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Dal blog la Pulce: Due ore di movimento

Creato il 20 ottobre 2011 da Sportduepuntozero

Dal blog la Pulce: Due ore di movimentoPensiamo solo a 2 (leggi: due) ore di movimento alla settimana.

Da “somministrare” alla popolazione affetta da sindrome metabolica conclamata o ai potenziali soggetti “a rischio”.

Prendiamo la popolazione di Torino, per esempio:

907.000 abitanti al 2009, immaginiamo un 5% di affetti da sindrome metabolica conclamata e soggetti a rischio: siamo intorno alle 50.000 unità.

Immaginiamo per queste 50.000 unità la possibilità di praticare attività controllata e gestita da professionisti in luoghi adatti (niente di trascendentale, per esempio le palestre delle scuole al pomeriggio).

Immaginiamo che su questi soggetti si faccia operazione di informazione e di formazione, spostando la loro attenzione dal “bisogno” di medicine all’esigenza di salute.

Immaginiamo che al servizio sanitario nazionale, in un tempo relativamente breve, comincino a costare meno in quanto l’acquisto di medicinali e visite a SSN comincerebbe a diminuire.

Possiamo immaginare di fornire questo servizio al costo di euro 2 ad ogni seduta, di cui al 50%  è responsabile il comune ed al 50% il soggetto stesso (totale, 2€ a settimana per l’ente locale e2€ per il soggetto, totale 10€ al mese).

Immaginando di erogare questo servizio per una media di 40 settimane all’anno, avremmo un esborso netto del comune di Torino di 4.000.000 di euro, ampiamente ricompensati dalle mancate spese a livello di assistenza specializzata, diagnostica, visite mediche e medicinali.

L’introito, al quale si dovrebbe aggiungere una cifra identica a carico dei soggetti coinvolti, servirebbe a retribuire i professionisti del settore (e quindi a creare posti di lavoro) ed ai costi vivi di gestione degli impianti nella frazione di orari indicati, nonché alla comunicazione.

Tutto un bel calcolo che porterebbe:

  1. Miglior qualità della vita ad una bel numero di cittadini che non possono permettersi attività sportiva privata
  2. Ottimizzazione delle risorse strutturali scolastiche pubbliche
  3. Creazione di posti di lavoro qualificati nel pubblico ma in forma di libera impresa
  4. Riduzione sostanziale della “dipendenza da farmaci” da cui è afflitta una parte consistente della popolazione anziana del nostro paese
  5. Reinserimento sociale di una fetta di popolazione tendenzialmente esclusa dal tessuto sociale cittadino.

Costo dell’operazione? Semplice, ZERO!

Anzi, con un’oculata gestione degli spazi e della propaganda forse potrebbe esserci anche dell’utile.

Ottimo, perché non si parte, quindi? Provate a chiedere cosa ne pensano i farmacisti, i medici di base, le strutture ospedaliere parificate, i riabilitatori professionisti…

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