Di sicuro non sono un’esperta di ortografia, ma, dai, mi è stato proposto, ed eccomi qua. Della serie… se posso essere in qualche modo utile…
Uova in camice
Pronunci la parola grammatica o, peggio, sintassi e subito l’espressione sul volto degli astanti si fa annoiata o truce. Ma non sarà peggio commettere errori perché le regole le abbiamo lasciate sotto il banco della nostra scuola elementare?
L’Undici ha chiesto a Lamaranga, insegnante di fiducia, di rinfrescare a tutti la memoria, rimettendo i puntini sulle i. Perché a volte basta una i e anziché due uova e una camicia, ti ritrovi senza pranzo e col camice del dottore.
D’altra parte, mi accorgo così spesso di errori ortografici seminati ovunque e da chiunque, che la tentazione di provarci è grande. Comunque, vi piace la questione dalla quale intendo partire? Con tutte le “qu” che ho disseminato in queste righe, avete già intuito la regola?
Con la Q si deve sempre considerare la sillaba di tre lettere: prima la q, dopo la u, infine la vocale. Se dopo la u c’è una consonante, si deve usare la C. Per dire: mio cugino ha appeso un quadro.
Sì, ma se il quadro è stato appeso a scuola, come la mettiamo? Ci sono parole che fanno eccezione alla regola, e queste, purtroppo, si devono un po’ alla volta memorizzare. C’è sempre il vocabolario che ci dà una mano e magari possiamo aiutarci con qualche personale trucchetto. La mia cara maestra diceva sempre: “Cuore si scrive con la c, perché la punta della q ci pungerebbe il petto…”
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