Dopo aver visto il film Noi credevamo, la curiosità di saperne di più su questa donna non mi ha dato tregua fin quando Diego non mi ha consigliato questo libro/biografia della Principessa dai mille volti.
Convinta che “con la volontà si può fare tutto”, eccentrica, è vero, ma geniale e d’intelligenza rara, questa donna, La Principessa Socialista ha gettato le basi della scuola pubblica, della scuola per tutti, anche per le donne, nella sua proprietà di Locate.
Ma si accorgerà presto con grande delusione che i “favoreggiati” di allora erano come i nostri politici di oggi che affermano che di cultura non si mangia: Alessandro Manzoni disse, infatti, in merito : “la mania di quella signora di diffondere l’istruzione fra i suoi contadini è la prova della sua follia. Quando quelli saranno dotti, a chi toccherà zappare la terra?” No comment!
La Principessa rivoluzionaria aveva , di fatto, capito - prima di Mazzini e di tanti altri - che “Ogni riforma è impossibile se il popolo non è educato a comprenderne l’importanza”! Solo emancipando le classi popolare era possibile sperare di liberare la Lombardia e l’Italia intera dalla tirannide. Come si poteva altrimenti pretendere che un misero contadino analfabeta, costretto a vivere come le sue bestie e con le sue bestie, potesse lottare per l’unità della nazione?
Visto che oggi non siamo più ignoranti (nel senso che, se vogliamo, possiamo avere accesso a certe informazioni), ci tengono in pugno con un vero e proprio terrorismo mediatico e una tale molle d'informazione da confondere anche i più volonterosi...
Leggendo questa biografia della donna definita L’onore delle donne italiana - ma a cui nessuna via/monumento è dedicato - si capisce quanto il nostro presente non sia altro che il nostro passato: “…la principessa non riusciva a capacitarsi del fatto che gli uomini del governo continuassero, con il nemico alle porte, ad azzuffarsi per le questioni più banali. Infatti, mentre i soliti profittatori badavano solo ad arricchirsi, i politici “puri” litigavano per le cose più stupide”. Non so voi ma, se invece di nemico, leggiamo crisi, a me ricorda vagamente qualcosa …
E se vi chiedete perché non faccia parte ufficialmente dell’elenco di coloro che hanno contribuito a unire l’Italia, la risposta sta nei suoi scritti senza bavagli. Articoli, libri e lettere in cui non temeva di svelare quello che allora non era di dominio pubblico: “mentre il rumore dei cannoni, fucili e campane a martello riempiva l’aria, mentre la morte si aggirava per le nostre strade, la maggior parte degli uomini che abbiamo nominato badava a spartirsi le cariche e ad assicurarsi la sua parte di potere.”
Ma Cristina Belgioso è anche all’origine di un’altra innovazione storica che non le viene riconosciuta: le crocerossine. Durante l’assedio di Roma, Giuseppe Mazzini le affidò l’incarico di dirigere le ambulanze militari, ossia gli ospedali. Sbarazzatasi di quasi tutti i vecchi infermieri, “uomini rozzi, ineducati, sovente ubriachi, l’antipodo insomma di ciò che dovrebbero essere coloro che assistono gli infermi”, La Principessa ebbe l’idea rivoluzionaria di chiamare le donne di Roma per costituire un servizio infermieristico femminile volontario. Più tardi, nel 1854, l’inglese Florence Nightingale organizzerà un servizio analogo nell’esercito britannico e passerà alla storia come la fondatrice del corpo delle crocerossine.
Insomma una donna da riscoprire, una donna esempio per noi gentil sesso, sperando che prima o poi gli uomini (ci sono sempre eccezioni e gli uomini complici non devono sentirsi bistrattati ma solo più intelligenti della media) smettano di aver paura delle donne che usano del loro cervello e anzi ci costringano a svelare i neuroni piuttosto che le curve!!!