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Da Livorno; Paga il debito ma la casa va comunque all' asta

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

LIVORNO. «Chiedo una cosa sola: che il giudice sospenda tutto e mi ascolti prima di formalizzare passaggio di proprietà della mia casa venduta all'asta. Colpa di un debito modesto che finisce per strapparci una abitazione, il frutto di una vita di risparmi. Ho da raccontargli tante cose: a cominciare dal fatto che il debito al condominio l'ho pagato, e chiedo di potergli mostrare le ricevute». È con il groppo in gola che F.M. squaderna le carte di «una storia personale che è una ingiustizia grande più di una montagna»: e, tanto per capire, vuol «proprio ringraziare di cuore Equitalia», il "mostro" strangola-debitori. Ironia amara? Nient'affatto: «Equitalia mi ha rateizzato il debito (3.800 euro saliti poi con le spese a 11mila, sto saldandoli regolarmente) dimostrando senso di responsabilità e di umanità».Da Livorno; Paga il debito ma la casa va comunque all' asta
È un'altra di quelle storie della crisi che travolgono le esistenze e le stritolano nel tritacarne di scadenze, debiti sempre più grandi fra spese aggiuntive, interessi a ruota e nuove ingiunzioni: una montagna da scalare che si fa via via più alta man mano che passa il tempo, nonostante la famiglia o l'individuo faccia i salti mortali per cercare di non precipitare nel gorgo che lo trascina in basso e rischia di mangiargli quel po' che aveva accumulato a prezzo di sacrifici, tagliando tutto quel che era stato possibile tagliare…«Nel 2004 ottengo un fido di 4mila euro dalla Cassa risparmi di Firenze, ce la faccio a restituirlo quasi per metà: nel 2008 arriva l'ingiunzione, si aggiungono le spese legali e la banca chiede di rivalersi sul mio appartamento e metterlo all'asta. E' una casa in zona Calzabigi, valore 299mila euro secondo il perito del tribunale». Verrà venduta – riferisce – «per poco meno di 200mila euro».La valanga era però cominciata con il condominio che chiede il pagamento di un debito di 11mila euro più le spese legali (2mila euro). Si abbatte sulla vita quotidiana di una coppia di coniugi per un ammontare che, stando a quanto viene riferito dai diretti interessati, almeno inizialmente è del tutto sproporzionato: poche migliaia di euro contro un alloggio nella zona residenziale della città.Su questa abitazione grava un mutuo quindicennale della Cassa risparmi di Volterra: «Ma lo sto pagando regolarmente e, anche se la banca è entrata nella procedura per la vendita all'asta, l'ha fatto per atto dovuto: anzi, la ringrazio per avermi consentito di proseguire a pagare la rata».
Adesso la donna si è rivolta alla Guardia di Finanza: si è presentata alla sezione operativa per segnalare che, a fronte dell'atto di pignoramento del 19 maggio di tre anni fa, dal febbraio successivo ha pagato tramite bonifico bancario e contanti una somma di 32.585 euro. Da suddividere così, secondo quanto segnala lei stessa: nel 2010 5mila euro a giugno più due tranche l'una da 2mila euro e l'altra da 1.660; nel 2011 prima 2mila euro e poi 400 euro a metà febbraio, 150 il 22 marzo, 4mila in settembre, 1.500 a novembre, 7mila in due round fra il 16 e il 20 dicembre; nel 2012 6.600 euro in due tappe alla metà di febbraio, 125 euro in 4 rate mensili da marzo a giugno, 300 euro il 1° agosto.
«Il giudice aveva accettato l'opposizione che avevamo presentato, poi è cambiato il magistrato che ha in mano la questione: nell'udienza è emerso dal legale della controparte che io non avevo saldato il debito ma ho sborsato più di 32mila euro, credo di aver pagato tutto quel che dovevo. Ecco, per questo chiedo al giudice di ascoltarmi. Non lascerò che i sacrifici di una vita se ne vadano in fumo, nonostante io abbia pagato tutti questi soldi. No, non lo lascerò tratto da iltirreno.it 01 ottobre 2012


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