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da Modello di Business a Modello Sociale?

Creato il 29 maggio 2011 da Marcodalpozzo @marcodalpozzo
Ritengo il ruolo del Giornalismo di vitale importanza per il progresso della Società delle Persone, di quello che negli ultimi tempi ho voluto definire ecosistema-Stato. Il Modello WIKiD è solo uno strumento che riesce a formalizzare meglio il pensiero, la teoria sulla quale poi dovrebbe poggiare una pratica.
Nel mio spazio ho rivolto da più di un anno la mia attenzione al Giornalismo e all'Editoria, stimolato dalle parole di tanti esperti e dalle azioni/esperimenti (da tali esperti segnalate nei rispettivi spazi) dei player sulla via della ricerca del miglior Modello di Business per l'Editoria stessa.
La questione, nel mio percorso di studi, ha via via preso dei contorni più ampi: la mia analisi, concentrata in principio esclusivamente sul Business, si è allargata alla Società, alle Persone, agli agenti (per usare un termine caro alla sociologia) o (per usarne un altro) a tutti i portatori di interesse.
Non solo gli Editori quindi, ma anche e soprattutto le Persone e lo Stato come stakeholder; non solo il fatturato ma anche e soprattutto, la crescita della società, dell'ecosistema-Stato come obiettivo.
Il Modello-Fotovoltaico, che ha riassunto [insieme con la definizione di qualità nello spazio tridimensionale dei contenuti] alcune delle conclusioni alle quali sono giunto, non credo sia "automaticamente" sostenibile in una società come la nostra per questioni di cultura e di educazione. Non mi riferisco [soltanto] all'aspetto puramente tecnologico ma, principalmente, alla congenita e generale limitatezza delle nostre attitudini ad analizzare e ad essere curiosi, a contestualizzare i fatti, a sviscerarli; e alla nostra più naturale propensione alla delega, al superficiale, alla velocità.
da Modello di Business a Modello Sociale?
Ho invaso numerosi campi che i miei studi da Ingegnere non mi avrebbero dovuto autorizzare ad invadere; questa è la ragione per cui, sebbene sia forte l'idea che tanto dovrebbe farsi nelle scuole, non potendo argomentare come vorrei, non posso far altro che segnalarvi il saggio del sociologo Edgar Morin, "I sette saperi necessari all'educazione del futuro".
Mentre ne leggevo le tesi non ho potuto fare a meno di riflettere sul fatto (credo anche scontato) che la creazione di una nuova cultura nelle scuole non può non accompagnarsi ad una serie di azioni che ne possano permettere la pratica. Identificando ancora nello Stato l'ente responsabile, torniamo al punto di partenza: l'obiettivo è la crescita della Società, l'aumento del suo benessere con un contestuale (visto sia come causa sia come effetto) aumento del Capitale Sociale. [Il Modello WIKiD parla di Saggezza].
Cosa, se non il contenuto di qualità (inteso come quello della zona rossa del modello 3D), può avviare le Persone alla creazione di [educazione a] quella che Morin definisce conoscenza pertinente, intesa come la conoscenza che riesce a contestualizzare il suo oggetto (mettendolo anche in relazione con altri oggetti)?
E cosa, poi, se non il contenuto di qualità distribuito dagli Editori, può agevolare le Persone ad interpretare la realtà fornendo strumenti per affrontare l'inevitabile incertezza rispetto al futuro (e a questo Morin dedica un intero capitolo)? Pascale e Rastello, nel loro breve scritto "Democrazia: cosa può fare uno scrittore?" criticano aspramente il Sapere Nostalgico e la Retorica dell'Apocalisse utilizzata da molti scrittori e giornalisti per affermare l'ovvio in una piattezza che vuole semplicemente non turbare un target (i lettori) che, così, non viene aiutato a vivisezionare la conoscenza [per usare il WIKiD - a non progredire verso la Saggezza].
Cosa, infine, se non anche la connessione digitale tra le persone e, quindi, anche tra i popoli di Nazioni e/o Culture e/o Religioni e/o Società diverse (e dei rispettivi patrimoni di conoscenza), può stimolare la reciproca comprensione, la comunicazione, l'interdisciplina e affermare le diversità (altri temi, questi, ricorrenti nelle pagine del sociologo francese)?
E' difficile, da questa ulteriore prospettiva, fare delle conclusioni sulla questione dell'Editoria; richiederebbe senza dubbio altre letture. Questo saggio però, per ora, mi è bastato per trovare delle basi pedagogiche ad un Modello che, più che di Business, comincerei a chiamare Sociale (è presunzione?).
I commenti sono a vostra disposizione!

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