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Crisi euro, quanto costa all’Italia uscire dalla moneta unica

Da Mrinvest

Con la crisi euro e con il ritorno alla lira il costo per ciascun italiano sarebbe compreso tra 9.500 e 11.500 euro all’anno, con l’inflazione a due cifre

Crisi euro, quanto costa all’Italia uscire dalla moneta unicaIl colosso bancario svizzero UBS ha calcolato, nei giorni scorsi, quanto ci costerebbe dire addio alla moneta unica. La crisi euro è un’ipotesi, e l’Italia fuori dall’euro è anch’essa una previsione ipotetica, ma in Grecia potrebbe essere molto realistica quanto imminente, visto che la decisione avverrà nel giro di qualche giorno.

I dati sono molto pesanti e prefigurano una situazione da collasso finanziario, economico e sociale. Se Atene dovesse abbandonare l’Eurozona, il suo debito rimarrebbe espresso in euro, mentre il Pil nazionale tornerebbe in dracme. Il risultato sarebbe che, a causa di una svalutazione della moneta ellenica rispetto al rapporto di cambio fissato ai tempi in cui il Paese adottò l’euro nel 2004, il rapporto tra debito e Pil schizzerebbe, rendendo inevitabile il ricorso ad un default incontrollato che nel giro di pochissimo tempo trascinerebbe con sé, con molta probabilità, anche altri Stati, Italia in testa.

Con l’Italia fuori dall’euro, si calcola che per ciascun italiano il costo per

abbandonare l’euro e tornare alla lira sarebbe compreso tra 9.500 e 11.500 euro all’anno, per almeno un decennio. Questo è dovuto al deprezzamento della lira sull’euro, valuta in cui dovrà continuare ad essere pagato il debito fino al 50%, cosa che porterebbe il rapporto Debito/Pil fino al 180%, prefigurando un temibile default.

Paradossalmente una crisi euro sarebbe un vantaggio perchè produrrebbe la svalutazione della lira, la quale gioverebbe alle esportazioni italiane, ma dovremmo fare i conti con un tasso annuo di inflazione a due cifre, come negli anni Ottanta, con la benzina a 6 mila lire al litro, con interessi sul debito non inferiori al 10% annuo. E non è detto che la ripresa dell’export possa avvenire del tutto, visto che il Nord Europa potrebbe innalzare barriere doganali come sistema di difesa per lo sfaldamento dell’Eurozona.

Inferiore sarebbe il costo se la crisi euro facesse crollare la moneta un pò per tutti gli Stati, così come inferiore sarebbe il danno subito da ogni cittadino tedesco, per circa 6.500 euro il primo anno e almeno 3.500 euro per gli anni seguenti.
Per questa ragione, Ubs ritiene preferibile che Berlino opti per il salvataggio greco, che costerebbe ad ogni tedesco circa mille euro, molto meno di un’ipotesi di abbandono della moneta unica.

Comunque, se si concretizzasse veramente una crisi euro, questa produrrebbe una situazione apocalittica. Tutto ciò potrebbe avvenire in tempi stretti, visto che in Grecia si tornerà sicuramente alle urne a giugno (dopo le elezioni di qualche giorno fa che hanno prodotto una crisi politica, non riuscendo a formare un nuovo governo) e, soprattutto, se si decidesse di abbandonare l’euro.

Ci chiediamo se i mercati stanno andando incontro a uno tsunami finanziario di proporzioni imprevedibili. Staremo a vedere.

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By Blogsdna17 maggio 2012 alle 15:2117 maggio 2012 alle 17:31

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