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“Lollo, ti andrebbe di andare a casa mia a Milano Marittima per qualche giorno a studiare?” chiese la mia deliziosa compagna di corso e ormai-grande-amica-di-pettegoleria. Due minuti dopo avevo riempito la mia borsa da viaggio bianca con dettagli blu. Ingredienti: sandali pugliesi che uso solo al mare perché sono una persona raffinata e per la città con le infradito non mi vedrete MAI NELLA VITA, costume Tezenis uguale a quello dell’anno scorso perché sono senza una lira bucata, camicione Zara con collo alla coreana e piccoli inserti ricamati da vero sultano degli emirati arabi, shorts color fragola perché quest’anno va il famoso “color block” di cui tutti parlano. [Io ammetto di non averlo ancora capito]. Tocco di classe, oltre che la paglietta che fa tanto “francesino sulla Cote d’Azur”, la camicia del nonno a righine azzurre e bianche.
Allora, io non sono mai stato a Milano Marittima e non sapevo fosse un luogo così esclusivo. Il parcheggio costa 2 eurelli messi male (come direbbe la mia amica) all’ora. Li mortacci sua (questo lo dico io), le case in stile boom economico anni ’60 sono trasformati in ville Miami Beach. Giuro che se avessi visto una signora con i cerchi d’oro alle orecchie, un paio di occhialoni Dior e qualche brillante al dito avrei pensato fosse JLo in qualche suo video. La mia amica ha un appartamentino molto confortevole nell’unico grattacielo a ridosso della vita notturna. Splendida posizione, occasione perfetta per stare insieme e chiacchierare di nulla da mattina a sera.Sveglia presto, biblioteca con libri e nozioni artistiche, insalata con qualsiasi cosa ci fosse da mettere dentro e poi al pomeriggio relax in spiaggia. Io, bianco latticino sono giunto sulla sabbia che raggiungeva una temperatura infernale.Ustionato ritorno a Parma.Sono due le attività che competono a noi durante la tintarella. Letture poco impegnative e una sana dose di “cazzacci miei”. [Ripeto, io odio dire le parolacce a meno che non siano rivolte alle mie coinquiline pugliesi, solitamente insultate su Twitter].
Vada per la seconda, la lettura di Vanity Fair è durata poco e avevo dimenticato il libro di Camilla Cederna a casa. Sia maledetto il mio totale senso di responsabilità.Qui arriva il bello. Mi guardo attorno e come un attento osservatore noto i seguenti soggetti. La solita nonna con la nipotina adolescente che in preda ad un attacco ormonale vuole stare con i suoi amici e non sotto l’ombrellone a fare i cruciverba. “Nonna tu hai a casa qualche libro come I promessi Sposi?” agghiacciante la risposta sottovoce “Sai, io non amo molto leggere, lo trovo davvero noioso, non ho nemmeno tempo il tempo”. Certo, deve essere davvero difficile giostrarsi la giornata tra Centovetrine e la televendita delle pentole di Mastrota.Decido quindi di osservare dall’altra parte, oltre a quei topless raggrinziti, oltre a quei tatuaggi finti che sono di un tamarro sopraelevato. Niente di interessante. Finalmente arrivano tre ragazze di Milano che si stendono proprio davanti a noi. Una bionda ondulata, una mora abbronzata e magrissima e ovviamente una più bruttina. La bionda, la mora e la ciospa solitamente compaiono come un triangolo equilatero ineluttabile.
Mi alzo per andare a fare il bagno. “Scusa, non è che ci faresti una foto?” mi dice la bionda con una grande passione per la fotografia. Mi porge l’iphone tutto glitterato con il logo di Chanel e aggiunge “Non prenderci anche le gambe, sai andrà su Facebook” ridono. Da gentiluomo rispondo “Dai, ve lo potete anche permettere” e scatto questo capolavoro di foto con sullo sfondo il pedalò del bagnino. Inutile, due minuti dopo mi avevano rimpiazzato chiedendo ad un altro che gliela scattasse di nuovo. Le osservo attentamente dimostrando che nella vita io dovrei fare l’investigatore.A parte la ciospa che veniva ignorata dalle altre due perché non era single dopo nove anni e perché non era stata con il migliore amico di quello che le piaceva (Il mio commento è stato: “Che stratega la ragazza”), il trio si è esibito per tutto il pomeriggio in uno spettacolo delirante.La bionda era la classica milanese un po’ snob con un costume più che truce, di quelle che amano farsi fotografare in spiaggia. In posa come Pamela Anderson, sdraiata e sporca di sabbia, sexy sul bagno asciuga, girata di schiena per far vedere il sedere a violoncello, insomma, non dava tregua a nessuno con questa smania di apparire. L’altra, quella mora era la classica ragazza di periferia, molto carina ma uguale a cento altre. Il suo prototipo è la Canalis. Abbronzata, magra, fascia nei capelli (ora è nella fase ondulati al naturale, “basta con le piastre, fanno male”), costume bianco, piercing all’ombelico, tatuaggio a stellina sul fianco. Borsa Louis Vuitton, bracciale Tiffany con il cuore, scarpe Hogan. Mancava il Cayenne del Papi per rappresentare l’incubo dei miei canoni estetici al femminile.
I discorsi impegnati andavano dal “Non so che tatuaggio farmi, me ne piacerebbe uno evidente ma non troppo”, dal colore dei capelli di quella, al sedere di quello che ha conosciuto in discoteca ma che non ha voluto baciare perché…non ho capito la fine, colpa del Coccobello che è capitato nel momento meno opportuno. Nel frattempo esattamente dietro di noi si posizionano tre ragazzi, prima distratti poi molto attenti al circondario femminile. Inizia la fase del rimorchio.Come nella savana il predatore si mimetizza nell’erba alta in attesa dell’assalto, questi tre ragazzi sbavavano sulle tre (o forse due eliminando la povera ciospa che avrei invitato volentieri per una briscola estiva) milanesi. La mora, poco spontanea e molto pin up, decide di spalmarsi la crema. E qui io dico, sei completamente marrone, hai un costume bianco proprio perché sai di essere tamarra e abbronzata. Ti devi spalmare la crema in modo sensuale proprio davanti a questi tre poveracci morti di…? Scusate ma i puntini non possono essere riempiti dall’autore di questo blog. Sia benvenuta la vostra volgare fantasia.
Io ero al centro di questo valzer poco amoroso ma molto ormonale. I commenti maschili andavano dal “Non ce la posso fare” al “Ha un culo che parla”. Nella mia testa pensavo “Eugenio Montale è nulla in confronto a questi tre”. Si riuniscono e decidono di attaccare bottone optando per la solita (triste) tattica. In quel momento ho fatto togliere le cuffie con la musica alla mia amica e ci siamo gustati la scena osservandola attraverso i buchi del cappello di paglia. Io ridevo come un pazzo.Il più tamarro si avvicina alla mora e le dice “Oh” (Inizia già male) “Ma voi sapete se stasera c’è qualche serata speciale TIPO disco?”. Il dramma. La bionda, imbarazzata, spiazzata e alquanto schifata (notare come la ciospa rimane in disparte e prende il sole ignara di tutto quello che le accade intorno) prende parola e dice “In realtà no, è martedì sera, magari a Cervia o a Pinarella ma è lontano se non avete la bici”. Frecciata dolorosissima. Nel linguaggio snob milanese quel “se non avete la bici” sta per “tu sfigato minorenne senza Cayenne non perdere tempo a provarci con una rampolla platinata come me”. Loro ovviamente capiscono, richiudono i piumaggi e fanno finta di aver voglia di un tuffo in acqua (per calmare i bollenti spiriti mi auguro).
Le ragazze si allontanano e a due centimetri da me commentano “Che sfigati, quanti anni avranno avuto? Sedici?”. Mi sono sentito morire per loro. Ma quelli, tempo cinque minuti e cambiano metratura per assalire qualche altra preda. Milano Marittima è la meta del rimorchio. Tutto parla di rimorchio e tutti cercano il rimorchio. I due di picche sono all’ordine del giorno e una volta preso basta cambiare mazzo. Tra un Pineta e un Papete Beach qualcuno giunge al traguardo.Noi invece abbiamo fatto la vita della popolazione over ’70. sveglia presto, mare presto e passeggiata sulla spiaggia con le mani sui fianchi e l’acqua fino alle cosce. La sera gelato, qualche pagina di un bel libro e poi prima di mezzanotte russavamo rumorosamente. Fuori a dieci metri da casa i tamarri si riunivano iniziavano le danze. “Ahhhh ahhhh ahhhh, a far l’amore comincia tu” TUNZ TUNZ TUNZ, cantava il remix di Raffaella Carrà dandomi la buonanotte.
“Sì sì, cominciate voi che io sono troppo vecchio per queste cose”.
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