Nell’aprile 2008 compio un viaggio con la Phone and Go nella terra dei faraoni: l’Egitto. Meta sognata da tanti anni, a circa 4 ore di volo dall’Italia, resta per me uno dei viaggi più belli mai fatti, ricco di storia e mete che volevo vedere fin da bambina, paese molto interessante, per questo lo ritengo il viaggio dei viaggi nel mio cuore.
Dopo la visita della capitale Il Cairo e delle piramidi di Giza e la Sfinge, e dopo aver visitato anche Alessandria d’Egitto, voliamo al bellissimo tempio di Abu Simbel. Anche questo colosso, come le piramidi, si rivela una meraviglia e uno dei monumenti che più aspettavo di vedere. Proseguiamo in pullman per la cittadina di Assuan, famosa per il museo nubiano e l’isola Elefantina di fronte, ma soprattutto per la sua Grande Diga costruita per regolare il flusso del Nilo che ha cambiato la fisionomia del Basso Egitto (o Nubia). Quest’opera ingegneristica unica al mondo ha cambiato la vita degli abitanti, il limo del fiume si deposita nel lago Nasser, il bacino artificiale più grande del mondo, non raggiungendo più l’Alto Egitto. Da un lato ammiriamo il lago e dall’altro lato il fiume.
La nostra visita procede al tempio di Philae dedicato alla dea Iside. Il tempio è stato sommerso dalle acque e quindi spostato pietra per pietra e rimontato nello stesso identico modo sull’isola dove sorge oggi. Giriamo tra le colonne, i capitelli e le stanze interne del tempio fino al Padiglione di Traiano.
Entrata al tempio di Philae
Nel tempio di Philae, padiglione di Traiano
Torniamo in barca sulla terraferma e ci imbarchiamo finalmente sulla nostra nave per un’interessantissima crociera lungo il fiume Nilo, attraversando secoli di storia nei 4 rimanenti giorni di viaggio. Durante la navigazione non funzionano nè i telefoni cellulari, nè le televisioni in camera, si naviga prevalentemente di notte però, quindi siamo impegnati a dormire. Vado subito nel ponte alto della nave per rinfrescarmi con un bagno in piscina e poi mi preparo per la cena.
La nostra nave da crociera
La nostra prima serata la dedichiamo all’esplorazione della nave, che non è grande come quelle da crociera nei mari, ci sono poche stanze, un paio di bar, un ristorante, qualche negozio. Nel ponte più alto ci sono la piscina, una vasca idromassaggio, diverse sdraio per prendere il sole durante la navigazione e un bar panoramico. La prima sera facciamo ancora un giro nel paese con un paio di coppie che abbiamo conosciuto durante il tour e capitiamo anche nel bel mezzo di un matrimonio egiziano! Sono tutti gentili e ci coinvolgono nei loro festeggiamenti!
Con un paio di ragazze conosciute nel gruppo di viaggio. Al matrimonio ci hanno regalato questi oggetti che abbiamo in mano!
Il giorno dopo siamo pronti per altre emozionanti visite! Ci si alza molto presto per evitare la ressa dei turisti che arriveranno da altre navi, ma soprattutto per non visitare durante le ore più calde del giorno: siamo solo ad aprile, non voglio pensare come sia il clima per chi visita l’Egitto a luglio o agosto! Di giorno il sole picchia subito! La visita a Kom Ombo viene effettuata al mattino presto, tra le 7 e le 9, per questi motivi, ed è bellissimo perchè il sole ancora non è alto e ci sono dei bei giochi di luci tra le colonne del tempio. Il tempio greco romano è in rovina ma ancora affascinante, dedicato a due dei: la parte sinistra al dio falco Horo il maggiore e la parte destra a Sobek, il dio coccodrillo. Gli altri templi purtroppo sono stati distrutti o in rovina, ma merita visitare questo doppio tempio che sorge in posizione spettacolare, dominante su una collina sul Nilo.
Kom Ombo
All’interno di Kom Ombo
Particolare di un soffitto colorato, abbastanza raro
Dopo la visita si torna sulla nave: c’è chi prende il sole, chi fa il bagno in piscina, chi torna in camera a fare un sonnellino. Io ne approfitto per stendermi su un’amaca e guardare i paesini che ci scorrono davanti, bevendo un tè, mentre proseguiamo la navigazione verso la prossima meta, che raggiungeremo dopo pranzo.
Amaca riposante
Panorami durante la crociera sul Nilo
La meta successiva è Edfu, sede del tempio tolemaico meglio conservato in Egitto, dopo essere rimasto più di 2000 anni sommerso dal mare. Il tempio è dedicato al dio falco Horo, all’entrata ci sono due enormi statue che lo rappresentano. All’interno si trovano le sale ipostile, un colonnato, statue e diverse altre sale, decorate in oro e azzurro, con bassorilievi ed iscrizioni geroglifiche. Le decorazioni rappresentano le feste che si tenevano all’interno del tempio.
Tempio di Edfu
Statua del dio Horo
Il tragitto dalla nave al tempio, e viceversa, è organizzata in calesse a pagamento, particolare mezzo di locomozione utilizzato dagli egiziani del posto. E’ caratteristico e decorato con diversi ninnoli che sembrano quelli utilizzati nel nostro Sud Italia.
Giro in calesse
Si torna sulla nave e prima di cena, ammiriamo dal ponte superiore il passaggio attraverso la chiusa di Esna: le acque del Nilo vengono innalzate fino a 5 metri per permettere alle imbarcazioni il passaggio una per volta. Purtoppo durante l’estate questo passaggio richiede diverso tempo per i moltissimi turisti e di conseguenza le innumerevoli navi da crociera in attesa. Aprile è un mese ottimo per visitare l’ Egitto: in pochi minuti passiamo e proseguiamo la nostra navigazione.
Davanti alla chiusa di Esna
Il passaggio consente a duna sola nave per volta di proseguire
La seconda serata è molto divertente, viene organizzata una cena a base di piatti egiziani e viene richiesto di indossare un abito in stile per la festa: casualmente lo possiamo comprare nel negozio della nave! Ma partecipiamo quasi tutti, perchè è comunque un’idea simpatica e la serata prosegue sul ponte più alto, bevendo cocktail al bar, ballando e scherzando mentre la nave prosegue lungo il fiume.
In costume per la festa egiziana sulla nave, con l’archeologo che ci accompagna durante tutto il viaggio
Il mattino dopo sbarchiamo al tempio di Karnak, altro luogo che non vedevo l’ora di visitare, avendolo più volte ammirato nel celebre film “Assassinio sul Nilo”. Più che un tempio, è un vastissimo sito archeologico, il più importante dell’Egitto faraonico dopo le piramidi di Giza. Il complesso è stato ampliato negli anni, non solo dai faraoni che si susseguirono nel regno, ma anche da tolomei e romani. Rimasto sepolto per mille anni, tuttora proseguono gli scavi ed i restauri.
Entrata a Karnak con la fila i Sfingi che proseguivano fino al Nilo
Tra le imponenti colonne a Karnak
Uno degli obelischi a Karnak
Karnak è diviso in tre recinti sacri: il tempio di Amon, il recinto della sua sposa Mut e quello di Montu, il dio falco tebano. Per la maggioranza dei turisti però, Karnak è sinonimo del tempio di Amon, il più imponente di tutti i templi egiziani, con sale, colonne, cortili e un imponente lago sacro. Qui si bagnavano i sacerdoti prima delle funzioni e a nord del lago, si trova un grande scarabeo in pietra di Khepri, considerato sacro dagli egizi. Lascia veramente senza fiato per la sua magnificenza. All’entrata una lunga fila di sfingi, che proseguivano nell’antichità fino al fiume Nilo. All’entrata della sala ipostila, un’immensa statua di Ramses II con ai piedi la statua di una figlia.
Statua di Ramses II
Lo scarabeo in pietra
Girando nel complesso di Karnak
Sono Cenerentola in confronto!
Karnak si trova a quasi 3 km da Luxor, ci vuole almeno una mezza giornata per visitarlo e apre già alle 6 di mattina, sempre per il caldo e per i tanti turisti. Terminata la visita proseguiamo per il tempio di Luxor, altro capolavoro alla cui costruzione parteciparono tutti i faraoni dell’Alto Egitto, da Amenhotep III fino a Tutankhamon e Ramesse II. Dedicato alla triade tebana Amon, Mut e Konshu, veniva portata la statua di Amon da Karnak fino qui per festeggiare la rigenerazione del faraone. Restaurato da Alessandro Magno, alcune comunità cristiane cercarono di cancellare i geroglifici in alcune parti e in seguito venne costruita anche una moschea al suo interno. Era collegato a Karnak da un viale di 3 km con sfingi che portavano tra le zampe le statue raffiguranti il faraone. Anche qui si trovano cortili, sale ipostile e un santuario.
Particolari a Luxor
I geroglifici in parte cancellati dai cristiani
Tempio di Luxor
Il pomeriggio è libero e noi decidiamo di andare da soli a fare una passeggiata per Luxor, città fondata sui resti dell’antica Tebe, e a visitare il Museo di Luxor, lungo le Corniche, molto importante come quello visitato a Il Cairo. Inoltre,si può visitare il Museo della mummificazione, con un’affascinante mostra sul processo, diverse mummie anche quella di un gatto, simbolo della dea Bastet. Ci fermiamo in un negozio di papiri e ne compriamo diversi da portare a casa, e in un negozio di tipiche essenze egiziane.
Museo di Luxor
L’ultima serata sulla nave restiamo attraccati a Luxor, perchè il giorno seguente proseguiremo con le visite. Ci attende dopo cena uno spettacolo di danza del ventre e quello dei dervisci rotanti, rigorosamente uomini, che danzano a ritmo di tamburo roteando su se stessi.
Passeggiando per la città di Luxor si passa davanti al suo tempio, meraviglioso al tramonto
Il mattino dopo, attraversiamo la sponda con una barca e raggiungiamo la parte opposta alla Luxor moderna: la necropoli di Tebe, definita il più ricco sito archeologico del mondo. L’arida Valle dei Re fu la necropoli dei più grandi faraoni del regno dell’Antico Egitto, purtroppo le tombe vennero saccheggiate dai ladri ma restano da visitare i cunicoli e le camere funerarie. Si è salvata la tomba di Tutankhamon, scoperta solo nel 1922, il cui tesoro si trova nel Museo Egizio a Il Cairo. Scendiamo a visitare la sua tomba, che contiene ancora il corpo del re: come per le piramidi, la visita non è adatta a chi soffre di claustrofobia.
Nella Valle dei Re
Tutt’intorno ci sono tombe di altri faraoni, di nobili e di sacerdoti, fino ad arrivare alla Valle delle Regine: la più famosa è quella di Nefertari. Il tempio funerario di Ramses II è un luogo a parte, il Ramesseum, un vasto complesso di cui rimangono frammenti come le colonne di Osiride e la testa del colosso di Ramses che giace a terra. Straordinario monumento è il tempio di Hatshepsut, formato da imponenti terrazze che si ergono nel deserto, dedicato alla regina omonima. Questo purtroppo, fu il luogo della strage chiamata “il massacro di Luxor” del 1997 nel quale furono trucidati una sessantina di turisti stranieri.
Proseguiamo al tempio di Medinat Habu, che nonostante sia secondo solo a Karnak come dimensioni e decorazioni, spesso viene saltato dai turisti. Dedicato a Ramses III, il complesso è dominato dal suo tempio funerario.
Tempio di Medinat Habus
Il giro termina con i due grandi colossi di Memnone, anch’essi nel mio immaginario di bambina e il viaggio non potrebbe terminare meglio. Le due statue di Amenofi III sono senza volto e sorvegliavano il tempio funerario che fu poi saccheggiato e completamente distrutto, per questo oggi appaiono solitarie in mezzo al deserto. Sono alte circa 15 metri senza contare il piedistallo, in realtà sembra che non rappresentassero il sovrano che era basso e robusto, ma voleva tramandare ai posteri questo aspetto più imponente.
I colossi di Memnone
Questo viaggio lungo la meravigliosa terra d’Egitto è giunto al termine, è stato uno dei più interessanti che abbia fatto e che possa consigliare. Sicuramente sono di parte perchè lo sognavo da anni, ma penso davvero che si possa considerare il Viaggio dei Viaggi per tanti viaggiatori…
Quattro statue a Memnone… trovate gli intrusi!