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Cyberbullismo. Si toglie la vita dopo insulti su Facebook

Da Retrò Online Magazine @retr_online

By Alessandra Coppo

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Photo credit: photosteve101 / Foter / CC BY

Risale a due giorni fa la notizia di un nuovo suicidio dettato dal cyberbullismo. La vittima, una ragazza di 12 anni, Rebecca Ann Sedwick, che abitava a Lakeland, Florida, avrebbe deciso di togliersi la vita in seguito a pressanti insulti ricevuti su Facebook da parte di quindici ragazze sue coetanee. Rebecca, che a seguito di atti di bullismo era stata costretta a cambiare scuola, ha dovuto sopportare altre angherie anche nel nuovo ambiente fino all’ultima decisione: farla finita.

Rebecca non è la sola ad aver compiuto una scelta tanto estrema.
Il fenomeno del cyberbullismo, che ha preso piede negli ultimi anni, consiste nell’utilizzo di internet, telefoni o altri tipi di tecnologia per maltrattare e molestare ripetutamente i propri coetanei. Risale a gennaio la morte della bella Carolina Picchio, quattordicenne novarese, che era stata più volte criticata e denigrata pubblicamente su Facebook. Amanda Todd invece aveva conosciuto sui social network il suo aguzzino: un corteggiatore perverso che le aveva chiesto di passargli alcune foto in cui lei compariva a seno nudo. Dopo un anno Amanda scoprì che i suoi compagni di classe avevano visto le foto e da lì iniziò il suo calvario, fatto di sbeffeggi, insulti e scherzi di pessimo gusto. Dopo troppi mesi passati a combattere per la sua reputazione, cadde in una forte depressione che la portò al suicidio. Le vittime non sono solo persone appartenenti al gentil sesso, ma anche ragazzi, denigrati per la loro omosessualità. È il caso di Tyler Clementi, giovane statunitense, il cui corpo fu ritrovato alla fine del settembre 2010. Una sera il suo compagno di stanza mise una telecamera nascosta per filmare l’incontro amoroso di Tyler e ben presto il video iniziò a circolare su Youtube.

Che cosa si può fare per arginare un fenomeno di tale portata? È sotto gli occhi di tutti il dilagare dell’informatica tra i giovani, ma è anche vero che la generazione 2.0 non è stata educata ad usarla per fini utili e positivi. Nel momento in cui ragazzi adolescenti incontrano la rete è difficile che rimangano lontani da tutti i pericoli che in essa vivono. Un’attenzione maggiore da parte dei genitori e riscoprire la bellezza di un’adolescenza lontana dallo schermo di un computer potrebbero essere le basi per combattere il problema del cyberbullismo.


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