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Da Buffy a The Vampire Diaries: l'evoluzione dei Teen Drama soprannaturali
Creato il 26 agosto 2011 da Alessandraz @RedazioneDiarioBuffy The Vampire Slayer e The Vampire Diaries sono entrambe due serie televisive di culto a tema vampiresco destinate, in apparenza, ad un target adolescente. Nonostante alcune similitudini, confrontarle è come accostare due mondi diversi, soprattutto perché sono state concepite e sono appartenute a due epoche diverse, anche se non così lontane cronologicamente. È necessario un minimo di quadro temporale: BTVS è andata in onda negli USA dal 1997 al 2003 (in Italia è arrivata dal 2000 al 2005), mentre TVD inizia nel 2009 e ora i fan attendono la terza stagione in onda dal prossimo 15 settembre. Tra questi due periodi intercorre circa un decennio, ma deve sicuramente essere considerato anche il fenomeno mondiale che ha fatto sbocciare definitivamente questo nuovo fertile trend: nel 2008 esordisce nelle sale cinematografiche Twilight, successo che non si è ancora concluso, giacchè i twilighters attendono con impazienza il 16 novembre Breaking Dawn, prima parte. Con queste coordinate temporali non si vuole solo sottolineare l'inflazionamento del mercato cinematografico a causa di numerose fiction sui vampiri (cosa che può far piacere agli amanti del genere vecchi e nuovi), ma soprattutto porre in risalto una serie cult nel decennio scorso: Buffy The Vampire Slayer, una serie tv teen-horror che può essere messa in relazione con la grandissima diffusione di storie a sfondo vampiresco e soprannaturale, legate a un fandom vivacissimo e intercontinentale
. Senza Buffy non ci sarebbe stato The Vampire Diaries, tanti elementi ce lo suggeriscono, ma le star di TVD riconoscono anche le ragioni del loro successo nel fenomeno Twilight, sebbene la saga da cui il telefilm trae origine fosse precedente ai libri della Meyer. E' opportuno sottolineare che su BTVS si sono spesi innumerevoli volumi a vario titolo e di approfondimento, in particolare perchè ha saputo donare una notevole svolta all'autorialità nella creazione dei telefilm grazie al genio di Joss Whedon. Si è creata una vera e propria icona: Buffy LA cacciatrice di vampiri, una ragazza esile e bionda, che invece di essere la vittima è una donna guerriera, e nemesi dei vampiri stessi. Un contenuto profondamente femminista che Joss Whedon ha voluto apertamente proporre e che si collega a tutta una serie di donne combattenti della fiction che, intorno a quel periodo, da spalle fragili e indifese dell'eroe di turno sono invece diventate protagoniste. Vediamo dunque quali cambiamenti sono avvenuti passando attraverso Twilight per arrivare a TVD e investighiamo provando a delineare le somiglianze e le differenze fra le due serie televisive. DIFFERENZE La tematica di genere: fenomenologia delle eroine. Se Buffy, la protagonista di BTVS, è la prescelta, quella coi superpoteri e leader del suo gruppo, la dolce Elena di The Vampire Diaries, invece, è solo umana e spesso recita la parte della donzella in pericolo. Mentre Buffy, durante le sette stagioni, parte dal dato acquisito della sua superforza, e solo in seconda istanza fa i conti con la sua umanità, venendo lentamente e dolorosamente a contatto con le parti oscure e quelle fragili di sé, Elena deve fronteggiare da subito la condizione di “ragazza che deve essere salvata” e nel corso di due stagioni diviene una donna che non vuole abdicare alla sua umanità (confessa infatti a Stefan che nonostante l'amore che nutre per lui non vorrebbe essere trasformata in una vampira). In netto contrasto, ovviamente, con Bella Swan che fin da subito per amore di Edward palesa il suo intenso desiderio di mutare la sua natura per congiungersi per l'eternità al suo amore. Il punto è forse che per Bella la natura umana è permeata di eterna goffaggine, mentre Elena si delinea volutamente in opposizione alla pallida eroina di Twilight: la ex cheerleader di Mystic Falls lotta per l'indipendenza, contrastando la tendenza dei due fratelli Salvatore (soprattutto Damon) a scegliere al suo posto. Non ha doti soprannaturali, ma dirige gli eventi con un coraggio e una forza che vengono sublimate e messe in risalto col procedere delle stagioni. Gli autori devono aver agito, per quanto concerne il suo personaggio, prendendo atto delle critiche di passività rivolte a Bella, che in Twilight possiede un unico potere: l'autolesionismo. Lo si nota in Eclipse nella scena in cui si ferisce il braccio per distogliere l'attenzione dai cattivi, Victoria e Riley, da Edward che sta per soccombere. Il potere del sacrificio di sé, molto antico e non molto gradito al femminismo. Anche Elena tende al sacrificio, per salvare dal vampiro originario Klaus le persone che ama, ma con una diversa forza di carattere e con un'energia costante nel farsi rispettare da quelli che vogliono salvarla anche contro la sua volontà. Inoltre, trova vie alternative per risolvere i problemi: il suo contributo è il valore aggiunto della sua intelligenza. Buffy (superpotenziata) < Elena (il potere della pura umanità) > Bella (ipopotenziata) Per il bene superiore. Un'altra differenza risiede nella natura delle minacce che gli eroi devono fronteggiare e della natura stessa del loro eroismo. Buffy, Willow, Xander, Giles e altri combattono i nemici per la salvezza del mondo, poiché Sunnydale si trova sulla bocca dell'inferno. La fine del mondo è sempre alle porte tanto che la battuta è spesso: “L'apocalisse sta arrivando!” “Un altra?”. Mystic Falls è un altro crocevia di forze maligne e lo si scopre nel corso delle stagioni. Gli ignari abitanti, però, non sono direttamente minacciati (se non alla fine della prima stagione), giacchè la focalizzazione principale è su Elena. Tutto si muove per salvare lei, che, a sua volta, fa di tutto per salvare quelli che vogliono salvarla. La minaccia è circoscritta ad un unico, o quasi, personaggio, ristretta a un interesse privato o quanto meno locale. Eroi borghesi? Questione di autorialità. Quest'ultimo punto riguarda la concezione unitaria e, appunto autoriale, dalla presenza fortissima in Buffy: la serie di Joss Whedon è uno spettacolo completo che mischia in modo voluto e coerente i generi, ma dà anche completa soddisfazione ad uno spettatore avvertito. Con i frequenti riferimenti alla cultura popolare e colta interroga l'intelligenza a più livelli, coinvolgendo attarverso le storie di tutti i personaggi in modo profondo, perché lo sviluppo di ciascuno di essi avviene nel corso di ben sette anni in un'evoluzione articolata e meditata. Kevin Williamson e Julie Plec, i creatori di The Vampire Diaries, stanno svolgendo un lavoro notevole, benchè non si possa dire che siano all'altezza di Joss Whedon. Hanno deciso di dare minore preminenza allo sviluppo verticale delle storie (non esiste negli episodi il nemico di turno, a differenza di BTVS), ma la vicenda procede sostanzialmente in orizzontale; riescono a donare alle vicende un ritmo tesissimo che incalza lo spettatore con frequenti colpi di scnea. I personaggi possono morire, altra caratteristica del modo di concepire le storie di Joss Whedon, e gli spettatori e gli attori stessi non possono mai essere mai sicuri di nulla. In questo modo danno anche agli attori le occasioni per dimostrare la loro versatilità e il loro valore. Per esempio la protagonista femminile Nina Dobrev può interpretare due ruoli opposti con la dolce Elena e la perfida Katherine, Caroline da perfida cheerleader è diventata una affidabile Barbievampira, Paul Wesley, il fidanzato/vampiro buono Stefan, può esplorare il lato oscuro del suo personaggio (nella prossima stagione lo vedremo al top della crudeltà) e Jan Somerhalder affronta le altalene emotive del caratteriale Damon, con buona volontà e una certa sensibilità. L'estinzione degli adulti. Un'altra differenza è la mancanza di un adulto di riferimento in The Vampire Diaries. Se paragonassimo il ruolo dell'Osservatore di Buffy, Giles, con Alaric Saltzman, il professore/cacciatore di vampiri, vedremmo come, per essere due serie ambientate al liceo, il bibliotecario, che guida Buffy alla conoscenza dei suoi poteri e delle sue responsabilità di cacciatrice, è un punto di riferimento molto più importante (e sostituto della figura paterna) rispetto all'aitante professore di storia. Entrambe le figure sono di secondo piano, ma in TVD l'adulto non è più strettamente necessario. Tristemente lo conferma la sorte della adorabile zia Jenna. Questo fattore testimonia un cambiamento nella società contemporanea. L'elogio della bellezza. Un'altra differenza risiede nel tono estetico generale. Le ambientazioni, le scenografie e le stesse scelte degli attori in The Vampire Diaries puntano verso un maggiore estetismo: eleganti, glamour, le dimore, le situazioni, i contesti. BTVS risentiva forse di un budget inferiore, ma probabilmente conta il fatto che sia trascorso un decennio. La casa dei fratelli Salvatore, la dimora dei Lockwood, le rievocazioni storiche frequenti danno uno tono più raffinato alla serie. Il fine di accattivarsi i fan è manifesto nell'accurata scelta del casting, per il quale è d'obbligo una dose considerevole di bellezza. SOMIGLIANZE Il triangolo amoroso. Una donna, due vampiri. Questo aspetto, centrale in The Vampire Diaries con la contesa della bella Elena tra i due fratelli Salvatore, è invece diluito nel tempo in BTVS, giacchè la Cacciatrice ama il vampiro con l'anima, Angel, e solo dopo la sua partenza cade nella rete del fascino malandrino e buffo di Spike, figura assolutamente indimenticabile. Il triangolo amoroso evolge in sette lunghe annate, nelle quali la vita sentimentale di Buffy vede svariate evoluzioni.
Nello spin off Angel il focus si sposterà nella rivalità, e tout court nel rapporto, fra Angel e Spike in assenza della Cacciatrice, e la sagacia e la finezza psicologica messe in opera dagli sceneggiatori, nell'esplorare tale rapporto, sono davvero notevoli. In TVD invece il triangolo è l'anima della storia: il gentile Stefan è messo in ombra da Damon con il suo fascino da bad boy e successivamente, in un'altalena che dà soddisfazione alternativamente ai fan “Delena” e ai fan “Stelena”, Damon si sforza di cambiare e Stefan rispolvera il suo lato crudele da drogato di sangue. In questo, le somiglianze con Buffy The Vampire Slayer sono più chiare: anche Angel a tratti cede il passo al crudele Angelus, la versione senz'anima, e Spike si redime per amore della Cacciatrice. Bad boys. Non ci si può esimere dal confrontare Spike con Damon. Ardua impresa perché anche se Ian Somerhalder è uno spettacolo della natura e dà sensibilità e verve ironica al personaggio, anche grazie alla sceneggiatura, non si può negare che James Marsters sia un attore di altro livello e che il personaggio di Spike ha sfumature, lati umoristici e profondità che Damon può solo sognare, anche se nel fratello pazzo e impulsivo, ma ironico e capace di battute fulminanti, si vedono chiaramente le tracce di Spike. Qui soprattutto si vede il debito di TVD nei confronti di BTVS. Nel caso di Damon, comunque, si può sperare nelle successive stagioni, nelle quali il personaggio può maturare e assumere diverse sfacettatura psicologiche e caratteriali. Spike si giova di un cambiamento lento e graduale decisamente ben studiato e ritagliato addosso all'attore. Il cattivo Spike si affaccia nella vita della Cacciatrice come il bad boy del periodo, poi viene privato della capacità di uccidere gli umani da un chip inserito nella sua testa, ed inevitabilmente viene quasi costretto ad avvicinarsi al gruppo di Buffy. Solo col tempo si rende conto di essersi innamorato di lei e poi, dato che lei non si sogna nemmeno di corrispondere, il processo di “elevazione” è faticoso. Nella sesta stagione lui si accontenta del sesso con lei, turbata profondamente dall'ennesimo ritorno dal mondo dei morti, per poi comprendere che il cambiamento deve essere radicale e, con dolore (con molto più dolore di quanto non avvenga per Damon), si riprende l'anima per essere degno di lei. La fiducia di Buffy e, in definitiva, il suo amore li conquista davvero solo nel finale. Gli sceneggiatori di TVD, invece, hanno accellerato sensibilmente i tempi, in una contrazione frenetica che sembra il tratto distintivo della serie e anche probabilmente del suo successo. Damon si innamora prestissimo di Elena, e altrettanto presto intraprende il training per cambiare e conquistare la sua stima. In modo piuttosto verosimile, comunque, subisce gli scompensi di una vita di virtù per cui non si sente tagliato. Da un punto di vista morale viene perdonato ed espia molto più facilmente di quanto non accada al povero Spike: una differenza che può essere frutto dei tempi e della percezione comune a livello sociale. La sua evoluzione, comunque, e le sue possibilità di essere amato dalla protagonista Elena sono il vero cuore pulsante della serie. La famiglia d'elezione. Un'altra somiglianza interessante è la formazione di una famiglia sui generis, in tutte e due le serie. Buffy Summers con la Scooby Gang mette insieme un gruppo affiatato, unito dall'amicizia e dallo scopo comune della salvezza del mondo; umani come Xander e Giles, streghe e demoni come Willow e Anya, vampiri alternativi come Spike ed esseri umani/magici come Dawn insieme costituiscono una famiglia d'elezione che costituisce una grande forza che consente a Buffy di fare la differenza rispetto alla cacciatrice che l'ha preceduta. In The Vampire Diaries Elena, Stefan, Damon, Caroline, Bonnie e Alaric sono una famiglia simile. Ci si difende, ci si sostiene, si cresce. Il gruppo è più forte del singolo, il rapporto affettivo reciproco dialoga continuamente con la forza centrifuga del solipsismo. La difficile strada della costruzione dei rapporti è quella più vantaggiosa e feconda anche per la propria crescita umana. Si possono notare dei paralleli con Twilight, nel quale Bella semplicemente entra nella famiglia dei vampiri, e in Harry Potter. Per il giovane maghetto inglese la famiglia d'origine, gli zii babbani, è un solenne fallimento, per cui la famiglia d'elezione è quella che si forma con Ron, Ermione, Hagrid e Silente come figura paterna di riferimento. La famiglia d'elezione come ponte fra le diversità. La creazione di questa famiglia alternativa è il mezzo attraverso cui si accoglie la diversità. Il mondo esterno, in entrambe le serie televisive, è diviso in Umani, tenuti all'oscuro dell'esistenza del soprannaturale o schiacciati dalla paura che non di rado sfocia in violenza, e nel sottomondo “demoniaco” che scorre per vie parallele. Gli uni hanno paura e diffidenza nei confronti degli altri. La congrega degli Osservatori per Buffy è il simbolo della gestione “bellica” dei rapporti col mondo sovrannaturale. Il diverso deve essere distrutto. Per la Scooby Gang la distinzione, invece, non è fra umani e vampiri & Co., ma fra buoni e cattivi in modo trasversale. Similmente, in TDV, Elena è il fulcro di un gruppo variegato, mentre all'esterno la mamma di Caroline è disposta a uccidere la figlia perché è diventata un vampiro. L'affetto le fa cambiare idea e diventa una lente per comprendere davvero che quella che ha davanti è ancora sua figlia. In Twilight l'affetto per Bella fa dialogare e collaborare le stirpi ancestralmente nemiche dei vampiri e dei licantropi. La famiglia d'elezione è un crocevia che consente il superamento del razzismo e dell'odio cieco per le diversità. “Si conosce bene solo col cuore: l'essenziale è invisibile agli occhi” (Antoine de Saint-Exupery). Elena continua ad amare Stefan anche dopo aver compreso chi davvero sia, vede il dolore in Damon al di là delle apparenze malvagie, conferma il suo affetto per Caroline anche se è diventata vampira. Come Buffy, la cacciatrice che con i suoi comportamenti rompe tutti i codici che le erano stati imposti, Elena giudica liberamente e non in base a un preconcetto. L'universo femminile viene proposto come il centro pulsante della conoscenza affettiva, l'unica conoscenza vera e libera da pregiudizi.
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