Il presidente croato Ivo Josipovic
Si aggrava la situazione politica in Croazia, nell'anno in cui dovrebbe chiudersi il negoziato per l'adesione all'UE e in cui sono fissate le elezioni generali. Le manifestazioni contro il governo di centro-destra di Jadranka Kosor (Hdz) sono ormai all'ordine del giorno. Il capo dello stato ha deciso così di prendere in mano la situazione ed esercitare i poteri che gli sono attribuiti dal sistema semi-presidenziale istituito undici anni fa. E' la prima volta che accade. Ivo Josipovic ha convocato venerdì scorso tutti i presidenti dei partiti politici presenti in parlamento per consultazioni sulla situazione politica nel Paese. Il presidente croato ha spiegato di aver convocato i leader politici per parlare della stabilità del Paese perché essa non ha alternative.di Marina Szikora [*]
"Senza uno stato stabile neanche gli imprenditori possono lavorare e la Croazia così non puo' essere uno stato membro buono e con pari diritti nell'Ue" ha dichiarato Josipovic. Il presidente ha precisato che la gente e' insoddisfatta e protesta non perche' le piace marciare per le strade, gettare uova, portare manifesti, ma manifesta perche' soffre, perche' e' difficile, perche' non ha posti di lavoro, perche' lavora ma non riceve stipendi, perche' loro e le loro famiglie hanno fame. Secondo il Presidente, per risolvere questi problemi in Croazia e' indispensabile la stabilita' e ha sottolineato che "stabilita' politica ed economica si condizionano reciprocamente".
Nella giornata di venerdi' quindi, si sono svolti i colloqui del capo dello stato con tutti i rappresentanti dei partiti politici con rappresentanza in parlamento. Il primo e' stato l'incontro con i presidenti della coalizione dell'opposizione: del Partito socialdemocratico, del Partito popolare croato – liberali democratici, del Partito croato dei pensionati e del Sabor democratico istriano. Le due principali posizioni dei leader dell'opposizione sono la conclusione dei negoziati di adesione ma anche elezioni parlamentari al piu' presto che dovrebbero svolgersi prima del referendum sull'ingresso della Coazia nell'Ue. La presidente del partito governativo – dell'Unione democratica croata (HDZ) e premier croata Jadranka Kosor, accompagnata dai ministri degli esteri, dell'economia e dell'agricoltura ha valutato l'incontro con il presidente Josipovic come «costruttivo e molto aperto». Dopo un'ora e mezzo di riunione, Kosor ha dichiarato che all'inizio della settimana prossima convochera' tutti i membri della coalizione governativa per riassumere i colloqui nell'Ufficio del Presidente e verranno prese, come ha detto, alcune decisioni. A seguito di questa riunione, invitera' i rappresentanti dei partiti di opposizione per stabilire se e' possibile rinnovare l'Alleanza per l'Europa a fin di concludere i negoziati e parlare della data delle elezioni.
Un altro interlocutore con il capo dello stato e' stato il presidente del Partito croato social-liberale, Darinko Kosor il quale ha dichiarato che il suo partito, ex membro della coalizione governativa, appoggia una veloce conclusione dei negoziati con l'Ue ma dalla coalizione governativa si aspetta di stabilire entro alcuni giorni la data delle elezioni parlamentari. Il partito della destra, il Partito croato del diritto (HSP) con a capo Daniel Srb ha dichiarato invece di essere contrario all'ingresso della Croazia nell'Ue ma che le elezioni devono svolgersi al piu' presto «perche' vengano risolti i problemi e le tensioni della sicieta', debloccato il sistema dell'amministrazione statale e messo in funzione dello sviluppo economico poiche' la Croazia per molto tempo si trova in una crisi economica e crisi di governamento statale». Le elezioni parlamentari dovrebbero svolgersi entro la fine d'autunno, ha detto invece il leader del Partito croato dei contadini, Josip Friscic, partner della coalizione governativa. Secondo Friscic la Croazia deve prima concludere i negoziati il che e' atteso a fine giugno e lo stesso mese bisogna decidere la data delle elezioni parlamentari che, secondo il presidente dei contadini, dovrebbero svolgersi in autunno. Il presidente dei Laburisti croati – Partito del lavoro, Dragutin Lesar, attivo recentemente anche nelle manifestazioni in piazza, ha fatto sapere al Presidente croato la richiesta del suo partito: dimissioni immediate del governo e elezioni subito perche' ritiene che questo governo non puo' concludere con successo i negoziati di adesione. I rappresentanti delle minoranze da parte loro, in quanto partner della coalizione governativa, chideranno al governo di decidere in accordo con l'opposizione, entro sette-dieci giorni, la data delle elezioni, impegnandosi affinche' le elezioni si svolgano prima del referendum sull'adesione e subito dopo i negoziati con l'Ue. Il vicepresidente del partito dei serbi in Crozaia, Milorad Pupovac ha dichiarato che la posizione della sua minoranza, condivisa con il presidente, e' quella di indire le elezioni prima del referendum sull'adesione e a conclusione dei negoziati. Ha espresso preoccupazione per le crescenti tensioni politiche e per la crisi politica indicando come soluzione di questa soluzione il raggiungimento di un accordo tra governo e opposizione nell'arco di una settimana o al massimo entro dieci giorni. Il rappresentante della minoranza italiana in Croazia, Furio Radin e' dell'opinione che e' innimaginabile che il referendum sull'adesione si svolga prima delle elezioni poiche' i temi elettorali non devono influenzare il referendum sul parere dei cittadini relativo all'ingresso del loro paese nell'Ue.
A fine colloqui con tutti i rappresentanti politici in parlamento, il presidente croato Ivo Josipovic si e' rivolto all'opinione pubblica dichiarando che «l'obiettivo della riunione, tra l'altro, e' stato quello di sollecitare il proseguimento del dialogo politico e di esaminare apertamente tutte le questioni che si trovano davanti alla scena politica». Rivolgendosi pubblicamente ai cittadini croati, Josipovic ha precisato che tranne il partito della destra, il Partito croato del diritto di Daniel Srb, tutti gli altri partiti appoggiano l'ingresso della Croazia nell'Ue nonche' tutte le azioni indispensabili per la conclusione dei negoziati di adesione e ha aggiunto che proprio per questo si dovrebbe rinnovare e rafforzare l'Alleanza per l'Ue. E' indispensabile che il Governo spieghi ai cittadini quali sono i pregi dell'ingresso nell'Ue, ha detto il Presidente. «Quanto alle elezioni, il maggior numero di partiti vuole che sia definita chiaramente la data delle elezioni. Il maggior numero ritiene che le elezioni parlamentari devono svolgersi in autunno, mentre l'HDZ ne pensa diversamente» ha precisato Josipovic e ha aggiunto che la coalizione governativa vuole decidere la data delle elezioni dopo la conclusione dei negoziati di adesione all'Ue. Josipovic ha spiegato che hanno menzionato la fine dell'anno ma il maggior numero dei partiti ritiene che questo termine dovrebbe essere definito piu' chiaramente. Il capo dello stato croato ha sottolineato che i colloqui appena svolti «non hanno ne' vincitore ne' sconfitto» aggiungendo che questo non puo' ne' deve esserci e ha ringrazionato a tutti di aver risposto al suo invito di dialogo.
Queste quindi le posizioni dei partiti politici croati e questo l'impegno del presidente Josipovic che continua ad essere fedele alla sua politica e alle sue promesse elettorali: di essere garante della stabilita' del Paese ma anche dell'intera regione, di salvaguardare la Costituzione e il funzionamento delle istituzioni, garantire lo stato di diritto nonche' il rafforzamento della democrazia di un paese che si trova nell'ultimissima fase del suo ingresso nell'Ue, cosi' vicino eppure sempre ostacolato da condizioni europee da adempiere.
Ma tutto quello che accade nelle ultime settimane, come afferma anche il leader dell'opposizione, il presidente del Partito socialdemocratico Zoran Milanovic, e' sulla traccia di un evidente fatto: il Governo guidato da Jadranka Kosor e' legale, ma non piu' e in nessun modo e' legittimo. Come tale, nel senso puramente formale, forse puo' anche continuare a governare persino un intero anno, ma una tale decisione, afferma un commento del settimanale 'Nacional', rappresenterebbe il culmine di ignoranza dell'opinione pubblica e della democrazia. Inoltre, si afferma, il rinvio delle elezioni non soltanto non aiutera' a migliorare il reiting del partito governativo bensi' provochera' l'ulteriore compromettersi dell'HDZ e dei suoi alleati. Nessun dubbio che l'HDZ e' storicamente un partito forte e influente e sicuramente come tale restera' anche nel futuro poiche' attualmente, anche se richiesto dai cittadini che quasi quotidianamente manifestano in piazza, non esiste un gruppo politico alternativo del centro destra. Come ricorda l'articolo di 'Nacional', anche all'inizio del 2000 (quando l'opposizione per una sola volta ha sconfitto l'HDZ alle elezioni parlamentari, n.d.r.) l'Unione democratica croata ha vissuto una crisi drammatica e conflitti interni, il suo reiting e' sceso di meno del dieci percento, ma gia' alla fine del 2003 hanno vinto clamorosamente alle elezioni e da allora sono tornati al potere. Anche se l'ex premier croato, Ivo Sanader e' ormai il vero simbolo della corruzione in Croazia, un decennio fa aveva pulito piazzia nelle fila del suo partito eliminandolo dalle forze buie e malfamate. Attualmente pero', nella Croazia guidata dal successore dell'ex premier, dalla sua vice e mano destra Jadranka Kosor, regnano depressione economica e sociale ma anche profonda crisi politica. Dopo quasi otto anni del governo di HDZ l'evidente maggioranza dei cittadini croati vuole cambiamenti ed e' questo l'umore della nazione che anche oggi, sabato 12 marzo uscira' per le strade della capitale a manifetare contro il governo e chiedere elezioni anticipate annunciando gia' per sabato prossimo, 19 marzo le piu' grandi proteste finora in tutta Croazia.
Non fa piu' effetto nemmeno l'ultimo argomento dei governativi che le elezioni e l'instabilita' bloccheranno la conclusione dei negoziati di adesione. E poi c'e' sempre quello che secondo molti analisti e poltici potrebbe essere molto controproducente per quanto riguarda il referendum sull'adesione: se il referendum si svolgera' prima delle elezioni c'e' la seria minaccia che questo non sara' un voto a favore o contro l'ingresso nella famiglia europea bensi' un voto contro l'attuale governo. E come conclude il recentissimo comento di 'Nacional', in questo contesto, l'opposizione e' un fattore abbastanza marginale. Anche se, molto probabilmente, dopo le elezioni il governo passera' nelle mani della coalizione del centro sinistra, l'opposizione e' il cerchio piu' debole della catena che si stringe attorno il Governo. Se i cittadini non si fossero organizzati autonomamente, e almeno in modo indiretto dato voce alle reazioni degli imprenditori, di una parte dei sindacati e dello stesso presidente Josipovic, la premier Kosor avrebbe potuto indugiare con le elezioni parlamentari persino fino al febbraio del 2012. Ma tutto fa intuire che il tempo di cambiamenti e' sempre piu' vicino.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è la trascrizione della corrispondenza andata in onda sabato 12 marzo nel corso del notiziario.