Da venerdì 11 gennaio è entrato in vigore il nuovo regolamento delle biblioteche dell’Università degli Studi di Perugia. Il regolamento prevede l’ingresso gratuito per docenti universitari, ricercatori, docenti in pensione, tutor, collaboratori linguistici, titolari di assegni di ricerca,borsisti, dottorandi, studenti iscritti all’Ateneo di Perugia e studenti ospiti nell’ambito di progetti di scambio ufficiali, mentre per tutti gli altri (cioè per la stragrande maggioranza) è previsto un biglietto di ingresso di 20 euro mensili o di 75 euro annuali. Da lunedì 21 gennaio il regolamento è stato messo in pratica e sono stati installati dei tornelli all’ingresso. Chi vuole leggere deve pagare, il sapere viene ponderato e venduto come un qualsiasi affettato su di un banco di salumi.
Le categorie che non potranno più usufruire gratuitamente dei servizi della biblioteca sono molte: i ricercatori che lavorano senza contratto presso i professori della stessa Università, i neolaureati che studiano per l’esame di dottorato, chi studia per sostenere concorsi di lavoro, chi lavora alla pubblicazione delle proprie ricerche, gli studenti degli altri Atenei, i liberi professionisti della cultura (per esempio archeologi e restauratori) e, più in generale, gli appassionati e le persone che coltivano interessi nel loro privato.
Per rendere evidente quanto sia irragionevole la politica applicata a Perugia, è utile ricorrere ad un confronto: a Roma, per ogni branca del sapere, esistono un gran numero di biblioteche sia gratuite che a pagamento, quindi l’utente è libero di scegliere dove rivolgersi in base alle proprie disponibilità ed ai servizi offerti. In Umbria non è così: le nostre biblioteche sono alquanto disastrate, poiché negli ultimi anni i fondi destinati all’acquisto di nuove pubblicazioni sono stati oggetto di consistenti tagli, quindi non esistono alternative al polo bibliotecario universitario per chi si occupa di ricerca e di cultura. A Roma la migliore biblioteca per quanto riguarda l’archeologia è quella dell’Istituto Archeologico Germanico (è indicativo che non si tratti di una istituzione del nostro paese!), è a pagamento e l’iscrizione annuale costa 10 euro. Del tutto spropositata risulta la cifra richiesta dall’Università perugina – sette volte e mezzo più elevata – la cui Biblioteca Umanistica è ben fornita, ma non certo come quella dell’Istituto tedesco!
L’impressione generale è che si tratti dell’ennesimo sistema per far cassa sulla pelle della povera gente, che si vede costretta a mettere mano al portafoglio per accedere a ciò che gli spetta di diritto. La cultura deve essere un diritto di tutti e non un privilegio di pochi, è grazie ad essa che l’individuo diventa cittadino e può far sentire la propria voce partecipando attivamente al meccanismo della democrazia. Purtroppo nel nostro paese esiste una classe di persone a cui questo sistema non piace, persone che si ingegnano per trovare sistemi sempre nuovi per ostacolare e porre un freno alle ambizioni provenienti dal basso. Dopo la svalutazione della scuola pubblica avvenuta in favore di quella privata, ora siamo di fronte alla tassa sulla lettura, alla gabella sul sapere, alla patrimoniale della conoscenza, per utilizzare soltanto alcuni dei molti modi in cui potrebbe essere ribattezzato l’iniquo esborso richiesto a Perugia.
Ad opera di alcuni liberi ricercatori è già in corso una raccolta di firme per abolire il pedaggio, è possibile informarsi su come aderire presso le biblioteche stesse. Il Movimento Cinque Stelle Umbria invita inoltre i cittadini ad esprimere il proprio dissenso, anche direttamente, al Rettore dell’Ateneo Francesco Bistoni all’indirizzo [email protected].
MOVIMENTO CINQUE STELLE UMBRIA