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Cyberbullismo

Da Scritturesocial

cyberbullismo

Il cyberbullismo è un fenomeno diffuso in rete ed è una delle piaghe dei social network. Si tratta di atti di bullismo, molestia, diffamazione, violenza (tra cui stalking) effettuati nel contesto del web o in qualsiasi altro canale di comunicazione che leghi la vittima al persecutore, direttamente o indirettamente: questi atti, infatti, possono continuare, come per esempio il protrarsi di ingiurie contro la persona, anche NON in presenza della stessa ma in comunità chiuse online come i gruppi di Facebook, le pagine con limitazioni della privacy e i profili personali.

Il fenomeno è balzato agli onori della cronaca a causa di suicidi oppure veri e propri omicidi nati in un contesto di cyberbullismo. Nel 2013 alcune pagine dei giornali sono state occupate da stupri di gruppo decisi su Facebook, da adolescenti e non.

Questo fenomeno si associa al mondo degli adolescenti ma, gli adulti possono diventare vittima di questo tipo di violenza al pari di un bambino: può essere sufficiente avere un’idea diversa da una certa “massa” perché questa si senta in diritto di disintegrare una persona sul piano personale e professionale. Spesso, questi aggressori non agiscono da soli ma, si fanno forza grazie ai sostenitori che, immancabilmente, sui social non mancano mai.

I social network, infatti, soprattutto per quanto riguarda il contesto italiano, sono luoghi in cui la violenza verbale e la quasi totale assenza di freni inibitori nel linguaggio, nei giudizi, nella comunicazione imperano a fronte di un ipotetico anonimato o ambiguità nel parlare.

Le istituzioni e le suole si sono attivate per codificare delle regole di controllo e di punizione rispetto a questi atti anche se appare chiaro quanta strada ci sia ancora da fare, soprattutto su Facebook, per riportare un gran numero di utenti al concetto di rispetto dell’altro, buona educazione, accettazione del rifiuto, responsabilità personale, civile e penale.

Esistono diversi tipi di cyberbullismo:

  • Flaming: messaggi online violenti e volgari (vedi “flame“) mirati a suscitare battaglie verbali in un forum/contesto social.
  • Molestie (harassment): spedizione ripetuta di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno.
  • Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare gratuitamente e con cattiveria la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, gruppi su social network ecc.
  • Sostituzione di persona (“impersonation”): farsi passare per un’altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili.
  • Rivelazioni (exposure): pubblicare informazioni private e/o imbarazzanti su un’altra persona.
  • Inganno: (trickery); ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici.
  • Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per provocare in essa un sentimento di emarginazione.
  • Cyber-persecuzione (“cyberstalking“): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura. [Fonte: Nancy Willard]

Nel mio blog personale ho parlato della mia esperienza con il cyberbullismo e di quanto mi abbia penalizzato nel breve periodo. In sintesi, la questione fu questa: dopo aver acquistato il mio cane, ho vissuto alcune esperienze spiacevoli, non ultime le malattie debilitanti, che il cucciolo aveva prima ancora del suo arrivo in casa mia. Ne ho parlato, nel massimo rispetto, nel mio blog di allora. Questo è stato un motivo sufficiente per scatenare il delirio più completo, che si è manifestato nello spiarmi/monitorarmi, nello scrivere falsità sul mio conto come per esempio che avevo rubato il cane (usando il mio nome), nel deridermi pesantemente infarcendo i post su Facebook di dettagli specifici sulla mia persona, nel minacciarmi direttamente. Dopo aver consultato più volte il mio avvocato, ho preferito scegliere la strada della chiusura di ogni canale che potesse anche solo lontanamente essere raggiungibile da questi professionisti nel loro settore. Avrei potuto denunciare queste persone perché avevo una marea di screenshot a disposizione. Ho preferito rinunciare al mio blog e a quel progetto, erigere dei muri invalicabili con quel mondo e allontanarmi dai luoghi fisici in cui la violenza si era perpetuata.

Mi sono attivata per superare quest’esperienza attraverso il confronto con le persone di cui mi fido, lo studio, l’apertura verso nuovi hobby, il seguire percorsi e attività capaci di ridarmi fiducia in me stessa.


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