curvă curvă

La punizione per aver perso il treno che avrei dovuto prendere è più terribile del previsto, salgo su quello dopo e succede che…
-due posti più avanti di me due volgarissime ragazze parlano in dialetto di cazzi, herpes vaginali e strane vescicole (tutto il vagone sembra esserne interessato peraltro); 
-due posti più avanti di me, ma dall’altra parte della carrozza, un uomo, dopo aver doviziosamente controllato le istruzioni su come collegare gli auricolari a filo al suo cellulare, si mette a rappare in rumeno e si fa conseguentemente travolgere dalle movenze rap improvvisandosi un eminem in jeans e stivali con sperone (con sperone, giuro); 
-davanti a me una ragazza dalle dimensioni mitologiche (mitologiche) muove con insistenza la mano sui pantaloni zona cazzo del suo riccioluto e scheletrico (scheletrico) auschwitz-style boyz; 
-di fianco a me un finto manager in completo gessato discute animantamente di trading con qualcuno tramite il suo iphonebianco&auricolare e, nel frattempo, tiene sulle cosce almeno venti buste bianche che una ad una apre e da cui estrae un curriculum vitae che firma e richiude dentro la busta. 
Da notare che: -tutte queste personalità agiscono in contemporanea, creando un puttanaio karmico catatonico; 
-l’apoteosi coincide quando una voce ingota si erge a moralizzatore universale ed inveisce contro tutti e tutto dicendo “un po’ di decenza, per Sant’Antonio”;
-nell’etere, poi, si apprende che una delle due tipe è stata piantata dal moroso dopo avergli attaccato l’herpes genitale (che aveva preso con un altro ovviamente), ed il manager è appena 
stato licenziato.
In tutto ciò nulla può fermare la potenza del rap di Bucarest.