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Da Futurenet a Tomorrow: la nuova sfida di Stefano Martinetto

Creato il 30 marzo 2012 da Controstilefashion
Un business model per supportare a 360° la creatività e i brand del futuro
Dopo Futurenet Group Stefano Martinetto annuncia il nuovo progetto Tomorrow. Da Milano a Parigi passando per Londra, nasce una piattaforma multi-service per supportare e promuovere una scuderia di promettenti designer.
Dopo aver consolidato una solida expertise sulla distribuzione internazionale di nuovi talenti, Stefano Martinetto lancia un’impresa tutta rivolta al futuro, anche nel nome:Tomorrow.  L’avventura parte agli inizi del 2011, quando Martinetto entra in contatto col giovane showroom londinese Tomorrow, specializzato su brand inglesi up&coming; il successo di questo sodalizio prende forma immediatamente e Martinetto assume la carica di CEO studiando l'integrazione con la business unit italiana di Futurenet Group per sviluppare insieme il futuro delle due imprese.
L’assetto societario da gennaio 2012, è formato da Tomorrow London Limited casa madre in cui Martinetto è entrato con una partecipazione al 50%, e Tomorrow Milano srl, la consociata italiana. Stefano Martinetto è CEO di entrambe le società. Tomorrow London Limited, che ha comprato la business unit di Futurenet Group, è controllata  al 50% da Martinetto e per il restante 50% appartiene a Saturday Group, conglomerata inglese che raccoglie aziende operanti su diversi segmenti, tra marketing, comunicazione e distribuzione. Fondata nel 2003, Saturday Group ha sedi a Londra, New York e Los Angeles, una struttura nota soprattutto per la forza delle sue divisioni marketing, advertising, media, web e per l’agenzia di pr Relative|Mo.
Dalla sinergia dinamica di queste competenze, tutte essenziali per lanciare un brand, è nata l’idea di Tomorrow, piattaforma che mette al servizio dei designer non solo un consolidato know how, ma anche tre showroom dislocati nei centri più importanti, Londra, Milano e Parigi e il temporary showroom a New York ospitato da Renzo Rosso nell'Only the Brave building di Chelsea. Proprio per raggiungere solidità nelle vendite ha rappresentato un passo importante l'apertura dello showroom permanente di Parigi , 850 metri quadri di rara bellezza che ospitano anche la sede del brand Rue du Mail, disegnato da Martine Sitbon. Con questo network internazionale, Tomorrow permette non solo di favorire l'accesso ai punti vendita più importanti del mercato, ma contribuisce anche alla crescita organica e organizzativa dei brand, grazie alle esperienze maturate nei vari campi dai board member.
 “Quello di Tomorrow è un business model interessante, un mix tra lo showroom multibrand e l’azienda multi-servizi di stampo anglosassone, che integra diverse competenze manageriali, puntando sulla flessibilità e capacità di poter gestire servizi on demand, che molte piccole e medie aziende non sviluppano al loro interno. Un nome - quello di Tomorrow -  che abbiamo scelto perché retail friendly e naturale evoluzione di Futurenet, oltre a essere di buon auspicio perché guarda letteralmente al futuro” dichiara Stefano Martinetto.
L’azienda ha deciso di focalizzarsi su 3 segmenti di mercato:  womenswear & menswear high end, womenswear e menswear contemporary e accessori. Tra i brand in portfolio, che derivano in parte dallo showroom londinese e in parte da Futurenet Group, sono: Roksanda Ilincic, Jonathan Saunders, Huishan Zhang, Richard Nicoll, Rue du Mail (by Martine Sitbon), Simon Spurr, Hardy Amies, Markus Lupfer, Issa London, Vince, Willow,  R.d.M. , Emma Cook , Mr Hare e il brand giapponese Autenthic Shoes.
Conclude Martinetto: “Quando i buyer arrivano nei nostri showroom hanno l’impressione di trovarsi in un piccolo department store in cui si evince la forte coerenza tra i marchi con un’offerta che spazia da brand emergenti e high end, marchi in fase di riposizionamento, contemporary sia per uomo sia per donna, fino alla demi-couture per la donna e il sartoriale per l’uomo. Nei prossimi mesi l’obiettivo è di affinare la scelta dei marchi in cui dovrà esserci un equilibrio tra capacità di generare un volume di vendita e marchi di ricerca e più sperimentali”.

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