Se siete tra gli aficionado di “Cucina con Ale”, il fortunato programma televisivo di ricette del bouquet Sky, starete di certo pensando di trovarvi di fronte al classico caso di refuso editoriale cotto e mangiato. La cosa – anche senza l’intenzione di voler mettere le mani avanti – naturalmente è ben lungi dall’essere impossibile, soprattutto quando i carichi di lavoro di una piccola redazione online montano oltre i normali livelli di guardia. Scusateci allora se pecchiamo un tantino di presunzione, e pensiamo che commettere un errore del genere già a partire dal titolo, se non proprio imperdonabile, sarebbe quanto meno abbastanza grave persino da parte nostra. Quello che volevamo fosse chiaro sin dall’inizio e oltre ogni ragionevole dubbio è che anche a Ela piace Ale, che tra l’altro è suo palindromo, puro e semplice. Per i pochi che non sapessero ancora chi è, l’Ale in questione è Alessandro Borghese – uno chef e un conduttore televisivo italiano, che da un paio d’anni aggiunge nuovi significati e sfumature ai format già collaudati dei vari programmi di cucina presenti sulle reti nazionali. Se da un lato è vero che la struttura di fondo dei programmi di Ale rimane pressoché inalterata rispetto agli schemi tradizionali, è anche vero che in questo tipo di trasmissioni a fare la differenza è proprio lo chef conduttore del programma. Visto da un’angolazione di tre quarti, Alessandro è un passabile sosia di Johnny Depp, leggermente appesantito ma decisamente più simpatico – che ci cattura ancora prima di accendere i fornelli già per il fatto deliziosamente insolente di presentarsi in trasmissione vestito come un manichino di Zara all’interno di uno studio televisivo furbescamente arredato come un loft, anziché intestardirsi a indossare uno scialbo grembiule d’ordinanza davanti a un pubblico di casalinghe compiacenti. Figlio dell’attrice Barbara Bouchet, Alessandro ha lavorato sulle navi da crociera per farsi le ossa, poi stabilmente a Londra, San Francisco, New York e Parigi. La carriera televisiva inizia nel 2004 su Real Time dell’allora nascente piattaforma digitale di Sky. Negli anni successivi conduce diversi programmi televisivi, sempre a sfondo culinario, su La7. Al suo attivo anche un libro, L’abito non fa il cuoco. La cucina italiana di uno chef gentiluomo. Dal 2011 è in onda tutti i giorni su Real Time con “Cucina con Ale”, il programma in cui raggiunge finalmente la maturità necessaria a diventare a tutti gli effetti lo One Man Show dei fornelli all’italiana. Di numeri, Alessandro ormai ne conosce. Basti pensare che la trasmissione inizia con una sigla originale in cui Ale batte il tempo con le posate nel perfetto stile degli spoonman da strada.
Punto di riferimento per navigate casalinghe e giovani cuori solitari in cerca di idee per svoltare la cena, Ale cucina a tempo di rock e parla una lingua comune a quasi tutte le fasce di età. Elabora piatti di propria invenzione volti a far mangiare le verdure ai bambini. Rivela furtivo, sussurrandola quasi, come se si trattasse di un segreto di alta cucina, una ricetta semplice e veloce per fare la classica frittatina di pasta con la pastasciutta avanzata dal giorno prima. Frigge i supplì in studio e poi se li mangia davanti alle telecamere perché non può aspettare che la trasmissione finisca. Il tutto naturalmente senza trascurare i piatti più elaborati, sempre strizzando l’occhio all’Oriente e alla moda imperante per gli appetizers.
Dal 2012 Ale ha abbandonato la redazione satellite di Real Time, debuttando direttamente su Sky con il programma “Ale contro tutti”. Si tratta di una contest totalmente in linea coi tempi, in cui lo chef professionista sfida una famiglia intera nella preparazione di un piatto che sarà sottoposto al giudizio finale di una giuria ignara e quindi imparziale.
Purtroppo però l’effetto risulta un po’ falsato, dal momento che in cucina come nella vita sei braccia, anche se volenterose, non ne fanno mai due di sicuro talento. Oltre a star stretto ad Ale, il quale è abituato a ballare da solo e si vede.