Magazine Informazione regionale
di Carduccio Parizzi
Ritorniamo all’inizio. Porre dei limiti all’arroganza del potere, questo era uno degli elementi costitutivi la maggioranza di centro-destra che oggi governa Fidenza. Altro elemento costitutivo era la fidentinità, intesa, come ben spiegava il sindaco Mario Cantini, come la riscoperta di una identità territoriale dove «la forza di Fidenza è data dal numero dei fidentini con la loro identità di appartenenza ad una comunità».
What is left?
Retorica, dogmatica, bigotta, incattivita, burocratica, legalista e imbrogliona, trasformista e gattopardesca, insomma, questa pseudopolitica fidentina – incasinata, arrogante e un po’ cialtrona, con alle volte la pretesa di essere la Verità e di imporla agli altri, decidendo qual è il loro interesse, prescrivendone i comportamenti- ha lasciato alle spalle macerie anche nei rapporti umani.
Dopo una lunghissima stagione politico-ammnistrativa che aveva visto realizzarsi l’intero vocabolario di arroganze e pregiudizi di una sinistra sempre vincente, ecco avanzare il progetto per una città che «deve tornare a riempirsi di idee, di progetti e di partecipazione» all’interno della quale ciascuno si presume sappia qual è il proprio interesse e, di conseguenza, lo persegue in autonomia, alla sola condizione di non impedire ad altri di fare altrettanto, fatto salva la tutela dei valori artistici ed architettonici ed ambientali.
Si potrebbe continuare, ma forse è sufficiente ricordare che il nostro desiderio di una destra più aperta e simile alle altre destre europee (dunque non confessionale, protezionista e anti-modernista) ci costringe continuamente a pensare piuttosto che a obbedire.
Siamo all’oggi.
Il mio sindaco, nel decreto di revoca delle deleghe conferitemi come assessore, mi ha scaricato addosso una serie di accuse tutte da dimostrare, nelle quali omericamente si potrebbe leggere l’astuzia e i famosi inganni di Ulisse. Postilla: circola voce che avrei ammesso sulla Gazzetta di Parma, i miei errori. Ma quando mai! In realtà l’equivoco, ne ho parlato con la giornalista che ha scritto il pezzo, nasce da un copia incolla operato in Gazzetta, spero in buonafede, utilizzando una mia intervista rilasciata a Diario di Fidenza.
Torniamo al tema. «Alcune sconfitte», scriveva Montaigne, «sono più trionfali delle vittorie». Per me la sconfitta è comunque un’opportunità, anche quando la posizione migliore è sopraffatta dalla peggiore. Ci vuole solo un ricciolo di coraggio o forse buonsenso, per capire che le lezioni migliori sono di solito le più dure, in realtà l’unico vero fallimento sta nel permettere alla sconfitta di avere la meglio su di noi.
Vorrei ricordarlo ai distratti, tutti presi a coordinare le loro miserie: il Pdl di Fidenza, sin dall’inizio di questa avventura, si è assunto la responsabilità di guidare, insieme a Mario Cantini, una vincente campagna elettorale, poi, insieme agli alleati di coalizione, l’amministrazione comunale; questa responsabilità il Pdl di Fidenza se l’è assunta per intero, anche nelle scelte difficili, come quella legata al rinnovo degli incarichi dirigenziali nel commercio, in urbanistica e lavori pubblici.
In giunta, l’armonia è sempre stata una caratteristica comune a tutti. Io, ad esempio, solo una volta mi sono dato assente. Ho sempre votato a favore di tutti i provvedimenti. Poi arriva la «coordinatrice» a raccontarci la favola del lupo cattivo che deve essere allontanato in nome dell’armonia di Capuccetto rosso e della di lei nonna.
In generale, dovrebbe valere per tutti visto anche cosa è successo nel Pd di Fidenza e cosa sta succedendo nei vari comuni della Bassa a guida Pd, ci si indebolisce giorno dopo giorno se si dà spazio ai personalismi e alle scaramucce quotidiane di questo o di quello. La leadership è del sindaco, eletto direttamente dai cittadini; è al sindaco che la città affida capacità di mediazione e di sintesi.
Invece, «tutto sbagliato tutto da rifare».
Ricordo ai «coordinatori» dei vari livelli, comunque tutti cooptati, che governare non significa comandare: governare è saper decidere, ma anche spiegare e convincere (è importante, ne riparleremo), soprattutto evitare di portare con una mano il can per l’aia, mentre con l’altra si preparano rese dei conti per conto terzi.
Certo, arrivare ad amministrare la città dopo oltre sessant’anni di ininterrotto governo delle sinistre, è stato un problema e, mentre cercavamo di capire dove eravamo, si è rischiato di perdere gran parte della spinta propulsiva, del valore della novità che rappresentavamo.
Sono passati nove mesi. Finalmente, si potranno gestire cose proposte dalla nuova maggioranza di centro-destra. Primo impegno: il Psc. Il Psc non è una formula magica, è l’acronimo di Piano strutturale comunale, lo strumento di pianificazione urbanistica generale che delinea le scelte strategiche e strutturali di assetto e sviluppo del territorio fidentino per tutelarne l’integrità fisica e ambientale e l’identità culturale. Questo sarà il vero banco di prova di questa nuova amministrazione.
Se non bastasse, c’era da riscoprire la politica, rimettersi in gioco, trovare un terreno di dialogo e confronto con le categorie economiche e le organizzazioni sindacali, ma anche con l’opposizione politica in consiglio comunale, e poi ridefinire l’intero settore delle aziende partecipate dal comune, i cui dirigenti sono ancora, con l’eccezione di San Donnino Multiservizi, quelli nominati dalla precedente amministrazione..
Il «voltare pagina» comincia adesso. È per questo che i «coordinatori» hanno cominciato i fuochi artificiali. Questa roba la vogliono gestire, governare loro. A noi il compito di fare la campagna elettorale, vincerla e poi la gavetta dei primi, difficilissimi, mesi.
Sgombrato il campo, riassestata la macchina, pronti via. Con un tempismo perfetto si è mossa la forza d’occupazione; per mesi le teste di ponte degli invasori, preparavano il terreno, costruendo per noi, buoni soltanto per vincere, una serie di infamie alimentate giorno dopo giorno da «voci» che ci descrivevano come incapaci al solo scopo di rimuovere gli ostacoli che si opponevano all’arroganza di chi considera Fidenza nelle sue disponibilità.
Il resto è sui giornali.
PS Scrivo questa nota mentre iniziano le operazioni di voto. Non so come andrà a finire, non faccio previsioni. Comunque vada, a Fidenza cambierà lo scenario politico. Dobbiamo adeguarci al contesto. Nel nostro piccolo, l’impegno è quello di costruire democraticamente un "Pdl" dove il segretario sia eletto dalla maggioranza degli iscritti. Senza questo passaggio di legittimità democratica il rischio è l’oligarchia degli arroganti.