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Crisi: il 31% degli adulti torna in famiglia dai genitori

Creato il 19 novembre 2012 da Informasalus @informasalus
CATEGORIE: Attualità
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Nel tempo della crisi più del 31% degli italiani maggiorenni abita con almeno un genitore

Nel tempo della crisi più del 31% degli italiani maggiorenni abita con almeno un genitore e il 42,5 % vive a un massimo di 30 minuti a piedi dalla loro abitazione. E’ quanto afferma la Coldiretti nel confermare le indicazioni contenute nel report dell'Istat sulla soddisfazione dei cittadini per le proprie condizioni di vita, dal quale si evidenzia che con l’avanzare della crisi gli italiani si rifugiano nella famiglia e nell’amicizia.
Secondo il rapporto Coldiretti/Censis “Vivere insieme vivere meglio” è la famiglia il perno delle relazioni affettive e di aiuto degli italiani, tanto che la comunità coesa viene costruita in primo luogo a partire dalla coabitazione o dalla vicinanza alle abitazioni dei propri familiari. Questo bisogno di vicinanza - sottolinea la Coldiretti - riguarda non solo i più giovani (tra i 18-29enni coabita con i genitori il 60,7% e il 26,3% abita a meno di 30 minuti a piedi), ma anche i 30-45enni (il 26% coabita, il 43,1% abita nei pressi), i 45-64enni (l’11,4% coabita, il 57% abita in prossimità) e persino gli anziani (il 32,5% coabita, il 31,1% abita a mezz’ora al massimo a piedi).
In aggiunta – continua la Coldiretti - il 54% degli italiani vive a un massimo di 30 minuti a piedi dall’abitazione di parenti stretti e il 64% da quella degli amici. L’accorpamento territoriale delle famiglie è oggi anche una risposta ai crescenti bisogni di tutela e non è certo estraneo alla tenuta sociale dei territori nella crisi.
“Spesso la struttura della famiglia italiana in generale, e di quella agricola in particolare, viene considerata superata mentre si è dimostrata, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficoltà della crisi moltissimi cittadini”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “la solidarietà tra generazioni sulla quale si fonda l’impresa familiare è un modello vincente per vivere e stare bene insieme e non un segnale di arretratezza sociale e culturale come molti si ostinano ad affermare”.


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