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Da Olivetti a Tomat

Creato il 15 agosto 2011 da Albertocapece

Da Olivetti a TomatScendono manovre come se piovesse: appena ne viene approvata una con discorsi solenni, ecco che si rivela insufficiente oppure ingestibile politicamente dalla stessa corte dei miracoli che l’ha prodotta, così che come in una casa di cura per alienati uno minaccia di prendere il fucile, l’altro di non votare, l’altro ancora di andarsene.

E’ uno spettacolo penoso che alla Bce è già costato 22 miliardi di euro per sostenere i nostri titoli di stato: più della metà di quanto messo in conto per il salvataggi e questo in un periodo di scarsa attività finanziaria. Vedremo alle aste di di fine agosto o primi di settembre come andrà. Ma nel grande bailamme c’è un ordine, una costante un disegno repellente: vengono sempre eliminati i piccoli, minimi sacrifici chiesti ai ricchi o alle caste e aumentata la stretta sui ceti popolari. L’emergenza serve anche a questo.

Ma se il berlusconismo ci è, molta parte dell’oligarchia del Paese ci fa. Che dire dell’ industriale filantropo che per risolvere la crisi chiede che gli operai regalino cinque giorni all’anno agli imprenditori? Mica è uno qualunque, è il presidente di confindustria Veneto, che giudica comunque il dono di minimo impegno. Ma quando gli si chiede quale sacrificio debbano fare gli industriali, non è disposto a nulla, ” abbiamo già dato”. Eppure 5 giorni di guadagno del signor Tomat, così si chiama questo genio della presa per i fondelli,   rappresentano solo l’1,3″% dell’eventuale reddito lordo e lo 0,77%  di quello netto.

Giocando sui nomi si potrebbe dire che la parabola di questo Paese è scesa a capofitto dagli Olivetti ai Tomat, ma purtroppo c’è poco da scherzare sui pomodori senza sugo e sull’orrida antropologia alla Calearo: il disegno generale è di sfruttare l’emergenza nei quali ci ha cacciato il berlusconismo per ridurre ancora salari e diritti. E poco importa se viene usata una tecnica raffinata e sofistica, la distrazione di massa o la rozzezza di una testa di legno perché l’obiettivo è sempre quello, proteggere chi ha e sacrificare chi non ha.

Ecco il danno portato da una cultura iniettata e insufflata per anni : il privilegio, non ha più né discrezione, nè vergogna di sé, ma anzi pretende con insolenza, talvolta con gli applausi delle vittime. E mostra in questa sua tracotanza il passaggio ad una economia di parassiti che forse solo 5 giorni all’anno di calci nel sedere renderebbero produttivi, se non intelligenti, perché quello è impossibile.


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