… caro Alfonso è la prima volta dopo sessant’anni di vita passata insieme che mi sento sola, è la prima volta dopo tutti questi anni che non sei qui con me. Prego Dio di prendere me pur di fare stare meglio te. I medici mi stanno tranquillizzando, dicono che se va tutto bene tra una quindicina di giorni farai ritorno a casa, io però come puoi ben immaginare sono scettica e finché non sarai di nuovo qui vivrò in uno stato di sconforto perenne. Ti aspettiamo tutti con ansia. Ho tante cose da dirti, ma una in particolar modo una cosa che mi ha aperto il cuore voglio dirtela subita. Sto conoscendo profondamente Giusy, la nostra nipotina che come sai ti adora, d’altronde non fa nulla per nasconderlo, è una ragazza straordinaria. Mi sta molto vicina in questi giorni, mi riaccompagna a casa dopo la visita che ti faccio in ospedale e si ferma con me a fare delle lunghe chiacchierate. Mi dispiace molto se a volte siamo stati così severi con lei e con i suoi genitori, quando ci siamo lamentati delle stupidaggini che la ragazza secondo noi commetteva. A differenza di quello che pensavamo è una ragazza straordinaria, sensibile, che soffre per le cose storte che vede, che si appassiona, dotata di una tenerezza non comune che nasconde abilmente. Mi ricorda, indovina chi? Si, si vecchio caro mio testone bloccato in un letto di ospedale, è la tua fotocopia al femminile. Mi sta regalando momenti di felicità in questi giorni, ceniamo insieme, chiacchieriamo molto, mi tortura con domande su di te, sbevazza un po’, adesso che ci penso, mi ha confessato che in mia assenza le hai insegnato a fare lo spritz e devi vedere come le piace, mi ha anche detto che, sempre in mia assenza, vi divertite a prendermi in giro mentre vi fate i vostri bicchierini, ma di questo faremo i conti quando torni a casa, pensi di passarla liscia vecchio testone? Ha poco più di vent’anni, uno sfrontato ottimismo che noi non avevamo per via della grande guerra che ci limitava in tante cose, grazie al cielo ora i tempi sono diversi e può viversi questa sua voglia di conoscere e di vivere serenamente. Oltre a essere molto carina, la cosa che più mi colpisce, che tu sicuramente avrai già notato, è la luce scintillante che ha negli occhi data da tanta sete di sapere, sapessi quante domande mi rivolge, quanto è curiosa, quanto ha voglia di imparare, di cibarsi di vita. Mi chiedevo, essendo una studentessa senza lavoro chi le dia i soldi per essere così spendacciona, da quello che mi racconta, spesso di sera gira per locali con i suoi amici e indovina in cosa spendono gran parte dei loro soldi ? Spritz. Lasciamo stare, anche perché ti ho già detto che quando torni a casa facciamo i conti. Mi fa molta tenerezza, quando dopo cena, ci spostiamo in soggiorno e lei si va a sedere in quello che definisce il suo posto preferito, la tua poltrona, dice che lo fa per dispetto a te sapendo che ci tieni molto a quella poltrona, così ti decidi in fretta a tornare a casa per riprenderti il tuo posto, oggi mi ha anche confidato che fra otto milioni di anni, quando non ci saremo più, vorrebbe le lasciassimo la tua poltrona in eredità. E’ una brava studentessa, per la verità lo è sempre stata dobbiamo ammetterlo se vogliamo essere onesti Alfonso, anche se ultimamente, mi diceva proprio ieri sera, ha preso una brutta abitudine, nel senso, che trascorre interi pomeriggi che dovrebbe dedicare allo studio, in libreria a Padova, appollaiata da qualche parte fino al punto di dimenticarsi di tutto quanto, risucchiata dalle parole. Le ho detto sapendo che sicuramente sarai d’accordo con me, che noi essendo i suoi nonni possiamo mettere a disposizione qualsiasi somma per acquistare tutti i libri che vuole nel momento in cui mi ha confessato di leggere tanto ma di comprare raramente. Sei d’accordo Alfonso ? non sta bene passare tutto quel tempo senza acquistare nulla. Mi manchi Alfonso, sei linfa per me. E non sorridere, lo so che sono troppo vecchia per dire certe cose. Credi di essere l’unico con la tua nipotina preferita ad avere un animo tenero ? Ti dico subito che se pensi questo ti sbagli caro mio vecchio testone. Si, si ti sbagli. Credimi. Un altro aspetto che ho notato di Giusy di cui sei al corrente, ne sono convinta, e che non mi hai mai fatto notare per delicatezza, è questo lato tumultuoso del suo carattere, forse perché ti ricorda me quando eravamo giovani. Fortunatamente è solo un lato. Scusami Alfonso se ne hai sofferto di questo, anche se non me ne hai mai parlato, e ne tantomeno rimproverato quegli atteggiamenti che involontariamente avevo da giovane. Però, ed e qui che viene il bello, dopo tutti questi anni, con ragion veduta, posso affermare di essere più dolce e tenera di te, e che tu in parecchie occasioni ti sei dimostrato solo di essere un impertinente come la tua cara nipotina che oggi mi ha chiesto con molta malizia: nonna mi racconti quando vi siete conosciuti tu e il nonno come è andata ? Devo essere onesta fino in fondo con te Alfonso, sarà stata pure impertinente e maliziosa ma mi è piaciuta molto quella domanda, naturalmente ho fatto finta di non capire, a volte essere vecchi e rimbecilliti fa comodo. Le ho parlato di quando ci siamo sposati. Ricordi che mi sono riesplosi nella mente. Eri bello come il sole Alfonso, con le tue sorelle e tua mamma che ti giravano continuamente intorno per rimettere a posto la tua cravatta e tutto il resto, i tuoi amici che ti prendevano in giro dicendoti che la vera vita militare sarebbe iniziata il giorno dopo il matrimonio e che nella nostra nuova famiglia il comandante ero io e non tu. Il banchetto nella corte della cascina, poche cose da mangiare ma tanti balli e tanta allegria. Le settimane prima del matrimonio a rimettere a posto il mio vestito bianco, avevamo dovuto scucirlo e ricucirlo tutto, la tua cara zia Antonietta che ci aveva gentilmente offerto il suo abito era molto più grassa di me ai tempi del suo matrimonio. La commozione di mio papà quando mi accompagnava all’altare. Il nostro viaggio in giornata a Venezia, la passeggiata tra le calle e soprattutto il ritorno a casa con la motocicletta del tua caro amico Virgilio, il vento che passava fra i nostri capelli, il tuo profumo che mi scoppiava dentro quando appoggiavo il mio viso sul tuo collo. E’ stato come vedere un vecchio film in bianco e nero dove i protagonisti principali eravamo io e te, e di questo ringrazio la tua cara nipotina Giusy che aveva un espressione mista tra lo stupore e la curiosità mentre mi ascoltava. Lo so sono cose da donne diresti tu ora se fossi qui accanto a me. Non dovevi farmi questo scherzetto Alfonso, non dovevi ammalarti. E io ora come faccio senza di te ? Torna presto Alfonso. Sono felice ora che ti sto scrivendo, mi sento molto vicina a te, e come se i nostri cuori e la nostra anima stessero avendo un contatto intimo, profondo, senza distrazioni. E’ questo che ti crea la scrittura ? Gli scrittori e i romanzieri provano ogni volta questa sensazione quando scrivono e scrivono delle loro amate nei loro libri ? Che meravigliosa scoperta che sto facendo. La scrittura che ti fa provare certe sensazioni, non l’avrei mai pensato ne immaginato. Scusami se continuo a passare da un argomento all’altro, ma ormai mi sento come al luna park sopra le montagne russe, non riesco a trattenere e a dare un filo logico a tutte le cose che sento esplodere dentro. Torniamo alla scoperta di cui ti parlavo all’inizio di questa lettera: Giusy. Mi ha confessato di aver provato l’amore, sciocco stai tranquillo, non l’amore che si fa sotto le lenzuola ma l’amore quello vero, quello che ti fa chiudere lo stomaco, quello che ti da coraggio, quel sentimento che ti riempie, quello pulito, dell’animo, quello da donne aggiungeresti tu se fossi qui ora ad ascoltarmi. Mi ha raccontato che un giorno ha incontrato un ragazzo, con un meraviglioso accento toscano nella libreria in cui trascorre i suoi pomeriggi, un commesso per essere precisi, si sono parlati era un ragazzo gentile e premuroso, nonna mi sorrideva come se non avesse mai conosciuto dolore o ne avesse conosciuto troppo, mi ha regalato un’ora di intensa gioia, così solo parlando senza ombre. Alla chiusura sono andata via, anche se avrei voluto rimanere li con lui, camminando su una nuvoletta, l’ho pensato tutta la notte, non riuscivo a dormire ero troppo felice. Il giorno dopo stralunata di stanchezza mentre ero in facoltà decido che vale la pena ringraziarlo per quel bellissimo regalo. Nonna credimi non avevo mai provato nulla di simile prima in vita mia. Mi capisci nonna? Sono una sognatrice ? alla fine nonna sai come è finita? dopo qualche giorno che vivevo su quella nuvoletta torno in libreria con molto coraggio che avevo racimolato dentro me stessa. Avevo pensato a tutto, come vestirmi, cosa dire. Mi sono presentata li con un fiore in mano da regalargli, dirgli grazie di ciò che mi aveva donato e poi andarmene. Ma le cose cara nonna non vanno sempre come noi le immaginiamo, lui se n’era andato da Padova , era un commesso “in prestito” per pochi giorni, sicuramente l’avranno rimandato presso la sua sede di Firenze. N on l’ho mai più rivisto. Quel fiore poi l’ha regalato ad una passante. Ora capisci Alfonso perché mi sento sulle montagne russe ? Ho un marito meraviglioso come te, seppur rimani un gran testone, una cara nipotina che per la prima volta si è confidata con me mostrandomi l’anima, un peso enorme sullo stomaco sapendoti in quel letto di ospedale. Mi prometti di non ridacchiare e di non alzare gli occhi al cielo come fai di solito quando ritieni che stia dicendo una cretinata ? mi sento come una ventenne che aspetta che il fidanzato torni dal servizio militare.
Grazie di esistere Alfonso, se la mia vita… ti aspetto.
Crostata ricotta con cedro candito
Ingredienti:
300 gr difarina
150 gr di burro morbido
120 gr di zucchero
1 uovo più due tuorli
Sale poco
Ripieno:
400 gr di ricotta freschissima
100 gr di crema pasticcera già pronta
Canditi di cedro
Zucchero a vostro gusto
Preparazione:
versare sulla spianatoia prima la farina e poi lo zucchero a fontana, creare un buco a mò di vulcano e nel mezzo rompere le uova, aggiungere il burro ammorbidito. Impastare e lasciare riposare l’impasto in frigo avvolto da carta pellicola. In una ciotolona mantecare la ricotta con una frusta fino a renderla cremosa, aggiungere la crema e i canditi. In una teglia foderata con la pasta frolla stesa, versare il ripieno di ricotta, creare una griglia con la frolla avanzata e cuocere in forno a 180° (il mio è ventilato) già caldo fino a doratura completa.
Vino: con questo dolce io nei calici verserei un moscato di Trani dolce.