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Cronaca di una convivenza. Sarebbe facilissimo.

Da Ornellaspagnulo82 @OrnellaSpagnulo

cronaca di una convivenza

È un periodo che il tempo non c’è. Si nasconde sotto il letto mentre dormo, mi guarda seduto sul divano se correggo all’infinito la stessa pagina. Mi chiedo come potrei fare bene cinque cose al giorno: a stento ne faccio due, e a rilento. Sarà l’effetto della Primavera, ma qui fa un freddo che sembra febbraio.

Un giorno mi sento piena di amici – è stato il giorno del mio compleanno, il 31 marzo per l’esattezza, in un caffè letterario di Roma, a san Lorenzo, tra dolcetti e tisane calde, confidenze e racconti -. A stare tra amici ci si sente giovani dentro. Poi qualche giorno passa e la festa non si ricorda più: dove sono finiti i miei amici? E si sta bene in casa, o in macchina, soli con quella persona al proprio fianco, riflettendo: in questo spazio mi sento protetta, qui ho tutto e non voglio altro. Ma capita di litigare perché vuoi prendere un caffè al bar e lui no: “Mi potrebbero rompere i vetri della macchina!”. Eravamo alla stazione Tiburtina, in effetti, ma c’erano altre auto parcheggiate, pazienza.

Allora rientri a casa e te ne stai sola per un po’. Volevi correggere quel romanzo che non finisce più, invece non hai energie e ti butti sulla televisione, che ti offre un paio di serie tv che assolvono la funzione di tanti pupazzetti ballerini intorno alla lancetta dell’orologio. Pasquetta: nessuna gita, né fuori porta né dentro la porta. Per fortuna chiama zia a fare gli auguri e a parlare un po’ del più e del meno. E dire che sabato scorso, che poi era il benedetto Sabato Santo, c’è stata la megacena qui a casa: ho cucinato io, con Daniele, i miei genitori e sua madre (suo padre non stava bene). Ho ricevuto tanti regali.

Ma la messa di Pasqua è stata deludente. Un prete nuovo che non parlava l’italiano ha saputo dire solo: “Risorto! Domenica! Sabato!” e io mi chiedevo dove fosse finito don Sandro, perché mi ostino ad andare alla messa delle 19 quando la mattina c’è il parroco che è molto più gagliardo, e altre piccole questioni teologiche che non sto qui ad elencare (per esempio, mi piacerebbe molto se nella liturgia introducessero le testimonianze di santi recenti, italiani e stranieri). Grazie a Dio avevo vicino Giuseppina, con cui si può commentare qualcosa senza passare per anticlericali (lei, come me, è cresciuta con le suore).

La sera, anzi, la notte di Pasqua, siamo stati in una specie di sala giochi con altri amici ed è stata una serata molto piacevole, davvero. Daniele ha detto: “Voglio giocare due euro alle slot machine” e l’ho seguito solo per stargli vicino. Si è seduto, ha giocato e non ha vinto. Seduta lì accanto, ho provato anch’io a giocare i miei due euro e ne ho vinti ventinove. Ecco, allora oggi mi sono comprata una bella collana artigianale.

Sono tornata a casa per correggere questo romanzo. No, non questo del blog, ma quello che ho iniziato nel 2010. Nel frattempo è uscito su Amazon (e altri store)

Un anno di facebook
un manuale romanzato che ho scritto con il giornalista Raffaele Cirullo, Un anno di Facebook.

Lui, esperto nelle nuove tecnologie, io, esperta di storytelling: questo dovrebbe essere il nostro slogan, più o meno.

Ognuno ha i suoi talenti e vivere in pace con tutti non è il mio. Aspettate! Sarebbe facilissimo stare in pace con me: volermi bene basterebbe! Ve lo assicuro! E con questo piccolo resoconto se ne sono andati via 45 minuti. Dov’è il tempo? Forse l’unico modo per trovarlo è uscire.

cronaca di una convivenza

Ornella Spagnulo 



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