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Da Mimì e Coco zza, mangiare romano come si deve

Da Ilbicchierediverso

Da Mimì e Coco zza, mangiare  romano come si deveCi piace passeggiare, entrare nei posti senza conoscerli e scoprire facce, odori, sapori.

È appena successo qui a Roma. Arrivano i genitori e per festeggiare tante belle notizie vogliono andare a mangiare qualcosa di buono. Direzione Pigneto allora, visto che sono due passi.

Mentre camminiamo per via l’Aquila vedo l’ingresso di Mimì e Cocò zza (via l’Aquila 46 06 70.300.799), un’hostaria romanesca che mi incuriosisce… e perché non entrare?!

Il posto è accogliente, caldo, luci basse, colori ambrati, rilassanti e tra mura scrostate e pavimenti di legno si entra nella sala grande, con bancone e cucina a “vista”, che apre per una saletta più piccola e privata.

La cucina offre piatti classici della romanità e il sottofondo musicale prettamente capitolino lo sottolinea ( da “Arrivederci Roma” a “Tanto pe cantà”, fino al Rugantino e alla sua “Roma nun fa la stupida stasera”).

Due giovani baldi, carini e davvero cortesi ci accolgono: lui magrolino e un po’ “schizzatello” e lei, taglio di capelli corto e bel musetto.

Andiamo di primo: spaghetti alla carbonara (ottimi), bucatini alla amatriciana (fenomenali) e un bel cacio e pepe (sublime). Ci puliamo le bocche, concordando sull'assoluta potestà che i primi hanno nel menù, due chiacchiere, un sorso di birra Moretti (che fa tanto radical chic) e arriva lui: Massimiliano Carrisi, il Pronto Intervento Poetico, che vestito come il sommo poeta si lascia andare alle rime del Cavalcanti e a una jam rappoetica ad personam.

Il messere ci saluta ed ecco i secondi: Petto di manzo al forno con salsa di vino bianco e rosmarino, piatto apparentemente semplice, caratterizzato da un acidulo che può lasciare un po’ perplesso chi non lo ama, mentre conquista piacevolmente l’amante di questi sentori.

Bistecca danese al sangue e tagliata danese al sangue. La carne devo dire, davvero ottima, non voglio scendere sul dettaglio del pezzo scelto o della provenienza, mi soffermo soltanto sulla “burrosità” di questa scelta che mi ha lasciato a bocca aperta … soltanto, accidenti, peccato che fosse un pochino fredda…

Il contorno? Patate al forno con una bella dose di aglio.

Due panne cotte, senza infamia, per finire e la cena si è conclusa beatamente.

La cosa che mi ha colpito, mentre la bella ragazza andava a cercare il cambio per il conto, è stato vedere ai fornelli dei cucinieri multietnici, l’abbinamento con la tipicità dell'eterna città mi ha molto divertito.

Mentre salutavo e continuavo a pensare ho preso il resto e me ne sono andato… senza lasciar mancia ahimè! Nella mia lungaggine di pensieri ho peccato verso questi fantastici ragazzi. Allora ho pensato di riprendere un verso di un componimento che si trova dietro il menù:

“Magnerai così bene che alla fine i baffi te potrai leccà,

potrai ariccontà a tutti d’avè assaggiato tante specialità,

tanti sapori che t’avranno aridato na gran voja de campà,

perciò amico mio, campa felice… ma vedi de ritornà”.

(Da Er consijo pratico, dedicato a Mauro e Enzo).

E lo farò certamente, stavolta senza imperdonabili dimenticanze!

Buona scelta

IBD


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