Imputata Gambarini Francesca, come si dichiara partigiana o al di sopra delle parti?
«Ritengo di essere, e continuerò a essere. Imparziale e corretta nello svolgimento delle mansioni di presidente del Consiglio (comunale di Fidenza, ndr)».
Si è mai sentito, a meno che non vi fossero costretti da tortura o calcoli di convenienza, di imputati che si siano dichiarati colpevoli?
Con parecchi mesi di ritardo il Pd, per bocca del capogruppo ed ex candidato sindaco Enrico Montanari, scopre l’incompatibilità della carica privata di coordinatore del Pdl con quella istituzionale e pubblica di presidente dell’assemblea municipale. Meglio tardi che mai.
Dato che alla maggioranza è stato concesso troppo tempo per montare in superbia e sfruttare le lacune dei regolamenti, questa ne approfitta. Sostenendo l’insostenibile. Menando il can per l’aia e arrampicandosi sugli specchi. Veri figli di tanto padre (spirituale) in materia di conflitto d’interessi.
Luigi Giuseppe Villani lo fa con l’abituale protervia di chi, pur non avendo la ragione dalla sua parte e neppure il senso delle istituzioni, usa la forza dei numeri come un bernoccoluto randello: «Non è scritto da nessuna parte che un presidente del consiglio comunale non può essere coordinatore comunale di un partito». È vero, non è scritto da nessuna parte. Ma oltre alle scritture, esistono le consuetudini, la moderazione e il senso della misura. Luigi Toscani, per due mandati presidente del consiglio, non ricopriva incarichi di partito e, perlomeno nella forma, riusciva a dare di sé l’immagine dell’arbitro imparziale.
Non pago, la Grande Carpa passa alla provocazione: «Montanari è l’ultimo che può fare certe critiche: Montanari che abita a Parma, fu imposto candidato sindaco a Fidenza dal Pd regionale, nemmeno da quello provinciale, men che meno da quello cittadino».
Aho, Carpa, ci hai preso per dei deficienti? Chi se ne frega di come il Pd (organizzazione privata) sceglie e propone i suoi candidati sindaco, qui si sta parlando di cariche pubbliche? Sarà che ti muovi in acque melmose, ma qui si sta parlando di istituzioni non di partiti e io come cittadino non mi sento garantito da una presidente del consiglio che prende ordini da un partito, cioè da te, per quanto questi abbia vinto le elezioni.
E non è una preoccupazione di poco conto. Se ti è così facile confondere il pubblico con il privato, delle due l’una: o sei un appassionato gambler del gioco delle tre carte o non hai capito nulla della differenza tra istituzioni e partiti. In entrambi i casi, non sei rassicurante per una società che voglia continuare a essere democratica.
Quanto al sindaco Mario Cantini, non perde occasione per accreditarsi come buon allievo di tanto maestro e apprendista iscrivendo al Pdl. Ribadisce il concetto e con parole neppure tanto diverse: «Un anno fa il Pd a Fidenza ha avuto un vicesindaco candidato che, tornato da un viaggio a Bologna, ha ritirato la sua candidatura e stracciato i manifesti elettorali già esposti».
Ripeto pure io il già detto: ma chi se ne frega delle beghe che ebbero in campagna elettorale Paolo Antonini e i maggiorenti del suo partito. Partito, lo dice la parola stessa, è qualcosa che ha a che fare con una parte della popolazione, mentre voi, sindaco e presidente del civico consesso, dovreste rappresentare tutti i fidentini, non solo i vostri elettori.
Ebbene, dopo avervi letto sulla Gazzetta di Parma di oggi 3 aprile 2010, non mi sento affatto rappresentato da voi partigiani che occupate le istituzioni mescolando la palese arroganza al candore della Vispa Teresa.
Da questa vicenda esce l’ennesima conferma che Fidenza è un mandamento del Pdl e che Cantini ha verso Luigi Giuseppe Villani lo stesso deferente ossequio che Lon Nol aveva nei confronti degli americani e l’ammiraglio Miklos Horthy verso Hitler. (Paolo Frambati)
COMMENTO:
Nel merito di quanto scritto da Frambati,
vorremmo aggiungere che la Presidente del Consiglio comunale, al tempo,
è stata eletta con il voto dell'intero Consiglio, minoranze comprese.
Quando le minoranze del Consiglio pongono la questione dell'incompatibilità, di fatto sfiduciando il doppio incarico della Presidente-Coordinatrice del Pdl, questo è politicamente e istituzionalmente rilevante.
Non prenderne atto è fatto grave, si può risolvere solo con le dimissioni della Gambarini da uno dei due incarichi.
Il sindaco e la sua maggioranza sbagliano nel giustificare il doppio incarico proprio nel momento in cui è dimostrato che la Presidente-Coordinatrice del Pdl è entrata a gamba tesa addirittura nelle esclusive competenze del sindaco.
Ma, a proposito, la Gambarini da chi è stata eletta Coordinatrice del Pdl? Da un Congresso di iscritti? E con chi si è confrontata prima di decidere il licenziamento di un assessore? Con il suo vice? Con una riunione di iscritti al Pdl? Con il gruppo consigliare del Pdl? No! no! No! No! La risposta è sempre no. E' stata nominata, cooptata, direttamente da Villani che, in cerca di preferenze, come dichiarato dal capogruppo del Pd Montanari in Consiglio comunale, ha esercitato, tramite la Gambarini, il voto di scambio.
I bene informati raccontano -ma sarà vero?- che - garante Lupi, con la benedizione e le impalpabili preferenze per Villani della fantomatica ex lista civica , una volta di Cantini ora dell'assessore Callegari e di quel gestore in proprio della politica politicante che di nome fa Capece - a Comunione Liberazione sia stato promesso un assessorato (il nome che circolava era quello dell'ex vicesindaco della giunta social-comunista Bonatti, da tempo vicino a Comunione Liberazione e attualmente anche sodale della coppia Gambarini-Callegari) in cambio di preferenze. L'accordo prevedeva che l'assessorato fosse reso disponibile prima del voto, altrimenti niente preferenze. Detto, fatto: a tre giorni dal voto by by Parizzi.
Poi, la cruda realtà, si contano i voti: il Pdl mantiene la posizione, ma, sorpresa, le preferenze di Villani sono dimezzate (da poco meno di 1400 - Villani+Moine - nelle precedenti regionali- a poco più di 700 oggi).
Come dire: Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
Buonanotte.