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Da una poltrona all’altra

Creato il 21 gennaio 2013 da Patuasia

In effetti qualcosa di nuovo Laurent Viérin ci presenta: è il primo candidato valdostano alla Camera di un partito che non si è ancora costituito. Quanta fretta! Perché mai fare un passo del genere dopo le dichiarazioni della “nuova generazione” unionista di non tenere alle poltrone? Proprio Elso Gerandin a Fénis aveva solennemente dichiarato: “E’ necessario che ci autoriformiamo oppure siamo senza prospettive, la stagione delle promesse e delle poltrone e’ finita”. E Caveri si era detto contrario “…alle logiche del clientelismo, dei voti e dei metodi vecchi e decotti che non fanno più parte di un mondo moderno al quale vogliamo appartenere“. Questa candidatura ha invece tutto il sapore di un metodo arcaico e primitivo di fare politica: quello della vendetta. In questo caso consumata contro il PD e, personalmente, contro Donzel che ha difeso la scelta di Jean-Pierre Guichardaz, sindacalista CGIL non molto amato dalla famiglia Viérin e neppure dalle cariatidi del partito. Se quelli dell’UVP fossero in buona fede, se la loro intollenza verso certi metodi fosse sincera si sarebbero comportati diversamente. In primo luogo avrebbero dato segno di umiltà, loro che sono gli ultimi arrivati, verso l’Alleanza autonomista progressista che una sua storia  ce l’ha già e avrebbero sostenuto senza troppe pretese i candidati da questa espressi. Candidati che si oppongono a quello stesso sistema unilaterale contro il quale si scagliano i “ribelli”. Non è andata così. Il no di Donzel alla riproposizione di Nicco o di altro candidato vicino ai gusti UVP, non è piaciuto. E così Viérin, Caveri, Gerandin, Rosset e Bertschy hanno messo in ammollo le belle parole e sono tornati al vecchio stile, mai dismesso nei fatti. E Laurent corre da una poltrona all’altra.


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