delicato.
L’Europa sta mostrando tutti i suoi limiti, limiti politici s’intende, non si sente, non si percepisce il senso di essere cittadini europei, l’Europa è nata prima come questione economica e ancora non è decollata come questione politica, nonostante il peso sempre più rilevante che hanno gli atti normativi dell’Europa, la sensazione è che politicamente l’Europa non è un unicum, ma un insieme di Stati che sono ben lontani dall’essere uniti.
A fronte di speculazioni finanziarie rischiose, a fronte della mancanza di una regolamentazione dei mercati finanziari e a fronte dei bilanci di tanti Stati dell’europa che sono a dir poco disastrosi, la parola d’ordine è stata austerity, taglio alla spesa pubblica, lotta all’evasione, ma i punti da risolvere sono tanti; rimane la ritrosia della Merkel nel farsi carico dei debiti degli altri Stati e i prossimi giorni saranno decisivi per capire se i Premier dei vari Paesi riusciranno a fare fronte comune.
Nel frattempo noi veniamo bombardati da alcuni termini: default, derivati, austerity.
Sono termini entrati di prepotenza nel nostro vocabolario, cosa significa la parola austerity è inutile scriverlo, ognuno vive sulla sua pelle i sacrifici che questo concetto comporta, default, termine ormai inflazionato, vuol dire collasso, vuol dire incapacità di uno stato a far fronte ai bisogni dei suoi cittadini e poi c’è il termine derivati che ormai è divenuto il simbolo e sinonimo di speculazione finanziaria.
E’ preferibile non dare una definizione lapidaria del termine derivati, è una questione complessa che merita un approfondimento particolare che sarà oggetto di un altro post.