…ovvero, come stordire il prossimo con altri mezzi affinchè perda di vista i difetti e si concentri su altro. Questo è un estratto dal secondo capitolo dove ho analizzato casi umani (di carne ed ossa o dipinti) di bruttine che hanno fatto il salto e sono state universalmente riconosciute come Oper d’arte, Regine di stile o Fashion Icon! Da ammirare e copiare…
“Rubo ancora all’arte per parlarvi di una che ha veramente ottenuto degli ottimi risultati: del suo aspetto imperfetto e un po’ equivoco ne ha fatto un capolavoro. La Gioconda. Detta anche Monna Lisa ci è stata regalata dalle sapienti pennellate di Leonardo Da Vinci intorno al 1500. Lei si che è bruttina per davvero, soprattutto se la paragoniamo agli altri ritratti di dame, anche solo alla sua collega, La Dama con l’Ermellino, dello stesso pittore. Questo dipinto nasce originariamente come ritratto della Signora Lisa Gherardini (quindi una bruttina in carne ed ossa) moglie di Francesco del Giocondo (quindi una bruttina sposata); da qui il doppio nome “Monna Lisa” e “Gioconda”. La storia ed i racconti su quest’opera si sprecano. Ma il succo non cambia: lei è una donna passata da bruttina a capolavoro. Lisa ha il volto tondeggiante come una luna piena, con un piccolo accenno di doppio mento. La fronte alta e spaziosa ed i piccoli occhi dal colore imprecisato con tanto di borsette a contornare il tutto (sotto, perchè sopra le mancano anche le sopracciglia). Il naso è dritto ed importante, sovrasta imponente la bocca piccola e rosea…Il colorito della pelle vira al giallo, con qualche punta di verde: insomma, non si direbbe che è “in salute” e nemmeno che si è truccata di prima di farsi ritrarre. Ma a lei del trucco non le importa. Ha altre armi da sfoggiare. I capelli sono lunghi, in fondo riccioletti, in testa attaccati ed un po’ unti, con quella divisa al centro tanto retrò. Dal piccolo collo scendiamo alla profonda scollatura, un po’ petto di pollo con spalluccia ricurva, ma si percepisce una generosa sesta di reggiseno, pardon, di corpetto. La posa è plastica-con-nonchalance e le minute manine con dita affusolate si appoggiano gentilmente sulla sedia. Bruttina. E beffarda. Consapevole delle carenze estetiche è ricorsa ai trucchi del mestiere: la posizione rilassata e disponibile, l’abito (che fa il monaco, credetemi) scollato dove serve, con un morbido panneggio dove deve coprire, il velo a nascondere quei capelli attaccaticci e una passata di ferro a ravvivare i ricci. Ed infine l’arma segreta: la sua espressione! Un sorriso appena accennato ma decisamente magnetico; se osservato per qualche secondo sembra diventare quasi una risata, gli angoli della bocca che vanno verso l’alto e quell’occhio che vi sembrava da triglia si allunga tipo occhi-di-gatto. Ti guarda, fiera e tronfia e ti dice “Ci sei cascato anche stavolta”. Effettivamente ci siete cascati, voi e tutto il resto del Mondo. Stregati da questa dama bruttina che ad un primo sguardo sembra un uomo (ironica, a questo proprosito, la provocazione di Duchamp che la vede remixata in una versione moderna con un bel paio di baffi da sparviero). Soggiogati da una piccola donna (ci si aspetta un mega-quadro, in realtà è inquadrata in 55*77 cm), rapiti da quel non-so-che che vi intriga a tal punto di definirla “un’opera d’arte”. Lei ha vinto. Bruttina, baffuta, iper-ammirata e super-desiderata. A tal punto di essere stata anche rapita (nel 1911) da un pazzo che voleva godere di tutta la sua bellezza da solo (o che voleva rivenderla al miglior offerente e pagarsi la villa a Miami). In ogni caso aveva capito il suo valore. E la Bruttina-Lisa, soddisfatta, continua a sorridere…”
Se questa storiella vi è piaciuta, le mie analisi su altri personaggi le trovate sul libro!
E voi? Avete capito come valorizzarvi? Mentre ci pensate…godetevi il fine settimana!