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Tre o quattro secoli fa l’Europa vedeva scorrere un fiume di sangue nella contesa tra cattolici e protestanti sul tema della Grazia. Difficile fare un conto di quanti si sgozzarono a vicenda nel questionare, su un ramo di quel fiume, se per essere degni d’essere in comunione con Cristo fosse necessaria o meno l’assoluzione, previa la confessione dei propri peccati a un ministro del culto.Bene, tornando ai funerali di don Gallo, vedendo Vladimir Luxuria esser presa da un prepotente quanto estemporaneo bisogno di eucaristia, estemporaneo il tanto da escludere si fosse confessata prima, vedendo il cardinal Angelo Bagnasco soddisfare prontamente quell’urgenza, senza porsi alcun problema se la figliuola fosse in regola con quanto prescrive il Catechismo della Chiesa Cattolica al punto 1385 (che riprende fedelmente quanto prescritto al punto 630 del Catechismo Maggiore di Pio X), possiamo dire che tutto quel sangue è scorso inutilmente: confessione e assoluzione sono ormai superflue, comunque non indispensabili per accostarsi all’eucaristia. E di ciò possiamo essere praticamente sicuri, perché non hanno avuto da ridire nemmeno i più zelanti tra i cattolici tradizionalisti, che solitamente gridano allo scandalo pure se la cotta dell’officiante è troppo lunga o è troppo corta, o se i grani d’incenso nel turibolo non crepitano come si deve, o un bemolle del canto gregoriano è troppo molle. Ne avevamo già avuto il sospetto quando vedemmo Silvio Berlusconi, a bocca aperta e ad occhi chiusi, papparsi l’ostia ai funerali di Bettino Craxi, prima, e a quelli di Raimondo Vianello, poi, però commettemmo l’ingenuità di credere che si fosse chiuso un occhio per i favori che aveva concesso al Vaticano, d’altronde erano i tempi in cui gli si scusavano anche i «porcoddio». Con l’eucaristia concessa a Vladimir Luxuria, però, occorre rettificare: alla persona che gode di notorietà, anche se pubblico peccatore, soprattutto se pubblico peccatore, una cialda di frumento non si nega mai. D’altra parte non costa che pochi centesimi, ma il ritorno d’immagine misericordiosa presso il pubblico che simpatizza per il beneficato è immenso.Ieri c’era Ratzinger, e tornava comodo mostrarsi benevoli col puttaniere in odor di mafia che si offriva come defensor fidei. Oggi c’è Bergoglio, e torna comodo lisciare il pelo alla transgender comunista che d’un tratto pare aver scoperto la dimensione mistica. Da mucca assassina a pecorella smarrita, un apologo edificante, no? In modo diverso, certo, e in tempi diversi, ma tornano utili entrambi se in posa da resipiscenti, e allora non è il caso di star lì a sottilizzare, in fondo la dottrina è roba da ragazzini che preparano il corso per la prima comunione. Poi, diciamocela tutta, chi se ne fotte dei peccati di Berlusconi e di Luxuria? Sono più eccitanti i peccati dei ragazzini, via, è a loro che bisogna insegnare che non ci si può accostare al corpo e al sangue di Gesù senza essere passati prima per il confessionale.
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