Cronaca di un suicidio, di Gianni Biondillo

Creato il 25 maggio 2013 da Funicelli

L'incipit
"Giulia lo aveva portato in giro per le rovie di Ostia Antica con la stessa serietà nel volto e lo stesso luccichio entusiasta negli occhi che aveva sua moglie (ex moglie, ma lui il prefisso lo scordava sistematico) quando cercava inutilmente di educarlo al bello, ormai troppi anni fa. Prima la grande, poi la piccola, le donne della sua vita sembrava si fossero passate il testimone, quasi non volessero abbandonarlo a un'esistenza fatta di brutalità, birre davanti al televisore e spazzatura surgelata da scaldare nel microoonde".
"Una storia sulle miserie del nostro tempo": incontrandolo in via Padova, qualche settimana fa, Gianni aveva usato queste parole per introdurre questo ultimo suo libro.
Dove le miserie sono sia le miserie dei nuovi poveri che si ritrovano all'improvviso alle strette tra tasse, mutuo, cartelle di Equitalia, stipendi non corrisposti nonostante il lavoro e una burocrazia demente che sembra fatta apposta per far impazzire le persone oneste.
Ma c'è anche una miseria etica, di valori, che nasce in questo oggi senza speranze, dove parlare di futuro, di vecchiaia, sembra qualcosa senza alcun senso. Come se fossimo condannati tutti quanti, chi più chi meno, a vivere un eterno presente da precario.
Nell'impossibilità di poter pianificare un futuro degno di essere vissuto, come è accaduto per i nostri genitori.

Virgilio, di questo viaggio dentro la miseria dell'oggi, è (a modo suo) l'ispettore Michele Ferraro che, in vacanza con la figlia in quel di Ostia, si imbatte in una barca alla deriva. Dentro i panni di una persona che non c'è, e poche frasi su un biglietto "Perdono tutti e a tutti chiedo perdono". Sotto, " ..Non fate troppi pettegolezzi". Parole prese in prestito da Cesare Pavese, nel suo diario "Il mestiere di vivere".

Dai documenti, il nome del probabile suicida, Giovanni Tolusso, di mestiere sceneggiatore di serie TV, con un diploma da geometra.

Da qual punto, la nostra storia si sdoppia, raccontando a passi alterni l'inchiesta che Ferraro porta avanti a Milano (perché qualcuno deve informare la moglie di Giovanni che proprio a Milano abita), 
La verità era che i milanesi amavano la bici ma Milano odiava i ciclisti. Anzi: a Milano tutti odiavano tutti. Gli automobilisti strombazzavano dietro ai gruppi di ciclisti che occupavano la strada impedendo loro di superarli; i ciclisti odiavano i gli automobilisti che attentavano di continui alla loro vita; i pedoni odiavano i ciclisti  che, per evitare il traffico, assurdo e senza una pista a disposizione, salivano sui marciapiedi ma restavano in sella, usando i pedoni come bandierine di uno slalom; gli automobilisti odiavano i pedoni che attraversavano la strada sempre fuori dalle strisce o col semaforo rosso, e così via. pagina 43
E, in parallelo, gli ultimi mesi di Giovanni Tolusso.
Nato in Svizzera, diplomatosi geometra per piacere al padre, muratore di quelli che si sono spaccati la schiena ma che coi soldi si sono potuti permettere una casa e un futuro ai figli.
"La vecchiaia .. un concetto così impensabile oggi. Il futuro era roba del secolo scorso, quando l'economia tirava, quando per davvero si potevano fare progetti. Quando un muratore come suo padre doveva ammazzarsi di lavoro, ma poteva in cambio mantenere una famiglia in modo decoroso, far studiare i figli, permettersi persino una csa di proprietà. E oggi? Cos'era successo all'ascensore sociale? Chi aveva sabotato la pulsantiera? Com'è che essere un professionista, o un insegnate, categorie che quando era bambino venivano guardate con rispetto, oggi non significavano più nulla?A quarantaquattro anni suo padre aveva ben chiaro cos'era stata la sua vita e cosa sarebbe stata la sua vecchiaia. A lui, alla stessa età di suo padre, sembrava quasi di avere appena iniziato ad orientarsi e, peggio, d'aver pure sbagliato strada."pagina 99  
Cosa è successo a Giovanni Tolusso? Lo si scopre man mano nella lettura. Stipendi non pagati, una cartella da Equitalia per tasse non pagate, le tasse per l'ordine dei geometri da pagare anche se dalla professione di geometra non hai preso guadagni ma per la burocrazia che governa oggi il mondo non importa. 

Assieme alla figlia, molto più matura di quanto Michele si ricordasse, incontrano la moglie sul morto, arrivando anche a contattare perfino il commercialista mentre è in vacanza in sudamerica, che dimostra una certa freddezza nell'apprendere la notizia: 
«Secondo lei .. perché Tolusso .. insomma, perché l'ha fatto?». Silenzio. «cioè, sempre se ..»«Sinceramente» e la voce si feece dura, «credo che non manchi a nessuno una buona ragione per uccidersi, non trova?»pagina 91
Quella cartella, tutta la trafila col suo commercialista per capire come risolvere il problema con l'Agenzia delle entrate, sono l'inizio della fine, per quest'uomo venuto su dal nulla, sceneggiatore di fiction viste da milioni di persone, ma paradossalmente col conto in rosso per colpa di questa crisi. Una crisi che non vale per tutti, come nemmeno è vero che oggi siamo tutti sulla stessa barca. C'è sempre qualcuno, come il suo agente Umberto, che sulla barca ha pure un posto comodo:
 Umberto ebbe un moto di stizza: «Perché oggi in Italia nessuno paga nessuno, l'hai capito o no? Nessuno!» Tranne quelle persone in fila allo sportello esattoriale, pensò Giovanni. Quelli pagano, eccome se pagano, grattano il fondo del barile, si vendono tutto ciò che hanno raccolto nel corso di una vita pur di appianare i debiti. Mai come in questi giorni Giovanni s'era reso conto che con tutti i negozi che stavano chiudendo sottocasa, strozzati dalla crisi, gli unici che aprivano e  si moltiplicavano in città erano quelli che acquistavano oro e preziosi. L'economia del baratto, del monte dei pegni, come in un film neorealista, come in Ladri di biciclette. pagina 80
Come il personaggio di Kafka, Giovanni rimane schiacciato da un meccanismo implacabile, perfetto, dove tutto viene schiacciato e spazzato via: via l'umanità, via la tua storia e la tua dignità di persona.
Cronaca di un suicidio è un racconto che prende spunto dal nostro presente, rimanendo sempre in perfetto equilibrio tra houmor e disperazione, sul destino di un uomo qualunque.
Il link per ordinare il libro su ibs.
La scheda sul sito di Guanda.
Il 04/06/2013 alle 18.30  alla Libreria Feltrinelli di Milano (piazza Piemonte) ci sarà la presentazione di "Cronaca di un suicidio", con l'autore dialoga Gianni Barbacetto.

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