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D’o – ****½

Da Eatitmilano @Eatitmilano

Ebbene sì, roba da non credere. Anche noi siamo riusciti ad approdare al D’O, il quotatissimo ristorante di Davide Oldani. Occorre fare una premessa, a nostro avviso, prima di recensire questo ristorante: se pensate di andare semplicemente ”a mangiare bene” nel ristorante di un bravo chef avete sbagliato approccio. Il D’O va affrontato in maniera diversa. Si parla di cucina come arte in questo caso, e l’arte, che piaccia o no, in quanto tale va affrontata come esperienza. No, non ci siamo bevuti il cervello e non stiamo esaltando impropriamente la cucina di Oldani, sappiamo che a molti non piace e non piacerà. Questa volta siamo semplicemente dell’idea che, seppure ben diversa,calcando un po’ la mano per far arrivare il concetto, la cucina del D’O deve un po’ essere affrontata come la cucina molecolare di Ferran Adrià, soprattutto se siete abituati alla cucina tradizionale («Il cliente ideale non viene a El Bulli per mangiare – diceva Adrià - ma per provare un’esperienza»). Anche in questo caso, dunque, non stranitevi per accostamenti inaspettati e strane presentazioni: fa tutto parte dell’esperienza D’O, da provare almeno una volta.

D’O – ****½
Dove si trova: via Magenta 20, Cornaredo - frazione San Pietro all’Olmo (MI)

Tel.: 02.9362209

Tipologia del locale: ristorante

GLI SPAZI: Un locale piuttosto piccolo ma ben curato, con arredamento in legno chiaro e scuro a contrasto e moltissime fotografie dello chef alle pareti, forse un po’ troppe. Incuriosiscono i bicchieri e soprattutto le posate, o meglio, la posata: cucchiaio, forchetta e coltello insieme. Dopo un trauma iniziale ci si rende conto che la posata è studiata molto bene, è comoda e usabilissima e, diciamolo, divertente. So che vi starete domandando: “E se devo tagliare qualcosa come faccio con una posata sola?” tranquilli, ce lo siamo domandati tutti, portano il coltello!

IL CIBO: Strano, ma buonissimo. Il punto di forza di Oldani secondo noi è il saper creare piatti originali e molto gustosi con ingredienti base. Il suo menu è stagionale, ed è per questo che noi non siamo riusciti a mangiare la tanto rinomata cipolla caramellata che è stata sapientemente sostituita con la melanzana caramellata….. Divina. Ma veniamo al dunque. Per tavoli da 6 persone in su lo chef impone un menu di piatti preselezionati, con impossibilità di scegliere à la carte.  Ecco cos’abbiamo mangiato:
- Melanzana caramellata
- Finferli alla liquirizia su fettine di mela caramellata con gelatina di mela e marmellata di cipolle
- Risotto ai porcini con arancio e mela
- Nasello con crema di burro bianco e chiodini
- Vellutata di zucca e zenzero con gnocchetti verdi, spugnole e bottarga
- Dolce con mousse di nocciole, gelato ai funghi e meringa
Entrando nell’ottica dell’esperienza, e non della “mangiata” (anche se vi assicuriamo che si esce molto pieni), ecco le nostre osservazioni: la melanzana, servita con gelato salato, è semplicemente divina, ma sicuramente è strano affrontare un dolce di questo tipo a primo impatto. Nel piatto con i finferli sicuramente grande contrasto è quello dato dalla liquirizia, un sapore molto forte ma che non copre e che, al contrario di quanto pensassimo, con i funghi sta molto bene. Buonissimo il risotto, ottima la cottura e forte il contrasto con l’arancio, anche se, anche qui, non copre il sapore. Punto di forza del nasello, pesce molto semplice, è invece la crema al burro bianco, delicata e gustosa. Personalmente poco apprezzata da chi scrive la vellutata, troppo forte lo zenzero e poco gradite le spugnole. Vera esperienza della serata, però, dopo la melanzana caramellata, è stata quella del dolce: qui è arrivato il famoso gelato di Oldani che tanto aspettavamo di provare. Un gelato ai funghi per dolce, sapientemente abbinato a meringa e nocciole, mai avrei pensato di mangiare dei funghi per dolce. Noi siamo rimasti molto soddisfatti, ma ora il menu è cambiato, tocca a voi farci sapere.

I PREZZI: Per la nostra esperienza, i prezzi non sono stati così “popolari” come tanto si dice, visto che per il menu suddetto e per un vino piuttosto semplice abbiamo pagato 100 euro a testa, ma per correttezza di informazioni dobbiamo dire che tanti amici hanno pagato molto meno di noi, con tanto di vino: dai 35 ai 50 euro a testa. Nel prendere 5 portate alla carta (che comunque sono molte) si spende circa 70 euro. Convenientissimo a mezzogiorno.

ALTRO: Non abbiamo dato 5 stelle al ristorante non perché la cena non sia stata ottima ma perché siamo dell’idea che un ristorante “pop” (popolare) se vuole esser così definito dev’essere un po’ più accessibile. Purtroppo bisogna prenotare con circa 5 mesi di anticipo e, nonostante il menu fosse ottimo, spiace non avere la possibilità di scegliere un menu alla carta se si è in un tavolo da 6. Molto gentili ed educati i camerieri e tutto il personale, anche Oldani passa continuamente fra i tavoli ed è molto disponibile per tutto.



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