Giacomo e Clodia
Un uomo e una barca a remi (con una vela per quando il vento è generoso), da Londra a Istanbul, vogando tra Reno e Danubio per 5.200 chilometri via fiume, in sei mesi. Una gara sportiva? Non proprio.
È più una sfida che Giacomo De Stefano ha lanciato a se stesso. E un modo per raccontare un nuovo rapporto con la natura, con l’acqua, con i fiumi.
Giacomo intende soprattutto lanciare dei messaggi: quello di «un’economia che non dipenda dal denaro – spiega – quello del rispetto e dell’importanza della natura e, in particolare, dell’acqua. La riscoperta di un modo lento di viaggiare, che rispetti i territori, l’ambiente e che sostenga le piccole economie locali».
Quando abbiamo intervistato Giacomo, il 21 maggio, era a Novi Sad, in Bosnia. Ha cercato una spiaggia dove attraccare, con tanto di baretto dotato di wi-fi, per collegarsi su skype. È un viaggio in mezzo alla natura, ma in continua comunicazione con il mondo, con la rete.
«Ogni giorno ricevo almeno 500 messaggi da ogni parte del mondo – racconta Giacomo – persone che mi comunicano solidarietà, curiosità, o che vogliono salire in barca con me». Sì, perché Giacomo accoglie volentieri ospiti sulla sua Clodia. Sul suo sito si trova l’invito per chi voglia “salire a bordo”.
Ma la sua vera compagna di viaggio è Clodia, la barca a remi e vela, che ha contribuito a creare. È stata costruita da un maestro d’ascia e un folto gruppo di volontari nell’Art waiting room della Lago (www.lago.it), lo spazio creativo dell’innovativa azienda veneta di mobili e design che per tre mesi ha ospitato la costruzione di Clodia.
«Alla base del mio progetto c’è il concetto di economia del dono, di Gift economy – spiega Giacomo – ho lavorato per anni nel mondo del denaro. Ho visto come riesce a rovinare le persone». Così in questa sua avventura ha scelto di perseguire l’idea del budget zero. Aziende private, amici, partner hanno lavorato con lui, gli stanno fornendo mezzi e idee per portare a termine un’avventura eccezionale. www.manontheriver.com