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D

Da Gabbianoj

D.

Questo post è stato scritto, prima di giungere su wordpress, su un file che si chiamava D, come “due settimane”. Dio, due settimane!! Non me ne ero mica accorto che erano passate addirittura due settimane dall’ultimo post.

Ho paura che il blog mi stia un po’ scivolando tra le mani, non so.

Eppure pensavo invece che sarebbe interessante scrivere un blog in inglese. Non che io sappia l’inglese così fluentemente da scrivere un blog come sono in grado di scriverlo in italiano, ma considerato che all’estero mi capiscono, credo di cavarmela (certo, però qui non c’è la gestualità!). Comunque, sarebbe sicuramente una buona occasione per praticare un po’ di inglese, secondo me un’ottima occasione. Perché l’inglese lo leggo più o meno tutti i giorni, ma scriverlo, creare, è un’altra cosa.

La mia prof. di inglese fece un buon lavoro, e soprattutto fece quello che ogni insegnante di inglese dovrebbe fare: parlare solo in inglese. Sì, solo che lo fece già dal primo giorno di lezione, e io, che alle medie l’inglese l’avevo fatto male, quel giorno non ci ho capito quasi niente! Poi, col tempo, è andata meglio.

Non so come sono finito a parlare dell’inglese… ah sì, il blog in inglese! mah, uno dei miei esperimenti, ma non credo di avere le risorse per seguirlo, anche se non è che uno deve scrivere come un forsennato.

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“Uh?” – dice l’alce qui vicino a me. O … non proprio dice, ma me lo fa capire con lo sguardo. E` un’alce peluche, comprata a Stoccolma. Tutta marrone, col muso simpatico. A volte sembra cambiare espressione, ma probabilmente sono solo io che proietto su di lei quello che mi passa per la testa. In effetti, commentava una persona un po’ di tempo fa, il mondo per certi versi è una nostra creazione, perché il mondo è ciò che percepisci, e quello stesso mondo può essere qualcosa di completamente diverso per altri, in quello stesso momento.

Be’, forse l’alce un po’ ha ragione, il mio flusso di pensiero di questa sera è un po’ strano e forse in parte inedito per questo blog, ma per me abbastanza comune.

Be’, per ora vi saluto.

Ps: ci spreco pure la tastiera, ma volevo aggiungere che sono stato tremendamente contento che a Sgarbi gli abbiano chiuso il programma alla prima puntata. Non l’ho nemmeno visto, ma sono contento perché lui, pur avendo una certa cultura, si è costruito un personaggio che fa della violenza verbale una delle sue caratteristiche principali, e questo lo detesto.

Ps2: invece oggi a dire il vero mi ha colpito molto la notizia di quel ragazzo in sedia a rotelle che un po’ riesce ora a camminare grazie a degli elettrodi. E mi viene in mente che riusciamo a volte – diciamo pure spesso – ad apprezzare ciò che abbiamo solo quando lo perdiamo, ma almeno ogni tanto dovremmo ripensare, come diceva Dickens, alle nostre fortune più che alle nostre sfortune.



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