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Cristina Bove, Testi.

Creato il 07 gennaio 2012 da Fabry2010

Pubblicato da lapoesiaelospirito su gennaio 7, 2012

Cartografica

Ho incontrato una storia di mattini stirati

una di quelle raccontate a gesti

che sembrano aquiloni sfaccendati

a raccontarla si vien giù dal sonno

e ci si aggrappa alla periferia del letto

ore trascorse in metamorfosi

come un ragno crociato punto rosso

palpi a tastare l’aria, appena smossi

scrive di brezze colorate

di pupille che sfoggiano di mare

velature di verde e di turchino

e fiordi antichi – cattedrali a strapiombo –

precipitate lungo le scogliere

si scorgono emisferiche parziali

le singolarità

dell’ente e dell’avente

fuse nel viaggio astrale

oltre l’esigua conoscenza errante.

***

Varuel dice

mentre si gratta il mento

dice che se ti siedi a tavolino

un piccolo calore sulla fronte

e ti racconti in emicicli a nord della memoria

appare in diafanoscopia l’arco del mondo

dice facendo spazi con le mani

Varuel delle tempeste

che se appoggi l’orecchio a uno dei tanti

_____________qui non rivela cosa e chi

puoi sentire il rumore che fa il tempo

passando tra le ossa

Varuel insiste

ché non ammette d’essere inventato

______sposta dal viso un ricciolo spiovente

guarda fisso in un punto

ti sfinirai nei vaniloqui – dice -

abbarbicata a un foglio.

***

Perdonami cielo

se piango per stupide cose

se perdo il senso del dolore e lo ricaccio

in giornaliere inconcludenze

avrei da ringraziare per la vita___in sé

per i miei figli, per il loro amore

che mi ritorna e mi conforta a sera

per l’amicizia che mi è stata data

per l’amarezza che non mi ha colpita

quando sento che l’aria si fa rada

il respiro s’incaglia

mi taccio in una bolla di silenzio

e mi dichiaro pronta_______il fatto in sé

non mi spaventa, ho come una certezza

che non finirà mai questa sorpresa

d’infinito riprendere contorni

che sarà mai varcare quella soglia

quando l’han fatto tutti

senza nessuna garanzia di privilegio?

E non è il passo a fare l’andatura

ma il necessario termine______ la sosta

da cui forse rinascere immortali.

***

Logos a quinte mnemoniche

Mi parlo con circospezione

quando argomento ipotesi d’altrove

i solipsismi le cadute e i voli

sorrido agli sgambetti della mente

e recito la parte

mi prende a calci il buttafuori

cavilla d’arte e di filosofie

che han poco da spartire con la carne

allegorie viranti al rosso

un pallore di vino annacqua il sangue

il dire edulcorato ha tralci penduli

diramazioni equivoche di mani

al tatto non sapermi riconoscere

quindi la fine è solo un preconcetto

singolarmente non sperimentabile

qui sul proscenio di battute e gesti

ho ricordi d’iguana

verdi

__una fame giurassica__

ma i rospi

non li ho mai digeriti facilmente.

***

Evadere le casse (è obbligatorio l’uso delle maschere)

il viso

prendiamo il viso

ne togliamo gli occhi

è ancora un viso? Non siate generosi

basta guardare un videoclip

per saperne abbastanza

d’ammassi tumorali e______ fare click

subito

ché non regge il cuore, ché

non si poteva immaginare tanto

è la morte che avanza il suo dominio

già nella viva carne

e mi domando

come si possa esistere morendo

appare il corpo

in avanzato stato di contraffazione

le funzioni adattate alla parvenza

la costante è la fuga

guadagnare l’uscita dal respiro

ci fa scavare gallerie nel tempo

sbucare dalle ceneri del mondo

e tutti andremo

alla conquista d’una stella ancora


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COMMENTI (1)

Da cristina bove
Inviato il 18 gennaio a 09:49
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