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Dai diamanti non nasce niente

Creato il 26 maggio 2010 da Lanterna
Spesso mi fermo a guardare i mariti. No, non li guardo in QUEL modo, tranquille.
Mi fermo a guardarli quando li conosco solo attraverso le parole delle loro mogli, tipo blogger o colleghe che non ho mai visto fuori dall'ufficio.
Quando poi li conosco, spesso mi capita di essere delusa, di primo acchito. Perché le mogli, pur non incensando i mariti (pratica che odio almeno quanto il suo contrario), ne parlano come di persone speciali. E tu invece, così di botto, ti vedi davanti un uomo normale, magari anche un po' bruttino o semplicemente molto diverso da come te l'aspettavi.
Poi approfondisci un minimo la conoscenza e capisci che sono davvero persone speciali. Magari non bellissimi, magari non brillanti, ma profonde e piacevoli. Il che, penso, è la base per starci bene insieme.
A volte mi fermo a guardare i mariti anche quando li conosco da una vita. Mi ricordo quando mi sono stati presentati con le stelline negli occhi, li ho visti emozionarsi al loro matrimonio, li ho visti diventare padri. Alcuni li ho visti anche separarsi o attraversare momenti cupissimi. In quei momenti, mi sono chiesta quanto giochi l'abbaglio dell'uomo affascinante, quanto anche noi donne siamo attratte dall'idea di poter esibire il nostro compagno (ah, va da sé che per me la parola "marito" non implica necessariamente l'essersi sposati, è che la parola "compagno" proprio non mi piace in questo contesto).
Ovviamente non dico che questo sia l'unico motivo per cui ci si separa (altrimenti io sarei al riparo da questo pericolo), ma a volte mi sembra che abbia un grande peso: troppo spesso ho visto "scartare" persone secondo me interessanti solo perché non erano abbastanza brillanti o non si valorizzavano, mentre poi l'uomo brillante andava a puttane nel tempo libero.
Mio marito ne è un esempio. Luca non è bellissimo, ma è tendenzialmente un bel ragazzo. Ancora di più lo era quando ci siamo conosciuti, 7 anni fa. Certo che, infagottato nei soliti pantaloni casual anonimi, camicia di flanella e maglione girocollo, non se lo filava nessuno. Né al Barattolo, dove il dress code era quello tipico dei centri sociali, né nei locali, dove l'abbigliamento tipico punta al fighetto firmato. In più, lui se ne stava quieto e tranquillo, senza atteggiamenti da fanatico né in un senso né nell'altro. Per farla breve, non si notava.
Ora, se Luca fosse stato un fungo porcino, qualcuno l'avrebbe scovato ugualmente, perché i cercatori di funghi sono abituati a frugare il sottobosco in cerca dei loro tesori, non si accontentano di quelli che spuntano dall'erba e dalle foglie. Le donne invece spesso sì, e la cosa mi pare grave, perché non si tratta di fare un risotto.
Non voglio dire che sono migliore delle altre, per carità: le mie belle cantonate col brillantone di turno le ho prese anch'io, come no. E forse è stato proprio questo a farmi frugare nel sottobosco: dopo aver provato n uomini da esposizione e aver capito che l'apparenza spesso resta tale, ho pensato che magari valeva la pena di provare nuove strade.
Oppure semplicemente sono stata miracolata da qualche forza divina (sarebbe il colmo, per un'ateaccia come me!) e sono stata illuminata dall'amore come nei film. L'altra interpretazione sarebbe che la medesima forza divina voleva punire Luca per orrendi crimini commessi in un'altra vita. Ma dovevano essere proprio orrendi, per mandarlo a vivere in mezzo alle zanzare con quattro gatte, due bambini e due auto che ne hanno sempre una.

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