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Crollo di euro ed europa... di punto in bianco?

Creato il 26 novembre 2011 da Alessandro @AleTrasforini

Gli allarmi, in questi ultimi giorni, si sono fatti anche ufficialmente più intensi; quella che prima era solamente cosa da pessimisti o complottisti rischia di trasformarsi, forse, in realtà.  L'allarme principale, in questo campo, risuona a totale (sovrac)carico dell'Italia; è il nostro Stato, nei fatti, quello che rischia di dare il colpo di grazia al sistema Europa. Esperti ed addetti ai lavori concordano, al di là del futuro che ci attende, su un solo fatto: l'Italia ha un debito pubblico troppo grande per essere salvata.  Non serviranno eternamente i tentativi promossi dalla BCE di acquistare Titoli di Stato, nel tentativo estremo dicalmierare il tragico effetto combinato tra speculazione e perdita di credibilità. Il Fondo salva Stati, pur essendo stato recentemente aumentato, sembra essere secoli-luce lontano dal poter garantire sostenibilità ed affidabilità a tutti gli Statiaffetti dal tracollo finanziario.  La campagna europea del nuovo Governo ha prodotto un risultato di attesa nei confronti di misure impressionanti che, allo stato attuale, sono per l'opinione pubblica nebulose solamente fatte da concetti chiave assolutamente giusti: rigore, equità, crescita, tutela e sviluppo sono solo alcuni dei punti fino ad ora emersi.  Il giudizio sul nostro Paese e sulla tenuta dell'Euro(pa) è, nei fatti, assai controverso.  Si perviene, come massimo denominatore, al vedere Italia ed Europa legate intimamente l'una all'altra:  "[...]L'Italia ha bisogno dell'Europa, ma l'Europa ha bisogno di un'Italia forte, attiva nel processo che deve portare ad un'unione economica più forte. (L'Italia) ha grandi possibilità di uscire da questa situazione negativa perchè ha fondamentali dell'economia solidi, un settore privato dinamico e molti talenti da sfruttare.[...]" (Fonte: L'Unità, 26-11-2011) Che ne sarà dell'Europa con un'Italia avviata verso la recessione?  Che ne sarà dell'Europa con un'Italia afflitta da una fuga di cervelli e da un depauperamento di capitale umano senza precedenti? Che ne sarà dell'Europa con un'Italia nella quale la regia dei milionari Marchionne occulta la dignità ed il potere di spesa della base della piramide societaria?  Che ne sarà dell'Euro senza l'Italia?  Sullo sfondo rimangono, attualmente, proposte di (parziale?) risoluzione ancora in fase di ascolto: Eurobond e Tobin Tax sono solo alcune delle soluzioni al vaglio delle autorità competenti.  Mettere i debiti pubblici dei vari Stati in un unico calderone potrebbe forse essere una soluzione percorribile per l'uscita dalla crisi tremenda e tremendamente in evoluzione? Qualunque ragionamento è inutile, per chi non si intende appieno della temibile disciplina economica.  Nel mentre, purtroppo, alcuni di quelli che molti definiscono campanelli d'allarme sono già stati ampliamente sforati: rendimento dei Titoli di Stato tra 7% ed 8%, spread cavalcante e galoppante, quasi quotidiani rossi negli indici di borsa.  Sullo sfondo, ma non troppo, rimane l'opinione fin troppo chiara di Fitch: "L'Italia è probabilmente già in recessione."  L'equazione diventa, a questo punto, ancora più semplice ed immediata: se c'è recessione non c'è crescita; se manca la crescita è impossibile ripagare (a maggior ragione ad interessi così elevati, nds) gli investitori nei nostri titoli pubblici.  Il contorno resta, contemporaneamente, confuso almeno quanto il centro delle questioni; tra salvezze attese e sperate, spunta impetuoso l'analisi apocalittica promossa dall'Economist.  Quale futuro attende l'Europa intera di fronte a questa (finale?) crisi finanziaria contagiata ai debiti sovrani?  "[...]L’area del mondo finanziariamente meglio integrata si lacererebbe tra default, fallimenti delle banche, nazionalizzazioni.[...] L’eurozona si ritroverebbe spezzettata o tuttalpiù divisa in due, un blocco settentrionale più o meno compatto e uno meridionale frammentato. Molti trattati verrebbero infranti. Le differenze di valore e prestazioni tra le monete delle aree più solide e quelle delle aree periferiche porterebbero con ogni probabilità allo svuotamento del mercato unico. La stessa sopravvivenza dell’Unione Europea sarebbe messa in discussione. [...]" (Fonte: unita.it) Di fronte ad uno scenario così, qualunque ulteriore commento è sprecato.  Quali le tempistiche per arrivare a questo tracollo? L'Economist è ancora più chiaro:  "[...]Non si può andare avanti così a lungo. [...] Senza drastici cambiamenti, da parte della BCE e dei leader europei, la moneta unica potrebbe distruggersi nel giro di poche settimane. L’evento scatenante può essere il fallimento di una grande banca, la caduta di un governo, un altro flop in un’asta di titoli.[...]"  E l'Italia? Cosa attende l'Italia in questo scenario? La risposta appare, tristemente, scontata:  "[...]L’ultima settimana di gennaio l’Italia dovrà rifinanziarsi piazzando titoli per 30 miliardi di euro. Se i mercati non risponderanno bene, e la BCE nemmeno, l’Italia si ritroverebbe a un passo dal default." La missione del governo Monti, commissariante nei fatti la politica italiana, si mostra completamente in salita; a lui spetterà, sembra, l'estremo tentativo di evitare quello che per moltissimi sembra un tracollo conclamato.  Tracollo conclamato...e già preventivato. Stando ai contenuti diffusi da molti organi di informazione, infatti, alcuni fra gli istituti di credito più grandi al mondo stanno vagliando l'ipotesi di una devastazione dell'Eurozona.  Citando uno studio promosso dal New York Times, infatti, la disintegrazione dell'area Euro sembra per loro un'ipotesi sempre meno impossibile.  Di pari passo, invece, "[...]Le banche in Francia e in Italia non stanno mettendo a punto piani di emergenza perché hanno concluso che una disintegrazione dell'area euro è impossibile.[...]" (Fonte:corriere.it) Quali prospettive (più o meno immediate) attendono l'Europa intera? Cosa può accadere, in caso di default od uscita dall'Euro, nelle vite dei singoli cittadini di ogni altrettanto singolo Stato?  Le domande sono moltissime, le criticità complicatissime da risolvere.  Gli sforzi rimangono, comunque, protesi al garantire la tenuta di un sistema europeo forse mai davvero messo in opera. Fra apocalisse e rinascita, è rinnovata la visione di un decisivo (tragico?) punto di svolta. 
CROLLO DI EURO ED EUROPA... DI PUNTO IN BIANCO?

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