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Curioso di se stesso.

Creato il 25 giugno 2012 da Tnepd

Curioso di se stesso.

Curioso di se stesso.Due cavalli partono insieme allo scoccare della nuova ora.  Stessa partenza, stesso traguardo; la vita. Sono buoni amici, o così sembra per i primi anni in cui i loro destini si intersecano. Il primo corre; il secondo sembra zoppichi. Il primo appare lesto di pensieri, e sciolto di lingua. Il secondo, a malapena sembra riuscire a tenere presente il proprio nome ( quando lo ode pronunciare, non riesce a realizzare cosa esso significhi ).  Il primo, in poche parole, sembra uno che spaccherà il mondo. Il secondo, invece, uno che sarà spaccato, dal mondo.  Ma la strada è lunga, e gli ostacoli molti e ingombranti.  Il” piè veloce” arranca già dopo pochi anni. Troppo difficile, per lui, l’autenticità. Comincia, come tutti quelli del suo stesso lignaggio spirituale, a utilizzare gli ostacoli, per procurarsi alibi. E non, per diventare più forte e vero. A stimolare il narcisimo dei teoretici. Non ha nulla da dimostrare, pensa illudendosi. Oppure, giudica l’uva sempre più “troppo acerba”. A volte, si convince di essere un Dio, anche se non lo ammetterebbe mai di fronte a nessun altro. Un Dio, nel proprio centro: lui, che non abbisogna di muoversi, per giungere alla propria essenza.  MASCHERA. Curioso di se stesso.L’altro cavallo, lo zoppetto, Arranca giorno dopo giorno: però, intanto, sceglie. Sbaglia, cade, si rialza. Ha una pessima opinione di se stesso. E’ anche questo, che lo fa procedere lento. Ma c’è qualcos’altro, in quel suo ritmo spirituale inconsapevolmente ponderante e”tartarughesco”. Qualcosa di nobile, e di infinito in qualche modo. Qualcosa che necessita di molto tempo, per farsi strada. Ma qualcosa di inarrestabile, di terribile, di inesorabile: di VERO.  I primi anni, l’altro lo guarda dall’alto in basso, senza farsene accorgere naturalmente : Lo vede lento, insicuro, vulnerabile. Lo disprezza, come solo gli altezzosi hanno l’ardire di fare verso i propri fratelli; ma ne ha anche bisogno….Solo in compagnia di qualcuno che reputa a se inferiore, il cavallo altezzoso si sente sicuro di se stesso. O forse “vivo”, visto che proprio non riesce a prendere a brillare, di luce propria interiore. Comunque, il secondo cavallo non è neppure abbastanza sveglio, non i primi anni, da avvedersi di quanto infida sia la sua compagnia. Procede, inconsapevole, ma intanto sempre diretto a fare la cosa giusta, e scegliere e sbagliare; ma non demordere. A scegliere, fino alla paranoia, sempre la strada più irta..  Curioso di se stesso.E con il passare dei giorni, dei mesi, degli anni, i due compagni di viaggio, si distanziano senza avvedersene sempre di più. Il primo, si fa sempre più indolente, pesante, spento. Le scuse e le giustificazioni per le scelte non fatte, per le occasioni non colte, per le sfide non accettate, si sono sedimentate a tal punto, nelle profondità dell’essere, da scacciare l’anima dalla propria dimora. E’ diventato un “tuttologo” un maestro teoretico, della vita in teoria, il cavallo che sembrava spaccare il mondo. E’ ontologicamente e spiritualmente morto, ora: Eppure, miracolo o forse tragedia degli esseri umani, molti riescono a continuare a vivere biologicamente anche decenni, dopo aver assassinato la propria anima.  Peccato, che a questo punto vivono unicamente della propria invidia, e nutrendosi, come vampiri, dell’energia altrui. Ma intanto, continuano a pascersi nell’illusione di essere vivi…  L’altro cavallo , invece, è cresciuto enormemente. E non ha fatto perno che sulle proprie forze, sul proprio amore; e su un profondo rispetto per l’umanità. Il suo corpo è ed è stato segnato da cicatrici innumerevoli, e da ferite ancora aperte, che chissà se si rimargineranno un giorno, continua a zampillargli, di quanto in quanto, sangue direttamente dal cuore. Ma il cuore non è indebolito,  stanco, o fiacco. Il cuore, è al contrario stato reso più forte, più grande, più capace, per uno strano, magico miracolo di natura, proprio dalle innumerevoli vicissitudini affrontate; e dal modo in cui ha imparato, puntando i piedi, digrignando i denti e tirando fuori l’impossibile dai fondali della propria anima, a vincerli. La sua anima, perciò, è viva e vegeta, al contrario dell’altra. E la bellezza che egli ha accumulato, proviene proprio da quell’anima. Una prova? Guardate entrambi i cavalli negli occhi! Osservateli, i portali di quelle due anime. Gli occhi del primo cavallo, se solo saprete soffermarvici, vi accorgerete che hanno come un sottile velo; un patina. Sono opachi.. Sempre. Gli altri, invece, brillano….sempre. Quando soffre, così come quando gioisce. Curioso di se stesso. Un bel giorno, le due strade si separano definitivamente. E’ giusto che sia così. Sopraggiungono, naturalmente, recriminazioni e pensieri stupidi e contingenti da entrambe le parti. Ma la verità, è che questi due cavalli, davvero, non hanno più niente da dirsi. Il primo non lo sa, ma è talmente grasso e appesantito, che non si muove neanche più. E dalla sua pressoché assoluta immobilità, lancia sentenze, emette verdetti, condanna e assolve. Lo zoppetto, invece, è diventato uno splendido stallone; anche se ancora, ed è il suo male ma anche il suo bello, non se ne rende conto. Corre, galoppa: non sa più cosa sia la stanchezza, quando mastica e assapora la vita. La paura, è ora definitivamente la sua migliore alleata. Non importa cosa gli capita: è ormai capace di trasformare ogni cosa che gli viene incontro, in uno strumento, una freccia, per cogliere silenzioso il centro del proprio essere. Curioso di se stesso. E’ felice, l’ex-zoppetto. E non perché la vita, finora, gli abbia riservato un bel paese dei balocchi. Ma perché ha acquisito sufficiente stima in se stesso, da sentirsi vivo di quella vita, che solo i guerrieri spirituali arrivano a sperimentare. Perennemente al centro di un mondo di folli, egli sa restare quieto. Perché ha guadagnato, se l’è guadagnato tra lacrime e sangue, il proprio centro. Così, non è più la pedina di nessuno. Non importa, dunque, quanto gli possa venire incontro.  interrogativo: e non , l’immagine sterotipata di come qualcun altro vorrebbe-vederlo-essere. Nella sua umiltà, un’umiltà però molto combattiva, in certi momenti si sente libero.  E CURIOSO DI SE STESSO. Curioso di se stesso. Il primo cavallo, invece, ha con il tempo “sviluppato” un marchio inconfondibile sul fianco. Un marchio a fuoco, che però ha tratto consistenza e risalto non da un’unica bruciatura violenta patita; bensì, da un milione di scelte pienamente attive e contro producenti. Il marchio, che lo rende tanto comune e gli permette di passare ahimè inosservato in un mondo di suoi pari, è quello dell’invidia. Da qualche parte, dentro di sé, lo sa che tutto ciò che ha fatto, è stato tentare di contraffare la vita: tentare di fregare l’imparziale giudice del buono e del vero. Non conosce la pace, l’ex provetto corridore. Quelle poche volte che incontra l’antico compagno, non riesce più a guardarlo dall’alto in basso. Si sforza fino allo spasimo. Ma la sua contraffazione non “tiene”, neppure di fronte a se stesso.  Si sente male, si sente divorare le viscere da un sentimento…anzi da una pandemica energia senziente, che non vuole a nessun costo ammettere appartenergli.  I due, si scambiano ora due parole. L’ex zoppetto, non conosce l’invidia, giacché non l’ha mai conosciuta. Rivolge pertanto solo domande cortesi; ma la sua anima è lontana, perché il disprezzo, quello vero e non contraffatto, ora è abbastanza maturo per provarlo senza rimorsi. Ha smascherato quello che doveva essere smascherato di se stesso. Perciò, sa riconoscere un maschera di qualsiasi tipo essa sia, quando la incontra.  L’altro, la “maschera”, compete da parte sua, invece, fino allo spasimo; e fino allo spasimo si sforza di non fare capire all’altro che di competizione si tratta. Questo oramai per lui, significa comunicare. Gli inautentici, gli invidiosi, amano evidentemente in maniera particolare, competere quando proprio non c’è un bel nulla da competere…. Curioso di se stesso. Compete; ma è tutto inutile. Un altro sguardo, altre due parole, e i due si separano. Le loro strade, del resto, si erano disgiunte già molti anni ora sono. Era solo, e questo “solo”contiene il tesoro dei tesori, la chiusura di un cerchio.  Le loro strade, si erano separate da molto, molto tempo. Per la precisione, dall’esatto momento in cui il primo scelse la via dell’inautenticità, ovvero di mascherare al mondo e a se stesso la propria paura di divenire ed essere…mentre l’altro scelse di chiamare, semplicemente, la propria paura, “paura”; per poi vedere cosa potesse mai fare, al riguardo.  La vita, è solo questione di cuore. Un abbraccio controcorrente  David The Hurricane Di Bella 

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