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Da Strauss-Kahn a Silvio a Scalfari. Omnia vicit Eros

Creato il 16 maggio 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Da Strauss-Kahn a Silvio a Scalfari. Omnia vicit Eros Da che mondo è mondo, a tutte le latitudini, in ogni epoca storica, negli anfratti più nascosti della psiche umana e animale in generale, si cela l’irrefrenabile passione per il sesso e, ci dice Eugenio Scalfari nella sua ultima fatica editoriale, per l’Eros “dio primigenio”. Un proverbio antico, ma estremamente attuale, afferma che “tira più un pelo di...pube che un carro di buoi”. Nostro nonno ce ne spiegava il senso la sera, a letto, tirando le ultime boccate al toscano (che rendevano pestilenziale l’aria della camera, luogo preferito dei racconti della sua vita), e noi lo ascoltavamo estasiati pensando al momento in cui ce lo saremmo trovati di fronte, cosa che accadde quando scoprimmo le copie cartacee di Abc di nostro padre nascoste nel comodino. La prima foto di una donna nuda rappresentò per noi un turbamento violentissimo. Da allora abbiamo sempre vissuto il sesso, e la sessualità, come un piacevole gioco di conquista che finiva quando l’oggetto del nostro desiderio ci faceva chiaramente capire che non rientravamo fra le sue fantasie, o appetiti che dir si voglia. Proprio perché rispettosi dei gusti e dei sentimenti delle ragazze prima, e delle donne poi, con le quali abbiamo inanellato un giro di valzer, non c’è mai sfiorata l’idea né di andare a puttane né di violentare qualcuna, perché quel gran conquistatore di nostro nonno ci aveva fatto capire che è la stessa cosa: sono entrambi momenti nei quali la volontà di una donna subisce una violenza, consapevole e per la forza dei soldi la prima, costretta e con la prepotenza fisica la seconda. Questa è la ragione per la quale abbiamo sempre ritenuto le due categorie maschili dei violentatori e dei puttanieri assolutamente identiche. Ora. Accade che un ricco e potente signore francese, del quale è risaputa la passione per le donne, esca dalla doccia della suite da 3mila dollari a notte del Sofitel di Harlem nudo come un verme e, in preda all’istinto primordiale del predatore, si butti addosso alla cameriera e abusi di lei in ogni modo. La donna cerca di reagire ma, la forza del direttore del Fondo Monetario Internazionale, la sovrasta e alla fine è costretta a subire. Mentre Dominique Strauss-Kahn fugge, dimenticando perfino il cellulare nella  stanza, la donna corre alla polizia che lo arresta mentre era comodamente seduto sulla poltrona di prima classe dell’aereo che avrebbe dovuto riportarlo a Parigi: gli inquirenti americani dicono che DSK stava palpando il culo della hostess. È il classico scandalo internazionale. In poche ore, la notizia dell’arresto del rivale di Sarkozy per la corsa all’Eliseo fa il giro del mondo e, ancora in minor tempo, la sua carriera politica può considerarsi definitivamente distrutta. La domanda che ci poniamo è la seguente: come può un uomo ricco, potente, seduttore infallibile e amante sopraffino (dicono) cadere nella tentazione di saltare addosso a una cameriera e usarle violenza quando avrebbe potuto tranquillamente discutere con lei sul prezzo della prestazione o, in caso di rifiuto, farsi consigliare una collega più “sensibile” alla pecunia? Possibile – continuiamo a chiederci – che l’istinto bestiale predomini in maniera tanto aggressiva da rasentare la ferocia e obnubilare il comprendonio? Da quello che ci è dato di leggere sui giornali e dalle notizie dei Tg sembra che le cose stiano proprio così. Siamo in presenza di una violenza carnale messa in atto non da un extracomunitario allupato né da un camionista bresciano della Lega, ma da uno degli uomini più potenti del mondo che, all’improvviso, è impazzito: non esiste nessun’altra spiegazione logica. Questo è quello che accade in mondo civile che si è dotato di regole da rispettare e che, nel momento in cui vengono violate, scatta l’arresto e la distruzione anche delle carriere più promettenti. Si può anche gridare “al lupo” (al complotto) ma le sbarre della cella finiscono sempre per chiudersi dietro le spalle del colpevole. Non a caso abbiamo parlato di mondo civile e di regole da rispettare, perché è sotto gli occhi di tutti che ci stiamo occupando di altri contesti, altri stati, altri continenti, altre concezioni del diritto. In Italia tutto è lecito, perfino che chi “violenta” una donna grazie alla forza del denaro, venga considerato un “consumatore finale” con tanto di applauso alla virilità. L’ultima perla di ieri è la notizia che Alfredo Celeste, il sindaco pidiellino di Sedriano (paese dell’hinterland milanese), ha scelto Nicole Minetti come madrina del premio che il comune assegna alle “Donne creative”. Non c’è dubbio alcuno che la ex igienista orale spicchi per “creatività”, ma da qui a nominarla madrina di una manifestazione ufficiale ci è sembrato un triplo salto mortale senza guanto...pardon, senza rete.

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